Virus cinese, vaccino cinese

Virus cinese, vaccino cinese

7 Maggio 2020 0 Di La Redazione

Dall’origine del “male” la possibilità del rimedio. La sperimentazione su animali sembra aver dato segnali incoraggianti su vaccino anticovid prodotto nel celeste impero.

 

Al momento sembra avere dato risultati positivi su topi, ratti e macachi il vaccino cinese PiCoVacc, basato su una forma purificata e inattivata del virus SarsCoV2. Un vaccino jolly perché protegge da 10 ceppi virali isolati in diversi Paesi (Italia inclusa), inducendo una massiccia produzione di anticorpi, che nei topi è 10 volte superiore a quella dei pazienti guariti da Covid-19. I risultati, che aprono ai test sull’uomo entro l’anno, sono pubblicati su Science dal gruppo di ricerca cinese coordinato dall’azienda Sinovac Biotech con sede a Pechino.

L’equipe guidata da Qiang Gao ha isolato diversi ceppi di coronavirus da 11 pazienti ricoverati in Cina, Italia, Svizzera, Spagna e Gran Bretagna. Un ceppo in particolare è stato selezionato, purificato e reso innocuo per poter sviluppare il vaccino. Il prodotto è stato quindi somministrato a topi e ratti, che a distanza di tre settimane sono stati infettati con gli altri dieci ceppi virali: come risultato, PiCoVacc è riuscito a neutralizzarli tutti. Nei topi, in particolare, ha indotto una produzione di anticorpi diretti contro la proteina S del virus (usata per attaccare le cellule umane) che è dieci volte superiore a quella misurata nei pazienti guariti da Covid-19. Non è ancora possibile dire se un risultato simile si possa ottenere anche nell’uomo, ma secondo i ricercatori questo dato fa pensare che la risposta immunitaria indotta sia comunque massiccia. Dopo questo primo successo la sperimentazione è passata sui macachi, a cui sono state somministrate tre dosi di vaccino (da 1,5 microgrammi o 6 microgrammi) nel corso di due settimane. Quelli che avevano ricevuto le dosi da 6 microgrammi hanno sviluppato una protezione completa contro il virus e senza manifestare nel breve termine quel temuto effetto paradosso (chiamato Ade, Antibody-Dependent Enhancement) che induce la produzione di anticorpi non neutralizzanti capaci di favorire l’ingresso del virus nelle cellule. “Messi insieme – concludono i ricercatori, che intendono cominciare i primi test clinici entro l’anno -questi risultati indicano la strada verso lo sviluppo clinico del vaccino per uso umano”.