Stop alla circolazione, le “evasioni” dei soliti idioti

Stop alla circolazione, le “evasioni” dei soliti idioti

31 Marzo 2020 0 Di Avv. Corrado Riggio

Restrizioni alla libera circolazione delle persone ma ancora numerose violazioni. Ben cinquanta cittadini sono usciti di casa nonostante fossero in quarantena poiché trovati positivi al Covid-19.

 

Dai dati forniti dal Ministero dell’interno, sabato scorso all’esito dei numerosi controlli operati dalle Forze dell’ordine, sono state erogate ben 5.000 multe e 50 cittadini positivi al Covid-19 sono stati trovati in giro per le città. Per tale motivo, il ministro dell’interno, Lamorgese, ha deciso di potenziare ulteriormente i posti di blocco in tutta Italia, coinvolgendo anche gli agenti della polizia locale, assegnando agli stessi funzioni di pubblica sicurezza.

Il 26 marzo scorso, primo giorno dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto con cui la denuncia penale è stata sostituita con l’applicazione di una sanzione a carattere amministrativo, 1515 persone non sono state in grado di giustificare il motivo per cui si trovavano fuori casa. Il giorno successivo, venerdì, i controlli sono stati 210.365 e le multe 2783 con una percentuale che si è mantenuta costante. L’impennata è arrivata proprio sabato scorso quando i fermati sono scesi a quota 203.011, ma coloro che erano in strada senza giustifica sono stati, per l’appunto, ben 4.942 persone che, nonostante i divieti, hanno ignorato tutte le misure di contenimento e sono andate in giro in auto oppure a piedi.

Addirittura ben cinquanta cittadini sono usciti di casa nonostante fossero in quarantena poiché trovati positivi al Covid-19. Ovviamente questi ultimi sono stati prontamente denunciati e, adesso, rischiano, giustamente, di essere processati per il reato di epidemia colposa. Circostanze gravi, che hanno indotto i responsabili della sicurezza a potenziare i posti di blocco ai fini della sorveglianza delle misure emergenziali adottate.

Anche per tali motivi, il presidente del Consiglio dei Ministri inizierà un confronto con il Comitato tecnico scientifico al fine di predisporre il nuovo decreto, che dovrà entrare in vigore dal giorno 4 Aprile, per prorogare le chiusure e le limitazioni alla libera circolazione delle persone, essendo l’epidemia ancora largamente diffusa in tutto il Paese.

In tale momento, infatti, parlare di ripresa delle attività sarebbe certamente inopportuno oltre che irresponsabile. In tale quadro, sarà necessario riprendere le attività poco per volta e, certamente, non nel periodo di Pasqua allorquando un minimo allentamento delle misure di contenimento adottate nel nostro Paese, potrebbe significare perdere in un attimo tutti gli sforzi ed i sacrifici che sono stati fatti fino a questo momento.