Il momento della verità sul coronavirus Covid-19

Il momento della verità sul coronavirus Covid-19

5 Marzo 2020 0 Di Giulio Tarro*

Il discorso del vaccino prenderà tempo e sebbene possono essere usate metodologie con le cellule staminali, per queste saranno necessari 12-18 anni per un trattamento sicuro.

 

Fino a meno di 20 anni addietro i coronavirus rappresentavano una famiglia virale che durante il periodo invernale causava dal 10 al 30% dei raffreddori, pertanto non valeva la pena di preoccuparsi. Nel 2002 la situazione è cambiata con la Sars (Severe acute respiratory sindrom) che in Cina ha colpito 8mila individui ed ha causato circa il 10% di mortalità con un virus che dal pipistrello ha infettato cani e gatti per colpire poi l’uomo. Dopo gli episodi a macchia di leopardo della Mers (Middle east respiratory sindrom) nel 2012 in South Arabia e come epidemia nel 2015 nella Corea del Sud, coronavirus dei cammelli, alla fine del 2019 con particolare epicentro al mercato cittadino di Huanan della metropoli di Wuhan, provincia di Hubei fa la comparsa un nuovo coronavirus, poi appellato Covid-19 (Coronavirus disease 2019). Questo virus dopo il passaggio in animali esotici (pangolino, porcospino) infetta l’uomo e si adatta con maggiore virulenza tanto da stabilire successivamente il contagio interumano e la diffusione di una polmonite misteriosa prima del suo isolamento e studio genetico, con variabilità dal 2 al 12% rispetto all’originario coronavirus del pipistrello.

Mentre la storia delle epidemie si ripete nel corso dei secoli, le regole fondamentali non sono cambiate isolando il paziente ed effettuando la quarantena, così dalla febbre tifoide di Atene del 430 A.C. alla peste di manzoniana memoria, 1600 D.C. alla spagnola del 1918, l’influenza che ha mietuto più vittime dell’appena conclusa prima guerra mondiale. In Cina la lezione della Sars ha permesso di mobilitare la popolazione di Wuhan con un ritardo quasi di un mese rispetto ai primi casi e la pronta comunicazione alla Who (World health organization) che di per sé ha preso sotto gamba l’epidemia dichiarandola soltanto un mese dopo la prima comunicazione come Pheic cioè Pubblic health emergency of international concern. La foto del presidente Xi con la mascherina di protezione e la dichiarazione di pericolo pubblico hanno mostrato un ritardo che è costato vite umane, nonostante quella diagnosi precoce da parte dell’oculista Wen Lee che è morto per questa malattia epidemica.

Il virus è sembrato controllabile e non aggressivo nel contagio, fornendo dopo 10 giorni dalla comunicazione al Who, il genoma virale al Cdc (Center for disease control and prevention) americano che ha confermato immediatamente le impronte digitali del nuovo coronavirus per l’allestimento di un kit diagnostico da essere utilizzato globalmente per tutti gli istituti della sanità e per distinguere questa infezione dalla influenza stagionale in corso. Ovviamente questo acido nucleico virale permetterà di conoscere le proteine prodotte dall’Rna virale per la sintesi di antigeni specifici e farmaci antivirali. Il discorso del vaccino prenderà tempo e sebbene possono essere usate metodologie con le cellule staminali, per questi saranno necessari 12-18 anni per un trattamento sicuro.

Da una settimana l’Italia settentrionale, in particolare Lombardia e Veneto, è interessata dall’epidemia da coronavirus Covid-19. Il cercare di isolare i portatori della malattia in connessione alla Cina non rappresenta una strategia efficace per contenere la malattia, dal momento che il virus si trasmette come quello influenzale e possiamo aspettarci di avere pazienti che non hanno avuto alcun contatto con possibili portatori. Oltretutto molti casi non vengono diagnosticati perché le persone non hanno ancora sviluppato sintomi e non sanno di essere stati esposti al virus. Pertanto tenendo presente di quanto realmente succede è stato inutile il blocco dei voli con la Cina, peraltro bypassato dalla connessione indiretta dei voli attraverso altre nazioni. Sarebbe stato meglio attuare la quarantena federale dichiarata dagli USA il 2 febbraio con due settimane di isolamento che corrisponde al maggior tempo tra l’esposizione e l’inizio della sintomatologia e riguarda tutti i soggetti che hanno avuto contatti sia fuori che all’interno della Cina.

Il rischio rappresentato dal Covid-19 è sostanzialmente uguale a quello delle tante epidemie influenzali che si registrano ogni anno senza per questo provocare scalpore.

Facciamo un esempio. Ogni anno muoiono in Italia circa diecimila persone (per lo più anziane o affette da qualche patologia pregressa) per virus influenzale. La cosa non fa notizia, soprattutto perché queste morti sono disseminate in tutto il territorio nazionale. Immaginiamo ora che tutte le persone a rischio vengano ricoverate in un paio di posti, magari circondati da giornalisti alla ricerca di qualche scoop. Stia pur certo che la conseguente “epidemia di influenza che può causare la morte” spingerà innumerevoli persone (ogni anno sono colpiti da sindrome influenzale circa sei milioni di Italiani) a pretendere analisi e una assistenza impossibile ad ottenere.

*Virologo