Sanità, il superticket se ne va e nessuno lo rimpiangerà

Sanità, il superticket se ne va e nessuno lo rimpiangerà

2 Settembre 2020 0 Di La Redazione

È necessario ricordare che il superticket era, a questo punto, una tassa che i contribuenti dovevano pagare alle Regioni nel momento in cui dovevano sottoporsi a visite specialistiche ed esami di laboratorio.

Dal primo Settembre 2020 abolito il superticket sanitario, il balzello con cui le Regioni facevano pagare ai pazienti non esenti le prestazioni specialistiche. Lo ha comunicato con un messaggio su Facebook il ministro della salute, Roberto Speranza, il quale ha testualmente dichiarato “ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici siamo dinanzi ad una sconfitta per tutti noi ed a una violazione della Costituzione. Per questo a Dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal 1 Settembre. Il Superticket è abolito e nessuno lo pagherà più.”.

È necessario ricordare che il superticket era, a questo punto, una tassa che i contribuenti dovevano pagare alle Regioni nel momento in cui dovevano sottoporsi a visite specialistiche ed esami di laboratorio. In pratica, si trattava di un’ulteriore quota che gravava sul contribuente, che in tal modo era chiamato a partecipare al costo delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. L’importo massimo previsto era di 10 Euro ed andava ad aggiungersi al costo che i cittadini già sostenevano per il pagamento del ticket ordinario. Tale ulteriore tassa era stata introdotta dal Governo Prodi nel 2006, anche se è stata attuata con la Legge Finanziaria del 2011 al fine di aumentare le entrate delle Regioni. Va, anche, ricordato che il superticket non ha avuto lo stesso riscontro e la stessa applicazione nelle varie Regioni italiane. Infatti, alcune hanno deciso di non applicarlo, altre invece di modularlo in base ai redditi dei cittadini o al tipo di prestazione erogata.

Dal punto di vista applicativo, però, occorre ricordare che non tutti erano tenuti al pagamento di tale ulteriore tassa. Infatti, ne erano esonerati i soggetti esenti, ossia coloro che risultavano affetti da determinate patologie, da coloro che avevano un’età anagrafica inferiore ai 6 anni o superiore ai 65, dai titolari di pensione sociale o minima, dagli invalidi civili, o da coloro che erano invalidi di guerra, per motivi di lavoro o di servizio. In definitiva, pagavano il superticket tutti coloro con età compresa tra i 6 ed i 65 anni ed i titolari di redditi superiori ai 30.150 Euro, soggetti che da oggi in poi saranno gravati solo dal ticket previsto per le prestazioni sanitarie specialistiche, di diagnostica strumentale e di laboratorio e nel caso in cui debbano acquistare medicinali specifici.

L’abolizione del superticket, in vigore dal primo settembre 2020, è il frutto della manovra di bilancio 2020, che al comma 446 dell’articolo 1 ha previsto che “nelle more della revisione del sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico degli assistiti al fine di promuovere maggiore equità nell’accesso alle cure …… a partire dal 1 settembre 2020, la quota di partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale per gli assistiti non esentati è abolita. A decorrere dalla stessa data cessano le misure alternative adottate dalle Regioni ai sensi della lettera p – bis del medesimo comma 796.”. Inoltre, per fare fronte alle minori entrate delle Regioni, lo Stato ha stanziato per l’anno in corso ben 185 milioni di Euro.

Alla luce di ciò, pertanto, le Regioni, a fronte delle minori entrate derivanti dalla suddetta abolizione, riceveranno dallo Stato i fondi necessari per sostenere i costi sanitari che prima venivano coperti dal Superticket, in attesa di realizzare una revisione complessiva del sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria, che tenga conto delle reali condizioni economiche dei cittadini.