Da Napoli nuova luce sull’infezione da Covid-19

Da Napoli nuova luce sull’infezione da Covid-19

16 Febbraio 2022 0 Di Gaetano Milone

“Prevenzione, trattamento e gestione del long-Covid” questo il tema del “confronto” fra eminenti studiosi della materia che si è tenuto ieri alla “Farmaceutica Damor di Napoli. Al tavolo di confronto erano presenti la dottoressa Antonietta Coppola,pneumologa ospedale Monaldi, il dott. Giuseppe Fiorentino, primario pneumologo e terapia sub intensiva ospedale Cotugno-Monaldi, il prof.  Vincenzo Santagada Assessore alla Salute del Comune di Napoli,, il dott. Ugo Trama, responsabile politiche del farmaco, Regione Campania il prof. Bruno Trimarco, professore emerito Università Federico II e Consorzio Itme, in collegamento con Gaetano Santulli, Albert Einstein Institute di New  York, Matteo Tosato, Policlinico Gemelli Roma.  Da uno studio nella terapia sub intensiva Covid dell’Ospedale Monaldi – si legge in una nota stampa – e un lavoro di ricerca portato avanti dal Cosorzio Itme ( International Translational Research and Medical Education) della Federico II, in collaborazione con l’Albert Einstein Institute of Medicine di New York ed il coinvolgimento della storica azienda farmaceutica Damor di Napoli, si è riusciti a dare impulso alla conoscenza dei meccanismi fisiopatologici dell’infezione Sars Covid2, con particolare riferimento alla disfunzione dell’endotelio che il virus può creare”

“In questo momento di emergenza si è riscontrata la necessità di continuare a studiare il fenomeno Covid, per ricercare soluzioni anche a quegli effetti collaterali che possono manifestarsi dopo aver contratto la malattia – ha dichiarato il Dottor Ugo Trama, Responsabile della U.O.D “Politica del Farmaco e Dispositivi” presso la Direzione Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario della Regione Campania,

In questo contesto, le attività di ricerca coordinate dal consorzio ITME (International Translational Research and Medical Education) dell’Università Federico II in collaborazione con lAlbert Einstein University di New York, hanno dato impulso alla conoscenza dei meccanismi fisiopatologici dell’infezione da Covid-19, con particolare riferimento all’endotelio”.

“Esistono prove concrete che la disfunzione endoteliale sia uno dei principali meccanismi alla base dello sviluppo della patologia grave da COVID-19” – ha dichiarato il Professor Gaetano Santulli, Professore di Farmacologia Molecolare e di Cardiologia presso l’Albert Einstein College of Medicine di New York. “La disfunzione endoteliale è una delle principali cause di diverse condizioni patologiche che interessano il sistema cardiovascolare, tra cui ipertensione, aterosclerosi, diabete e aterotrombosi” – ha continuato il Professor Santulli. “Nell’aprile 2020, siamo stati il primo gruppo a dimostrare che le manifestazioni sistemiche osservate nella malattia da coronavirus (COVID-19) potrebbero essere spiegate da una disfunzione endoteliale preesistente. Infatti, alterazioni della funzione endoteliale sono state correlate a ipertensione, diabete, tromboembolia e insufficienza renale, tutte presenti, in misura diversa, nei pazienti COVID-19.”

“Studi recenti hanno dimostrato che l’Arginina è il substrato di uno degli enzimi principali a livello delle cellule endoteliali, l’ossido nitrico sintasi, che determina la produzione di Ossido Nitrico (NO). L’NO  è un mediatore endogeno di processi biologici quali la vasodilatazione e la trasmissione degli impulsi nervosi e viene prodotto dall’endotelio come modulatore del tono vascolare. L’endotelio è il tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, linfatici e del cuore. La produzione di livelli adeguati di NO nell’endotelio vascolare è fondamentale per la regolazione del flusso sanguigno e per la vasodilatazione.”

 

Una intuizione fisiopatologica di logica conseguenza è stata quella di somministrare L-Arginina in via esogena nei pazienti con Covid.

A novembre del 2020 l’Ospedale Cotugno di Napoli, nel reparto Covid guidato dal Professor Giuseppe Fiorentino – Primario del reparto di Pneumologia- aveva iniziato la supplementazione della L-Arginina nella terapia standard nei pazienti Covid ricoverati in sub-intensiva, mosso da un’intuizione e dal supporto di pubblicazioni scientifiche che avvaloravano la tesi che questa molecola svolga un ruolo fondamentale nella funzione endoteliale ed immunitaria.

 “Sulla base delle evidenze scientifiche a supporto e degli iniziali riscontri positivi ottenuti dalla supplementazione di L-Arginina nella terapia Covid, abbiamo sentito l’esigenza di dare inizio ad uno studio clinico, che ne dimostrasse l’effettiva efficacia” – afferma Fiorentino.

“Questo studio si è posto come obiettivo primario la valutazione della riduzione del supporto respiratorio nei pazienti ricoverati in sub-intensiva e affetti da Covid severo non associato a linfocitopenia”.

Lo studio, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, che nella sua analisi ad interim ha determinato l’arruolamento di 100 pazienti, ha evidenziato come già dopo 10 giorni dall’inizio della somministrazione, il trattamento con due flaconcini al giorno di Bioarginina® (ciascuno contenente 1.66 grammi di L-arginina libera da sali) determini una riduzione del supporto respiratorio in oltre il 70% dei pazienti trattati, con un deciso miglioramento della funzionalità respiratoria.

Questo ha comportato anche una riduzione nei tempi di degenza: 25 giorni rispetto a 46 di degenza media dei pazienti in trattamento con il placebo.

“La ridotta permanenza in ospedale significa inoltre una minore esposizione ad ulteriori infezioni” – continua il Professor Fiorentino – “poiché la L-Arginina agisce sia sulla risposta immunitaria che infiammatoria.”

Inoltre, i benefici nel miglioramento della funzione endoteliale hanno avuto dei risvolti positivi anche nel lungo periodo, nei soggetti affetti da Long Covid.

“Abbiamo notato che tra i pazienti che avevano assunto L-Arginina, anche l’astenia si era marcatamente ridotta.”

In particolare, è stato individuato un supporto efficacie alle terapie per controllare la malattia, creando, in collaborazione con l’Ospedale Gemelli di Roma, i presupposti anche per un trattamento utile nella fase post-Covid.

Per seguire i pazienti affetti da Long Covid, da aprile dello scorso anno è stato attivato presso il presidio Columbus della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma un ‘Day Hospital Post Covid’.

Come indica il Dottor Matteo Tosato, geriatra responsabile dell’unità ospedaliera di day hospital post covid del Gemelli, un adeguato programma di riabilitazione personalizzata (respiratoria e motoria), l’introduzione di supporti nutrizionali a base di vitamine e aminoacidi, associati a un corretto stile di vita, rappresentano l’approccio principale alla Sindrome post-Covid. Infatti, presso l’ospedale è stato valutato positivamente l’impiego di L-arginina e Vitamina C liposomiale nei pazienti con sindrome post-covid.

Lo studio si basa sui risultati ottenuti da una precedente esperienza empirica del team del dottor Tosato con L-arginina e Vitamina C liposomiale, dove era stato appunto osservato un miglioramento nella sintomatologia generale post-covid dopo 30 giorni di terapia.

 Farmaceutici Damor, storica azienda italiana, ha partecipato alla ricerca clinica contribuendo all’individuazione delle capacità terapeutiche della L-arginina.