Liquirizia per combattere il Covid-19

Liquirizia per combattere il Covid-19

9 Luglio 2020 0 Di La Redazione

Uno studio napoletano ha mostrato che questa sostanza è in grado di legarsi sia al recettore Ace delle cellule umane che alla proteina Spike del virus, rispettivamente serratura e chiave di accesso del virus.

 

Uno studio tutto napoletano evidenzierebbe l’importanza della radice nel contrasto al Coronavirus. La notizia, rilanciata da AdnKronos, è stata ripresa da autorevoli quotidiani di respiro nazionale. Secondo tale ricerca dalla liquirizia un’arma promettente, capace di “bloccare” l’ingresso del Covid-19 nell’organismo. “L’urgenza di trovare molecole che possano contrastare l’insorgenza del Covid-19, nell’attesa che sia pronto un vaccino efficace, ha fatto sì che l’attenzione della scienza si sia rivolta anche a tutte quelle molecole che hanno un potenziale farmacologico contro il Sars-Cov-2, che sono sicure in termini di effetti avversi e che possono quindi rappresentare validi presidi di profilassi. Ebbene, un recente studio condotto dall’Università di Napoli ha confermato quanto già diversi studi internazionali avevano evidenziato, e cioè la che glicirizzina, il principale costituente della liquirizia, ha la capacità di ostacolare l’ingresso all’interno delle cellule umane”. Ad affermarlo è Desiderio Passali, past president Italian Society of Rhinology.

“Noi – ricorda l’otorinolaringoiatra – la usavamo per le forme ricorrenti di rinosinusite nasale”. Lo studio napoletano ha mostrato che questa sostanza “è in grado, in vitro, di legarsi sia al recettore Ace delle cellule umane che alla proteina Spike del virus, rispettivamente la serratura e la chiave di accesso del virus all’interno delle cellule dell’organismo umano. La glicirizzina, insomma – spiega Passali – sarebbe in grado di ostacolare l’interazione di queste due componenti tra loro, e come risultato provocherebbe l’oggettiva difficoltà da parte del virus di entrare nella cellula umana e di replicarsi”.

La glicirrizzina, il principale costituente della liquirizia, “è da sempre considerata una molecola dal grande potenziale farmacologico per le caratteristiche peculiari che la contraddistinguono – sottolinea Passali – in quanto, nonostante il basso profilo tossicologico, possiede spiccate proprietà antinfiammatorie e antivirali, queste ultime in particolare rispetto alla famiglia dei coronavirus Sars”.

Il fatto che la glicirizzina si possa usare topicamente sia sulla superficie nasale che sulla superficie oculare in assenza di effetti collaterali “trova interessante riscontro, in quanto i recettori Ace2 sono presenti sia sulla cellule della superficie nasale che su quelle della superficie oculare – conclude lo specialista – e sono di fatto le prime vie che il virus utilizza per penetrare nel corpo umano e che necessitano di più attenzione, se si vuole parlare di profilassi e prevenzione”.