SIMIT, SITA E GISA alle istituzioni: “Uniti per lottare l’antimicrobico-resistenza”

SIMIT, SITA E GISA alle istituzioni: “Uniti per lottare l’antimicrobico-resistenza”

19 Novembre 2022 0 Di La Redazione

L’appello congiunto dei Professori Matteo Bassetti, Claudio Mastroianni e Francesco Menichetti, è stato lanciato in concomitanza dell’inizio della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica e della Giornata europea degli antibiotici

In occasione della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica e della Giornata europea degli antibiotici di domani, le società scientifiche SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), SITA (Società Italiana Terapia Antinfettiva) e GISA (Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica) lanciano un forte e chiaro appello richiedendo l’attenzione delle istituzioni su un tema di grande delicatezza e che riguarda un problema di salute globale attuale e futuro. Le tre società rappresentano centinaia di specialisti infettivologi aderenti, e tutelano centinaia di migliaia di pazienti in tutta Italia. E questo messaggio ricopre maggior significato e valore proprio oggi che si è tenuta la conferenza stampa dell’Agenzia Italiana del Farmaco, alla presenza del Direttore generale Nicola Magrini sul corretto utilizzo degli antibiotici.

“Per arginare e affrontare il problema dell’antimicrobico-resistenza, è indispensabile fare network e non procedere con iniziative individuali – spiega Marco Falcone, segretario SIMIT – E’ opportuno quindi che le istituzioni, insieme alle società scientifiche, assumano iniziative idonee a tutelare le strutture ospedaliere e i pazienti dai rischi della diffusione dei microrganismi resistenti agli antibiotici”.

“Tre sono gli elementi determinanti nella lotta alla antimicrobico-resistenza – dichiara Francesco Menichetti, Presidente GISA – un efficace e sistematico programma di controllo delle infezioni in ospedale, utilizzando personale addestrato ed indicatori di risultato; l’implementazione della diagnostica microbiologica rapida, oggi disponibile non in modo omogeneo nei nostri ospedali; un uso appropriato degli antibiotici, secondo le esigenze epidemiologiche e cliniche, non privando i pazienti con infezioni gravi causate da germi MDR, della possibilità di ricevere tempestivamente i nuovi antibiotici”.

“È molto importante il ruolo della prevenzione vaccinale nel contrasto all’antimicrobicoresistenza – aggiunge Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT – Proteggere le persone più fragili con i vaccini evita la comparsa di infezioni batteriche e quindi un uso indiscriminato di antibiotici sia nella popolazione adulta che in ambito pediatrico. E’ quindi fondamentale implementare le campagne vaccinali soprattutto negli adulti, promuovendo percorsi  organizzativi e diffondendo la cultura vaccinale sia tra i cittadini che operatori sanitari”.

“Dobbiamo promuovere l’uso appropriato degli antibiotici non solo attraverso l’educazione dei medici prescrittori, ma anche parlando alla gente degli effetti negativi di un uso sbagliato – conclude Matteo Bassetti, Presidente SITA – Parlare a scuola e sui media dell’antibiotico -resistenza è molto importante. La resistenza batterica è già una realtà e rappresenta un vero rischio per l’umanità, un problema globale che causa ogni anno centinaia di migliaia di morti”.

LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA – Su 9 milioni di ricoverati negli ospedali italiani, ogni anno si registrano da 450 a 700 mila casi di infezioni ospedaliere (IO). Le infezioni colpiscono dal 5 all’8% dei pazienti durante la degenza, in special modo gli assistiti in terapia intensiva. L’1% delle infezioni ospedaliere risulta letifero, con circa 7.000 decessi l’anno. L’impatto economico del fenomeno è stimabile in circa 1 miliardo di euro all’anno, cifra che grava sul bilancio sanitario e che viene quindi sottratto ad azioni di prevenzione e a risorse per il corretto utilizzo dei nuovi antibiotici. La resistenza agli antibiotici dei microrganismi responsabili delle infezioni ospedaliere rappresenta un grave problema prevalentemente alimentato dall’uso inappropriato di questi farmaci salva-vita (inutili in quasi il 50% dei casi in cui sono prescritti). Per queste ragioni, occorre migliorare l’utilizzo degli antibiotici e favorire l’accesso a quelli di nuova formulazione, diminuendo l’uso inappropriato e perciò inutile degli stessi.

PROPOSTE DI AZIONI URGENTI– Sono tre le azioni ritenute prioritarie da implementare al fine di diminuire il numero delle infezioni all’interno delle aziende ospedaliere e territoriali e di contenere l’uso inappropriato di antibiotici.

 Prevenzione delle infezioni ospedaliere, implementando le norme di buona pratica assistenziale. Obiettivo misurabile: calo pari almeno al 30% rispetto ai dati dell’anno precedente delle infezioni da Clostidium difficile e delle infezioni da bacilli gram-negativi resistenti ai carbapenemici;

 prevenzione della resistenza agli antibiotici, eliminandone l’uso inappropriato attraverso la diagnostica microbiologica rapida e protocolli terapeutici orientati al paziente e alla epidemiologia locale. Obiettivo misurabile: calo del consumo dei carbapenemici e dei fluorochinoloni, pari al 30% rispetto al dato precedente;

 ottimizzazione del trattamento dei pazienti gravi con l’obiettivo di diminuire morbilità gravi e mortalità attraverso l’utilizzo tempestivo mirato e appropriato di nuovi farmaci antibiotici con il supporto di diagnostica rapida e valutazione del rischio infettivo del paziente. Si auspica altresì la revisione delle schede di AIFA.

UNA TASK FORCE MULTIDISCIPLINARE – Il 2025 segnerà dieci anni dall’adozione del Global Action Plan dell’OMS contro la resistenza antimicrobica (AMR) e nonostante i passi in avanti fatti fino a oggi, è ancora necessario avviare azioni concrete ed efficaci per debellare questo fenomeno. E’ stata costituita una Task Force multidisciplinare per mettere a fattor comune competenze ed esperienze di esperti in materia, con l’obiettivo di fornire raccomandazioni su aspetti critici della lotta all’AMR. Alla Task Force hanno aderito rappresentanti della comunità medica e scientifica, del mondo accademico, delle associazioni civiche e di pazienti, dei farmacisti e dell’industria farmaceutica. Dal confronto degli esperti è nato un documento strutturato in tre capitoli.