Francesco Petrone, il calcio il mio maestro di vita

Francesco Petrone, il calcio il mio maestro di vita

5 Luglio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Il Calcio delle categorie alte, per la mancanza di pubblico, ma il Calcio dilettantistico per l’impossibilità di continuare a giocare e, soprattutto, le scuole calcio che sono da sempre luoghi di salute in cui bambini, ragazzi e giovani riescono finalmente ad esprimere le loro migliori energie, hanno vissuto un tremendo trauma a seguito della pandemia e della sua approssimativa gestione politica. Ne parliamo con un giovane calciatore,ma di lungo corso.

Francesco Petrone ha iniziato a giocare a calcio in una semplice scuola calcio cosentina, la Popilbianco, la società dopo il suo primo anno di gioco decise di inserirlo nella squadra di ” livello avanzato”.  Si trovò quindi a confrontarsi con compagni di squadra molto più grandi di lui. Seguirono anni di vittorie, di goal, di grande crescita professionale e personale e nonostante la sua tenera età, esordì nei professionisti del Catanzaro Calcio. Seguirono così anni di grandi esperienze in serie D ed anche in squadre del centro e nord Italia.  Ha avuto grandi soddisfazioni e molti riconoscimenti e fu anche premiato dal Direttore della Gazzetta del Sud come “GIOVANE EMERGENTE “(con l’Acri quell’anno segnò 15 reti in campionato più 4 in Coppa Italia, diventando il più giovane Bomber del campionato di Eccellenza).   

Come ha affrontato ed affronta la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

È stata dura dovere interrompere la mia routine fatta di allenamenti e partite. Ma ognuno ha dovuto rinunciare alle proprie abitudini. Ho visto tante Serie TV e ho approfittato per leggere tanto e studiare un po’ di nutrizione, dietetica applicata allo sport e sperimentare metodi di allenamento che da sempre sono la mia grande passione. Ho provato ad approfittare al meglio di questo periodo particolare anche perché non mi piace lamentarmi e nemmeno chi si lamenta, cerco sempre di ricavare il meglio dalle situazioni, qualunque esse siano. In questo lungo periodo di lockdown forzato fatto di notevoli restrizioni cerco di prepararmi al meglio per quando finalmente potrò rimettere piede in campo e dare il meglio di me. 

Quanti danni hanno arrecato allo Sport in generale ed al Calcio in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?

Uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia è certamente quello sportivo: quasi tutti gli eventi sportivi, di ogni tipo sono stati sospesi a causa dell’emergenza sanitaria mondiale, con l’obiettivo di non creare luoghi di assembramenti. Nello sport, soprattutto al livello di base, questa crisi economica provocherà fallimenti di associazioni e club, come già sta accadendo. Di conseguenza, anche il settore sportivo dovrà affrontare un’emergenza di disoccupazione. Il calcio dilettantistico in particolare ha subito gravi danni, consideriamo anche le realtà minori che devono affrontare grossi problemi e che possono rendere complicata la ripartenza. Parliamo anche delle scuole calcio di paese, dove la ripresa non è facile a causa delle difficoltà di tenere sotto controllo la situazione Covid-19 dei tesserati. Eseguire costantemente i tamponi a tutti i giocatori è un qualcosa di insostenibile e quando si parla di stop al calcio i campionati minori sono quelli più colpiti. La loro ripresa è spesso singhiozzante e avvolta da molta incertezza. 

 

Quanto valore attribuisce allo Sport per il conseguimento ed il mantenimento del benessere psicofisico?

 Lo sport per me è sicuramente sinonimo di impegno, voglia di mettersi alla prova e superare i propri limiti e realizzare i propri obiettivi. Come primo aspetto dello sport c’è davvero il rapporto con il corpo, ossia essere coscienti del proprio limite, ma anche impegnarsi per oltrepassarlo, ma non solo.

Per me svolgere di attività fisica, che sia correre o andare in palestra, è la garanzia per una vita sana.

Cosa le ha dato il Calcio in termini crescita personale, sociale e professionale?

Vorrei partire con una piccola premessa: chi da piccolo non hai mai dato un calcio ad una palla? Nessuno può negare che il Calcio sia lo sport più amato. Ti fa sognare, sognare di diventare un grande campione, indossare la maglia della squadra del cuore, la fascia da capitano ed i sogni sono l’essenza dell’infanzia e dell’adolescenza. Le partite sotto casa, le partite sui prati, con l’odore dell’erba e la compagnia degli amici o come le partite sulla sabbia, durante il periodo estivo. Ma ad oggi il calcio per me non è solo un gioco, ha dei valori che lo rappresentano: onestà, lealtà, correttezza, coraggio, tenacia, senso dell’appartenenza, rispetto per l’avversario e spirito di sacrificio. Per me il calcio è stato un vero e proprio maestro di vita, mi ha aiutato ad aumentare la fiducia in me stesso e imparare ad accettare le sconfitte, perché penso che è grazie al supporto della squadra che si impara a vivere il fallimento come parte della vita, e a superarlo con positività. Cito una citazione non mia ma che condivido pienamente: ” La forza del lupo è il branco, la forza del branco è il lupo”, soprattutto nel calcio. La vera vittoria consiste nel formare la coscienza e la conoscenza, propria e altrui, nel settore agonistico e soprattutto nel settore giovanile e ricordare che gli atleti devono praticare il gioco del calcio per divertirsi e per “fare gruppo” con gli altri giovani, eliminando qualunque forma di discriminazione. Ho iniziato a giocare nel cortile di casa prima ancora che alla scuola calcio e la mia libertà di gioco si è potuta esprimere ai massimi livelli. Questo aspetto l’ho sempre portato con me, una delle cose per le quali più mi batto fra tutte è la volontà di ottenere un risultato mettendo in campo tutto ciò che ho. È uno spettacolo lottare fino all’ultimo minuto o magari trascinare l’intera squadra al successo. Spero che queste piccole caratteristiche siano quella marcia in più per poter continuare e arrivare finalmente a coronare il mio primo grande sogno: diventare un calciatore professionista.