Salute è educazione al ben-essere.

Salute è educazione al ben-essere.

1 Ottobre 2018 0 Di Vincenzo De Rosa

Negli ultimi anni si è modificato il concetto di salute in quanto non si considera più il solo benessere ma il ben-essere globale della persona. Nell’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) si introduce il tema del diritto alla salute e al benessere (leggi ben-essere).

Con la salute si mira ad avere un maggior controllo sul livello di energia sia psichica, sia fisica, sia educativa così da migliorare sia gli aspetti individuali sia quelli collettivi; in modo da realizzare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, modificare e adattarsi all’ambiente in cui si vive, in maniera adeguata.

La salute favorisce condizioni di vita e di lavoro sicure, soddisfacenti, stimolanti e, nello stesso tempo, una propensione al rispetto dell’ambiente naturale. Nel maggio del 1998 l’WHO (OMS) adottava la “Dichiarazione mondiale sulla salute” e gli Stati membri si impegnano nell’attuazione di una “Strategia della salute per tutto il 21° secolo”.

La dieta e l’attività fisica sono considerati, per un miglioramento della salute, il modo per porre in essere un percorso per la salvaguardia della salute stessa dell’individuo. Adottare corretti stili di vita e condizioni favorevoli per disporre la propria volontà verso scelte salutari.

Lo stile di vita nasce anche dalla varietà delle esperienze, negli atteggiamenti e nei comportamenti strutturati in fase di crescita ma possono essere modificati grazie alla nostra consapevolezza per la salute.

Bisogna tener presente l’attenzione verso quei fattori dai quali dipendono il ben-essere individuale e il benessere della comunità e tener conto della cooperazione e della solidarietà nel senso della condivisione. Nella stessa comunità la cooperazione tra individui migliora lo stato globale di salute di ognuno.

La cooperazione porta con sé significativi benefici in quanto la cooperazione mutualistica è la forma più comune di aiuto reciproco. L’identificazione nell’altro, avviene sia nel momento del bisogno, sia nel momento del dolore e, attraverso tali sensazioni, si è sospinti a intervenire in soccorso per il ben-essere altrui. Il ben-essere della mente e dell’interiorità può legarsi all’esercizio motorio, all’attività fisica, in modo da migliorare la globalità dell’individuo. L’attività fisica non è necessariamente pratica sportiva o faticosi allenamenti, ma anche svolgere un’attività moderata ripetuta con costanza. Rendersi consapevoli anche all’azione del camminare. Essa, infatti, può essere considerata un’attività fisica minima giornaliera conciliabile con le proprie esigenze quotidiane. Tale pratica si può compiere in ogni ambiente senza oneri di carattere economico e raggiungere lo scopo di un’attività per migliorare la salute.

La stessa azione educante della famiglia dovrebbe generare, strutturare, nei minori l’abitudine al movimento, indirizzando l’attività fisica, seppur minima, utilizzando le occasioni presenti nella quotidianità.

Il movimento, inoltre, incide in maniera positiva sugli effetti negativi dello stress, dell’ansia, di comportamenti depressori, come la paura e la non efficacia della socialità, caratteristica propria di chi è esposto a forte stress, invece con l’attività motoria si migliorano le competenze e, specie quelle razionali e, si è maggiormente in grado di operare scelte consapevoli nonché si riesce a utilizzare in maniera consona la capacità di memorizzazione.