I sindacati medici scrivono a De Luca

I sindacati medici scrivono a De Luca

27 Aprile 2020 0 Di La Redazione

Durissimo attacco delle principali sigle sindacali mediche e della dirigenza che stigmatizzano le scelte, in splendida solitudine, adottate dai vertici dell’Asl Na 1 Centro.

 

“Lunedì 27 aprile ci saranno – si legge nella nota sottoscritta da Anaao Assomed, Cimo Fesmed, Anaao Assomed Settore Dirigenza Sanitaria, Cisl Medici, Fvm, Anpo, Ascoti, Fials Medici, Federazione Medici Uil Fpl, Sinafo – i primi ricoveri nella piattaforma Covid dell’Ospedale del Mare e con nota del 23 aprile la direzione strategica ha intimato la messa a disposizione, addirittura anche in orario ordinario, di anestesisti da altri presidi ospedalieri, già ampiamente privati di posti letto, funzioni e personale, e sempre più usati come bancomat da cui attingere, chiedendo personale persino all’ospedale Santa Maria di Loreto Mare, già trasformato a sua volta in Covid Hospital (!), ma monco.

Ciò avviene proprio quando l’epidemia rallenta la sua stretta sulle strutture ospedaliere e alla vigilia di quella tanto agognata fase due che dovrebbe segnare la ripresa delle attività ordinarie, troppo a lungo sospese, con grave danno dei pazienti con patologie non Covid e della loro salute presente e futura. Pazienti che hanno accumulato una quota enorme di bisogno assistenziale per altre patologie insoddisfatto e che di questo passo saranno costretti a rivolgersi ancora una volta alla sanità privata, che nell’emergenza ha avuto solo l’onere, si fa per dire, di assistere pazienti Covid convalescenti, a bassissimo bisogno assistenziale, ma rimborsata a caro prezzo.

A marzo si paventava il rischio di una esplosione epidemica che avrebbe messo in ginocchio il nostro sistema, dissanguato da dieci anni di tagli lineari, e noi abbiamo avuto forti perplessità sulla scelta ormai fatta di “comprare” quella struttura in oggetto senza un trasparente processo decisionale nella esclusione di altre ipotesi alternative, che per noi avrebbero potuto essere realizzate con un evidente vantaggio economico e funzionale. E, inoltre, esprimemmo tutti i nostri dubbi sulla possibilità di reclutare il personale che servirebbe per quella struttura “aggiuntiva”.

Purtroppo abbiamo avuto ragione anche su questo.

È stato chiuso l’ennesimo ospedale nel centro della città, il Loreto Mare, trasformandolo in Covid Hospital, senza un trasparente processo decisionale nella esclusione di ipotesi alternative, senza una chiara programmazione del suo ruolo futuro, senza che neppure lì, a tutt’oggi, siano garantiti stabilmente i dispositivi di protezione individuale e senza che siano stati attivati quei tanto strombazzati quanto necessari posti di terapia sub-intensiva, nonostante i consulenti assunti, e nonostante il fatto che fin dalla riunione del 26 febbraio la mettemmo in guardia, inascoltati come fin troppo spesso capita, sulla necessità di programmare per tempo le modalità di attivazione di una tanto importante funzione assistenziale.

Per fortuna la struttura prefabbricata di Ponticelli non serve più allo scopo inizialmente programmato e può restare come riserva nel malaugurato caso di una nuova ondata epidemica, sempre che non ci piova di nuovo dentro, che si trovi lo spazio per i bagni dei ricoverati e la possibilità di separare gli ambienti di ricovero per sesso…

Stupisce sentir dichiarare alla stampa di un suo possibile uso per ricovero di asintomatici (!!!) o addirittura, ad emergenza finita, come asilo per l’infanzia (!!!). Ci viene un dubbio: ma per quale uso è autorizzata ed autorizzabile questa struttura?

Il progetto presentato inizialmente è stato progressivamente stravolto e ridimensionato e aprirla ora, proprio mentre cala la pressione sulle strutture ospedaliere che comunque non sono mai arrivate al collasso come altrove, sembra essere dettato da esigenze non prettamente assistenziali e, se proprio lo si deve fare, lo si faccia, ma trovando il personale dovunque si siano create sacche di sottoutilizzo nelle retrovie extra-aziendali senza stravolgere ulteriormente gli altri ospedali della Asl ai quali, ribadiamo, è stato sottratto un ulteriore pezzo di notevole valore assistenziale, quale il Loreto Mare e un preziosissimo Pronto Soccorso in un batter di ciglia.

Ora la massima attenzione deve essere rivolta alla nuova fase di ripresa e di adeguato contrasto a recidive epidemiche (oltre che nelle case di riposo i maggiori focolai epidemici si sono rilevati nei domicili e negli ambienti sanitari), attraverso:

– quel potenziamento dell’assistenza territoriale che chiediamo a gran voce da anni e che le chiedemmo avendo, per tutta risposta, l’interruzione degli incontri programmati proprio quando c’era questa pressante necessità all’ordine del giorno; potenziamento che deve garantire in questa fase: efficace sorveglianza attiva, interventi diagnostico terapeutici (tamponi in primis) tempestivi a domicilio con reale “presa in carico” e adeguato supporto sociale, ottimale utilizzo dei presidi ex-ospedalieri, integrazione vera ospedale territorio, efficienza e sicurezza nel servizio di emergenza territoriale troppo spesso mandato allo sbaraglio ed utilizzato in modo improprio (es. esecuzione di tamponi)

– Garanzia della sicurezza degli operatori in troppi casi senza idonea e stabile fornitura di DPI e adeguata sorveglianza dello stato di salute di fronte al rischio di contagio

– Attivazione “vera” di adeguati percorsi nelle strutture ospedaliere che contrastino il rischio di far diventare i nostri ospedali e i nostri operatori non solo luoghi e soggetti di cura, ma anche di diffusione epidemica (che fine hanno fatto le tende di pre-triage?)

– Un definitivo abbandono del decisionismo emergenziale che, se talora necessario, troppo spesso ha ulteriormente aggravato quella scarsa trasparenza, elevata discrezionalità gestionale (se non addirittura sospetto favoritismo) e scarso rispetto delle regole (fino alla evidente illegittimità degli atti), che da anni denunciamo e che sono destruenti per la qualità gestionale e di conseguenza per la qualità e sicurezza dell’assistenza e del lavoro.

Se questa tragica esperienza è stata sufficiente ad una vera inversione di rotta, noi siamo, come al solito, disponibili a fare la nostra parte, se invece si proseguirà irresponsabilmente come fatto finora non ci resta che augurare BUONA INAUGURAZIONE e riservarci ogni azione consequenziale”.