Gianluigi Traettino, la difficoltà delle imprese nel periodo della pandemia

Gianluigi Traettino, la difficoltà delle imprese nel periodo della pandemia

25 Ottobre 2020 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

Il Covid-19, Peste del 2000, continua a mietere vittime, moltissime a causa della patologia che innesca, molte a causa di patologie di ordine psicologico e psichiatrico, che talvolta sfociano in suicidi e molte altre a causa di fallimenti indotti dalla crisi economico-finanziaria, conseguente al fermo di molte attività.

Proprio degli effetti della pandemia sulle attività economiche, parliamo con un imprenditore di vaglia.

Gianluigi Traettino, Imprenditore Edile, laureato in Economia e Commercio, è co-titolare del “Gruppo Landolfi e Traettino”.

Dal 2016 è Presidente di Confindustria Caserta e Vicepresidente di Confindustria Campania. Precedentemente è stato Presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) della Provincia di Caserta, Consigliere Delegato per il Mezzogiorno di Confindustria Giovani Nazionale, Presidente del Gruppo Giovani di Confindustria della Provincia di Caserta.

Attualmente ricopre diversi incarichi di tipo istituzionale e associativo. Componente del Consiglio di indirizzo della Zona Economica Speciale (ZES) della Campania, Consigliere di UnionCamere Campania, Componente della Giunta della Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura della Provincia di Caserta. Dal 2012 al 2015 è stato Consigliere d’Amministrazione della Fondazione “Mezzogiorno Tirrenico”.

In che modo Gianluigi Traettino, da Imprenditore, marito e padre ha vissuto la paura per la pandemia ed il lungo e necessario lockdown?

“Da imprenditore, ma prima ancora da padre, ho cercato di affrontare questo periodo difficile ed inedito con lucidità, senza farmi travolgere dal panico. In particolare penso che chi occupa un ruolo di responsabilità debba avere il compito di guidare un gruppo di persone, infondendo fiducia e speranza per il futuro. Non posso certo dire che sia stata facile, ma ho sentito il dovere, sia in famiglia che in Associazione, di tenere la barra dritta e di indicare una strada”.

La profonda crisi economico-finanziaria, conseguente alla diffusione del Covid-19, ha colpito profondamente il nostro territorio, già provato fortemente da mancanza di occupazione e da fuga di imprenditori verso mercati più attraenti. In che modo Confindustria Caserta sta affrontando questa crisi epocale?

“La prima cosa che abbiamo fatto è stata mettere la nostra struttura completamente al servizio delle imprese, che si sono rivolte (anche quelle non associate) a noi per ogni tipo di necessità. Abbiamo fornito informazioni utili per accedere a finanziamenti e agevolazioni messi a disposizione dal Governo e dalle Regioni e siamo rimasti al fianco delle realtà aziendali per ogni altro tipo di esigenza. A tal proposito, ringrazio ancora i dipendenti di Confindustria Caserta, il cui lavoro è stato straordinario ed è stato apprezzato da tutti”.

Lo scenario economico-finanziario nazionale, nella seconda ondata del Covid-19 è inquietante, desolante e si registra una débacle, uno spettro di povertà, in primis, per donne e bambini, che mette in crisi al Sud un sistema già di per sé fragile.

A livello nazionale nel biennio 2020-2021 le imprese perderanno tra 509 e 671 miliardi di fatturato, pertanto 3,5 milioni di lavoratori sono a rischio! Cosa pensa Lei al riguardo, nel Suo ruolo di Presidente di Confindustria Caserta?

“Credo che a marzo il lockdown, per quanto doloroso, sia stato inevitabile, per tutelare le fasce più deboli della popolazione e per evitare una crescita incontrollabile ed esponenziale dei casi. Eravamo in una fase drammatica, contavamo centinaia di morti ogni giorno e non sapevamo come fornire cure ai malati di Coronavirus. I danni economici sono stati enormi, specie nella nostra regione, e a pagare un prezzo più pesante sono stati i settori legati al turismo, alla recettività, agli eventi e alla convegnistica, che sono finiti letteralmente in ginocchio. La situazione attuale purtroppo fa registrare un aumento preoccupante di contagi. Tuttavia, un blocco delle attività come quello della scorsa primavera è impensabile, in quanto ucciderebbe la nostra economia. Pertanto, è giusto prendere provvedimenti che possano limitare alcune libertà, ma il sistema economico non deve fermarsi. Per noi sarebbe un colpo mortale, che costringerebbe troppe imprese a non riaprire più i battenti”.

 Si constatano troppi fallimenti di fabbriche, industrie, aziende, licenziamenti senza arretrati nella cosiddetta economia sommersa, TFR e contributi, soprattutto nel settore trasporti, beni alimentari, farmaci, bar, ristoranti, commercio e turismo. Come si proietta Lei al Futuro focalizzando le problematiche dei Giovani e delle Famiglie?

“I colpi inferti dalla crisi legata al Coronavirus e al lockdown sono stati molto pesanti e la recrudescenza dei contagi che stiamo registrando in questo periodo rappresenta un ulteriore problema. Tuttavia, questa emergenza ci ha anche fornito delle indicazioni significative. Mi riferisco, ad esempio, alla necessità di modernizzare i processi produttivi, di puntare sulla tecnologia, sulla banda ultralarga, riducendo il gap tra le aree più sviluppate del Paese e quelle più periferiche e più interne. Credo fortemente nei nostri giovani e nella loro capacità di reazione e di adeguarsi ai tempi. Abbiamo alcune tra le migliori intelligenze del Paese e il nostro obiettivo è tenerle qui per favorire una crescita complessiva del territorio. E’ importante dar vita a dei centri di ricerca e a degli incubatori di impresa, sul modello della Apple Academy di Napoli, che preparino i nostri giovani e che ne valorizzino le qualità. La provincia di Caserta, che vanta una delle aree industriali più estese d’Italia, è baricentrica e risulta particolarmente indicata per poter ospitare strutture così importanti e strategiche. Inoltre, c’è un’altra esigenza fondamentale ed è quella di potenziare il sistema sanitario nazionale, intervenendo sull’incremento dei posti letto di terapia intensiva. A tal proposito, auspico che l’Italia acceda ai fondi europei del MES”.