Vaccino anti-Covid, qual è l’efficacia sulla variante Omicron

Vaccino anti-Covid, qual è l’efficacia sulla variante Omicron

4 Dicembre 2021 0 Di La Redazione

Da Israele arrivano segnali di ottimismo nella campagna contro la diffusione della nuova variante Omicron. Tre dosi di vaccino contro il Covid proteggono, ha affermato il ministro della Sanità israeliano Nitzan Horowitz secondo il quale gli individui pienamente vaccinati contro il Covid, possono essere protetti anche contro la variante Omicron. Prima che arrivasse la posizione di Israele, è stata la direttrice esecutiva dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) Emer Cooke, a calmare le acque sull’efficacia degli immunizzanti: «I vaccini autorizzati sono efficaci e continuano a salvare le persone da forme gravi e dalla morte. Anche se la nuova variante si diffonderà di più, i vaccini che abbiamo continueranno a garantire protezione». E ha insistito sulla necessità di fare i richiami. Nel mentre l’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha rilevato 42 casi della variante Omicron finora registrati nell’Ue. Spinta dalla nuova variante, la campagna vaccinale in Italia torna ad essere rafforzata, come richiesto dal Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo. Le somministrazioni dovranno tornare a pieno regime con punte di 450mila inoculazioni al giorno già dalla prossima settimana. Meno rassicurante invece è stato l’amministratore delegato della casa farmaceutica Moderna Ste’phane Bancel, che in un’intervista ha affermato di prevedere un «calo sostanziale» dell’efficacia degli attuali vaccini contro la variante Omicron, mentre serviranno dei mesi per mettere a punto nuovi vaccini efficaci. «Premature e fuorvianti in questo momento», ha bocciato le parole di Bancel il microbiologo Antonio Cassone, membro dell’American Accademy of Microbiology, ed ex direttore di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. L’Ema, intanto, ha autorizzato in Europa la terza dose di vaccino anti-Covid con «Moderna e Comirnaty per gli adulti sopra i 18 anni di età, sei mesi dopo il ciclo primario». Riguardo al «potenziale booster con un altro vaccino, diverso da quello del ciclo primario, stiamo rivedendo tutti i dati, gli studi accademici, i dati dai sistemi nazionali: speriamo di riuscire ad approvare una dichiarazione congiunta con l’Ecdc forse anche entro la fine di questa settimana». dice Cooke, in audizione alla commissione Envi del Parlamento Europeo, a Bruxelles.

In Italia, mentre il Governo richiede in sostanza gli stessi numeri delle iniezioni effettuate quotidianamente mesi fa, le Regioni sollecitano la riapertura di hub vaccinali che saranno messi a disposizione dalla Difesa in accordo con la struttura commissariale. In base alle disponibilità, saranno dunque autorizzate ulteriori aperture di questo tipo di strutture, a partire dalla Calabria. Ma non è l’unica necessità del momento: «Serve più personale per poter vaccinare di più», dicono ancora dai territori. In effetti, sulla spinta dei timori per il diffondersi della variante Omicron e dopo le misure previste sul Super Green pass dal 6 dicembre, le cifre crescono di giorno in giorno. Riguardo a Omicron «l’aspetto positivo è che sembra non eluda i test, quindi siamo ancora in grado di diagnosticarla e presumibilmente, se questo funziona per i test, dovrebbe funzionare anche per il vaccino», assicura Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza. Ma la carenza di sanitari in hub e ospedali resta un problema da risolvere, almeno in alcune regioni. Tra i territori dov’è stato richiesto un maggiore supporto di personale c’è anche il Friuli, che ha la più alta percentuale di sanitari No vax. «Abbiamo avuto un aumento delle richieste di vaccinazione, ma è chiaro che abbiamo dei limiti, ovvero il personale a disposizione», dice il governatore e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – abbiamo una parte di personale che si è allontanata dall’attività sanitaria perché non si è vaccinata e abbiamo quelli che si sono contagiati, malgrado la doppia dose, e che stanno bene però sono fuori uso per qualche settimana». Questioni sulla mancanza di medici e infermieri sono state poste anche nelle Asl di Veneto e Piemonte. La Valle d’Aosta ha persino lanciato un appello a medici, biologi, farmacisti e personale delle professioni sanitarie, tra cui ostetriche e fisioterapisti, anche in pensione, affinché diano la loro disponibilità ad effettuare le somministrazioni per alcune settimane.

 

 

Fonte:DoctorNews33