“Il lupo perde il pelo…”

“Il lupo perde il pelo…”

28 Dicembre 2020 0 Di Salvatore Caiazza*

Il giorno 24 dicembre a mezzo stampa leggiamo proposte grottesche miste ad accuse ai medici di Continuità Assistenziale. Servizio di Continuità Assistenziale che è la continuazione della Medicina di Famiglia per prestazioni indifferibili al medico di assistenza primaria. Indifferibilità che può essere valutata esclusivamente dal medico di Continuità Assistenziale di turno. Invece in questi giorni, in seguito all’articolo del 24 dicembre, si sono verificati episodi poco consoni a rapporti tra medici in un reciproco rispetto deontologico. La centrale del 118 ha preteso di impartire ordini ai medici di Continuità Assistenziale, nonostante l’Emergenza Territoriale e la Continuità Assistenziale siano due settori della Medicina Generale distinti ed indipendenti tra loro e nessuno dei due è e deve essere succube dell’altro. Eppure, leggendo l’articolo del 24 dicembre, qualcuno dà un messaggio totalmente distorto, soprattutto alla Cittadinanza, aizzandola contro i medici di Continuità Assistenziale.

La Continuità Assistenziale è in servizio durante la notte e nei giorni festivi e prefestivi ed è preposta alle prestazioni mediche che non possono essere rimandate al Medico di famiglia, ai sensi dell’ACN 2009, art. 67. Tutto ciò che fa parte del campo dell’emergenza, è competenza del 118 e nella maniera più assoluta i medici dell’Emergenza Territoriale (118) possono obbligare i medici di Continuità Assistenziale ad effettuare visite domiciliari che loro si rifiutano di eseguire, quando vengono telefonati da un paziente che richiede l’intervento, ai sensi dell’ACN 2009 art.30 comma 1. Riguardo le visite ai pazienti COVID positivi o presunti tali, strumentalizzate sempre a mezzo stampa per colpire la Continuità Assistenziale, sono prestazioni che nei giorni feriali gestisce il medico di famiglia con la collaborazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), ai sensi del D.L. 18/20 art. 4 bis, e durante la notte sono in carico ai medici di Continuità Assistenziale, che nella maggior parte dei casi possono tranquillamente differire la visita domiciliare alla mattina seguente al medico di famiglia che può, come abbiamo ribadito, inviare le USCA a domicilio de paziente. Durante i giorni festivi e prefestivi le USCA sono in servizio in alcune aziende, come l’ASL Napoli 2 Nord, e sono a disposizione dei medici di Continuità Assistenziale.

Importante è da sottolineare che una visita domiciliare ad un paziente COVID positivo stabile è quasi sempre inutile; anzi, può essere causa di contagio reciproco tra medico e paziente, che può avere come conseguenza la nascita di un focolaio in un determinato territorio. Detto ciò, come possono esponenti del servizio di Emergenza Territoriale e autorevoli componenti dell’Unità di Crisi di Regione Campania fare proposte a mezzo stampa con attacchi pretestuosi ai medici di Continuità Assistenziale con un giornalista come compilatore di un verbale? Ora gli accordi e le contrattazioni in Regione Campania si fanno sui giornali, piuttosto sui tavoli e nelle sedi opportune?

I dirigenti della Sanità campana non perdono occasione per aizzare la Cittadinanza contro i medici e, in questo caso, contro i medici di Continuità Assistenziale, menzionando sentenze che evidentemente non hanno mai letto. La sentenza del Consiglio di Stato, urlata a mezzo stampa, non obbliga, ma dà semplicemente la possibilità al medico di effettuare visite domiciliari a pazienti COVID positivi; visite domiciliari che, come spiegato già, sono valutate e decise esclusivamente dal medico di Continuità Assistenziale di turno e non da terzi. Piuttosto che aizzare l’utenza contro i medici, i dirigenti di Regione Campania si dovrebbero preoccupare di dare ai Cittadini una stabilità assistenziale, che può essere sancita solo dalla pubblicazione e assegnazione degli ambiti carenti 2020 e 2021, affinché i Cittadini non debbano essere continuamente sballottati da un medico all’altro, dato che al pensionamento di un medico si tampona con un incaricato provvisorio che non può durare più di 12 mesi. Ovviamente tutto ciò ha come conseguenza una pessima medicina territoriale, tutto a scapito della Salute dei Cittadini. Dispiace che il Presidente De Luca, al quale sta tanto a cuore la Sanità della regione che governa, sia circondato da chi è propenso alla mera propaganda piuttosto che a risolvere le criticità reali della medicina territoriale. Ci auguriamo che presto si bandiscano concorsi per assumere dirigenti titolati e competenti e che la gestione tecnica abbia come parametro qualcosa di opposto agli equilibri politici che non danno nulla di buono alla Cittadinanza.

 

*Presidente e portavoce Medici senza Carriere