Luca Damonte: “Non tutti diventano campioni ma lo sport è una scuola di vita”

Luca Damonte: “Non tutti diventano campioni ma lo sport è una scuola di vita”

8 Gennaio 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Luca Damonte.

53 presenze in Nazionale maggiore tra cui un argento mondiale Budapest( foto), un oro alla world league Strasburgo ( foto), quarto posto agli europei di Spalato.
Club cresciuto a Savona poi esperienze al Brescia, Sport Management e Telimar Palermo fino alla squadra attuale ( Ferencvaros di Budapest).
2 Coppe Len,  1 Scudetto ungherese, 2 Coppe Ungheresi, 1 Bronzo Champions League.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Paura del contagio per fortuna dal punto di vista clinico non ho mai avuto grande paura perché essendo giovane e uno sportivo in salute sapevo fosse più pericoloso per altre categorie di persone. Detto questo stavo ovviamente comunque attento per tutelare me e chi mi stava accanto(mi sono vaccinato per questo motivo) e quindi le restrizioni come per tutti sono state un periodo molto particolare. Per il mondo sportivo per esempio mi hanno tolto il lavoro per alcuni mesi (giocatore di pallanuoto professionista) e quindi anche lo stipendio annullando il campionato di serie A in corso.

Inoltre il 2020 doveva essere l’anno delle olimpiadi e quindi tutti gli avvenimenti internazionali sono stati rinviati di un anno. 

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Come accennavo prima il campionato in corso del 2020 è stato annullato. Poi per fortuna nella stagione successiva, nonostante ancora un periodo con molte restrizioni, è stata modificata la formula per diminuire le partite e le trasferte in modo da avere più tempo per disputarlo. 

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

I miei genitori giocavano entrambi a pallanuoto, ho iniziato a nuotare, cosa comune visto che vivo in un paese di mare, poi appena ho visto un pallone mi sono innamorato. 

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Ritengo la forza di volontà fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi.

Non bisogna mai mollare fino a quando si è in attività, per esempio io sono arrivato a 30 anni a disputare il mio primo mondiale vincendo la medaglia d’argento (Budapest 2022).

Nella mia carriera ho conosciuto molti giocatori dotati di un grande talento che poi non hanno raggiunto grandi obiettivi a causa di carattere fragile e poca determinazione. 

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Il mio suggerimento è di divertirsi il più possibile senza pensare troppo al risultato o al dover diventare qualcuno. Le cose vanno fatte in progressione e senza pressione soprattutto in tenera età (nel calcio questo è sicuramente più difficile).

Ma consiglierei soprattutto di fare sport perché anche se non tutti diventano campioni è comunque una palestra di vita che ti insegna tanto e ti rinforza il carattere, la testa e il fisico, tutte qualità che un domani saranno utili nella vita e in qualsiasi professione.