Valentino Viviani: “La forza di volontà è tutto ma solo se accompagnata dalla passione”

Valentino Viviani: “La forza di volontà è tutto ma solo se accompagnata dalla passione”

2 Aprile 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone
Nato a Battipaglia (SA) il 02/09/1985, fin da piccolo ha coltivato con grande dedizione la sua passione per il calcio fino ad arrivare a ricoprire il ruolo di consulente sportivo nel maggio del 2013, subito dopo gli studi in Giurisprudenza. E’ laureato presso l’università LIUC – Carlo Cattaneo di Castellanza (VA). Contestualmente alla figura di consulente sportivo, per società e atleti, svolge negli anni a seguire la professione di avvocato presso uno studio legale lavorando sia in ambito civile che penale.
Con il socio e amico Stefano Squitieri ha fondato la SV Sport Management e la SV Football Academy dove contano più di 150 bambini iscritti.
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con: Valentino Viviani.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Il mondo dello sport e chi ne fa parte ha subito un danno importante dalla pandemia che ha reso praticamente difficoltoso, e alle volte impossibile, per più di due anni la pratica sportiva in tutte le sue discipline. Solo il ricordo di ciò che abbiamo passato e dei danni che ha arrecato il Covid mette i brividi per le conseguenze che si sono verificate. Il mondo in generale, compreso quello dello sport, non era pronto a fronteggiare un fenomeno del genere e quindi siamo stati coscienziosi e precisi nel rispettare le linee guida che i virologi e la scienza ci hanno dato. Personalmente ho affrontato tutto con la massima cautela e diligenza delle regole, rispettando i DPCM e l’obbligo vaccinale spinto da un senso civico che in tanti avrebbero dovuto avere nel rispetto reciproco. Penso che dopo due anni di patemi non siamo riusciti a sconfiggere il virus ma siamo riusciti ad arginarlo in modo da conviverci e renderlo man mano sempre più debole.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
La pandemia ha penalizzato soprattutto i dilettanti e determinate categorie che non hanno avuto tregua. La macchina dello sport nel calcio ma come in tantissime altre attività e discipline ha subito un danno non indifferente e la politica ha dovuto attuare delle soluzioni tampone con i famosi ristori di Sport & Salute che hanno dato un po’ di respiro ai tanti atleti che per forza di cose sono dovuti stare fermi al palo, ma soprattutto ha aiutato tante società a fronteggiare i costi di gestione di un momento storico unico nel suo genere. In tal senso mi va di fare un plauso alle associazioni, una tra tutte l’AIC del presidente Calcagno, che si sono battute per gli atleti non professionisti penalizzati oltre ogni modo dall’emergenza Coronavirus stando al fianco di ognuno di loro, e se lo sport in generale e il calcio dilettantistico è ancora in piedi è anche grazie al loro prezioso apporto. Mi preme ringraziare anche una figura cardine dell’AIC come il responsabile della Campania Antonio Trovato che durante la pandemia si è speso oltre ogni modo per la salvaguardia dei dilettanti rappresentando un punto di riferimento per una categoria di “invisibili”.
Per quanto riguarda la mia attività invece ricordo che sono stati anni difficili dove siamo dovuti stare vicini ai ragazzi non solo da un punto di vista sportivo ma anche psicologico e mentale perché il non poter praticare sport e l’impotenza dinanzi a ciò che ci capitava ha gettato molti di loro nello sconforto.
I più penalizzati però penso siano stati i bambini, gli adolescenti, ai quali questa pandemia ha privato due anni di sport che non gli restituirà nessuno. Le conseguenze si notano con tanti ragazzi che hanno problemi di mobilità, di coordinazione, che non sanno praticamente correre o saltare in modo corretto. La sedentarietà dovuta all’assenza di sport di quel periodo ha creato problemi sia dal punto di vista fisico/atletico che cognitivo.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Fin da piccolo lo sport era il passatempo, e aggiungerei sano, che tutti i giovani amavano e praticavano. Le generazioni passate praticavano sport per divertimento, per passione, come passatempo, o anche solo per socializzare imparando a correre e ad avere piena confidenza con il proprio corpo, oggi giorno invece le nuove generazioni vengono distratte dai social network, dalla Play Station, dalla televisione, che li spingono ad impigrirsi e ad impiegare meno tempo del dovuto a una cosa importante come lo sport.
Penso che anche la scuola debba avere un ruolo più determinante nell’attività sportiva delle nuove generazioni altrimenti rischiamo di sfornare un esercito di automi.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà è tutto ma solo se accompagnata dalla passione. Questo vale per lo sport come in qualsiasi altro contesto. Il non abbattersi dinanzi agli ostacoli perseverando e imparando dai propri insuccessi porta a costruire ciò che vogliamo e ad arrivare a mete importanti alle volte anche insperate.
La passione supporta la forza di volontà e viceversa, e solo “allenando” entrambe le cose si riesce a costruire uno sportivo ma soprattutto una persona migliore.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Ognuno di noi deve fare ciò per il quale si sente più portato, il mio consiglio è quello di inseguire i propri sogni e non perdersi d’animo soprattutto quando la salita diventa ripida e nessuno crede in te. In quei momenti bisogna focalizzare ancor di più l’obiettivo e continuare la scalata senza mai arrendersi.
Ricordate: in tanti faranno di tutto per distruggere il vostro sogno, arriveranno momenti bui ed altri difficilissimi, voi tenete la mani ben salde sul volante e continuate il vostro tragitto, perché non c’è soddisfazione più bella di arrivare a un traguardo con le proprie forze e senza dover dire grazie a nessuno.