In caso di omissione da parte del medico la mera probabilità statistica non basta a dimostrarla

In caso di omissione da parte del medico la mera probabilità statistica non basta a dimostrarla

19 Dicembre 2020 0 Di Corrado Riggio

Nella stessa Sentenza, la Suprema Corte ha specificato che il medico andrà, invece, assolto se permane il ragionevole dubbio sulla reale efficacia condizionante della sua omissione.

La Suprema Corte di Cassazione con recentissima Sentenza recante numero 33230 del 2020 ha chiarito che nel reato colposo omissivo improprio, l’accertamento del nesso di causalità richiede necessariamente un giudizio di alta probabilità logica. In definitiva, l’accertamento della responsabilità del medico per reato colposo omissivo improprio potrà ritenersi sussistente solo se il Giudice, ipotizzando come avvenuta l’azione che il sanitario non ha tenuto ma che sarebbe stata doverosa, dopo aver escluso l’interferenza di percorsi causali alternativi, rilevi che l’evento non avrebbe avuto luogo o avrebbe avuto luogo in epoca significativamente posteriore o con minore intensità lesiva. A tal fine, però, sarà in ogni caso indispensabile un elevato grado di credibilità razionale.

Nella stessa Sentenza, la Suprema Corte ha, pure, specificato che il medico andrà, invece, assolto se permane il ragionevole dubbio sulla reale efficacia condizionante della sua omissione rispetto ad altri fattori interagenti nella produzione dell’evento lesivo. In altre parole, se dall’evidenza disponibile, il nesso causale risulti incerto e vi siano elementi probatori insufficienti e contraddittori, il medico non potrà essere in alcun modo condannato.

In tal senso, i Supremi Giudici sono tornati a soffermarsi sul meccanismo controfattuale, indispensabile per dimostrare l’effetto salvifico delle cure che il medico ha omesso e che non si potrà fondare solo su affidabili informazioni scientifiche ma si dovranno considerare anche le c.d. contingenze significative del caso concreto. Nel corso del giudizio, quindi, occorrerà necessariamente considerare quale sia l’abituale andamento della patologia accertata, quale sia la normale efficacia delle terapie e quali siano i fattori che di solito influenzano il successo degli sforzi terapeutici. Solo in tal modo, praticamente, si potrà stabilire quale sia l’effettivo rilievo condizionante della condotta umana sull’evento dannoso.