Coronavirus, aiutiamo i più deboli

Coronavirus, aiutiamo i più deboli

1 Aprile 2020 0 Di Francesco de Notaris* e Giuseppe Comella**

Le Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia chiedono il rispetto delle regole per combattere il virus e plaudono alle iniziative in atto.

 

Lettera ai Cittadini, ai Presidenti delle Regioni, ai Sindaci del sud Italia, all’Anci, alla Protezione civile.

Non mancano lettere, appelli e riflessioni sul tema che richiama tutti gli Italiani al senso di responsabilità: evitare il contagio.

Le Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia, fondate dall’avvocato Gerardo Marotta Presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici in Napoli, con decisione invitano tutti i concittadini al rispetto assoluto delle indicazioni del Parlamento, del Governo e delle Autorità competenti.

Inoltre le Assise plaudono i Cittadini responsabili e per ogni valida iniziativa assunta dalle Istituzioni, dalla CEI e da ogni altro soggetto perché nella solidarietà si superi questa stagione  fonte di preoccupazione.

Le Assise partecipano al dolore dei familiari di quanti sono stati vittime del virus e manifestano alta considerazione per quanti sono impegnati per curare, aiutare, organizzare ogni soccorso alle popolazioni.

E’ da tutti condiviso che il provvedimento più importante per contrastare il diffondersi dell’epidemia da COVID-19 è attualmente l’isolamento volontario presso il proprio domicilio delle persone a rischio contagio nonché il divieto per tutta la popolazione di uscire di casa se non per motivi di accertata necessità.

Tali provvedimenti rischiano, in molti casi, di essere inefficaci per i contagi inter-familiari fra persone infette ma asintomatiche e/o persone soltanto a rischio contagio confinate nel proprio domicilio.

E’ intuitivo che questi isolamenti volontari non determinano un rischio di contagio inter familiare solo quando il soggetto a rischio contagio può disporre, nel proprio domicilio, di un stanza singola e di un bagno riservato per proprio uso personale.

Considerato il frequente iperaffollamento in molte strutture private e quindi l’impossibilità di mettere in essere le precauzione sopra descritte le Assise invitano la Protezione Civile nazionale e le Autorità locali a requisire strutture alberghiere e/o navi da crociera o caserme o altri edifici per alloggiare oltre a dette persone anche il personale sanitario esposto ai rischi di contagio.

Occorre quindi considerare la condizione di numerose famiglie che vivono in abitazioni anguste, nel caso qualche componente di quel nucleo familiare dovesse essere posto in quarantena.

Le Assise inoltre invitano la Protezione Civile ad organizzare al più presto, anche con l’ausilio del volontariato, l’erogazione domiciliare dei beni di prima necessità onde ridurre il più possibile il numero delle persone costrette ad allontanarsi dal proprio domicilio.

Ancora è necessario ed urgente salvaguardare la vita di numerosi senza tetto, dei così detti clochard che hanno bisogno di alloggio duraturo e cibo e che muoiono nella strada.

Le Assise apprezzano lo sforzo che sta compiendo la Sanità pubblica delle Regioni meridionali per incrementare, in modo consistente, il numero dei posti letto nelle unità intensive e sub- intensive, ma contemporaneamente rimangono perplesse nel constatare che l’apporto offerto dalle strutture private convenzionate e da alcuni Policlinici Universitari sia essere piuttosto modesto.

Questa ultima constatazione a giudizio dell’Assise dovrà essere tenuta nella giusta considerazione, ad emergenza terminata, nella futura programmazione delle strutture della sanità pubblica   per la distribuzione delle risorse economiche al fine di garantire a tutta la popolazione una sanità pubblica veramente efficiente e mai a scapito e a vantaggio di una sanità privata convenzionata.

*Coordinatore delle Assise, già senatore della Repubblica

**Presidente del Comitato scientifico delle Assise