Tra mito e realtà, la storia secolare della Scuola medica Salernitana

Tra mito e realtà, la storia secolare della Scuola medica Salernitana

9 Marzo 2023 Off Di Corrado Caso

Forse il viaggio avventuroso del latino Salernus*, del greco Pontus, dell’ebreo Helinus, dell’arabo Abdelà  sarà avvenuto su una delle tante carrette del mare verniciate dalla tristezza dei migranti.  Ai loro occhi bruciati dalla salsedine sarà apparsa come una striscia indistinta e come promessa di un futuro possibile: Salerno il suo golfo.  il profumo del  “Flos medicinae”. La gente scese lungo i vicoli della Salerno antica, andò incontro e asciugò la sofferenza dei nuovi venuti con il calore che da sempre caratterizza questa terra contesa tra vulcani, mare e ospitalità.  Amalfi visse in un tripudio di folla, una gara con Venezia, Pisa, Genova.  Nacque così da una strana congiunzione di eventi e circostanze una Scuola medica che bevve del Mediterraneo uomini e donne di scienza e rara umanità. Precorse   i tempi e il suo DNA divenne parte genetica della città che il poeta Gilles de Gorbeil (XII-XIII d.C.) definì a  monito delle generazioni future “ Città sacra  ad Apollo, assidua nutrice di Minerva, fonte di ogni sapere e trono della medicina”. Fece  eco l’ Aquinate che insegnò teologia a Salerno“Quattuor sunt urbes caeteris praeminentes , Parisi in scientiis, Salernum in medicinis, Bononia in legibus. Aurelianis in actoribus”. Approdò Esculapio, dio della medicina, figlio di Apollo e fondò una sua Scuola. Innalzò Salerno nel “mondo di sopra” dove il dio immortale vive e splende con le cose da lui amate nella Costellazione OFIUCO. Salerno divenne parte integrante di un mito e per sempre illumina l’oscurità delle tante notti che caratterizzano l’umanità. La sua storia ricorda che tutto è possibile all’uomo: la meraviglia degli studiosi, la speranza di una vita migliore per i malati e il desiderio di conoscenza.  La ricerca è insonne e vive di ricerca perché non placa la sete di conoscenza di quanti la perseguono, dei saggi che traducono in atti concreti la richiesta di salute e benessere del malato. È in questo spirito il fermento di iniziative che si susseguono e creano una profonda continuità tra passato e presente.
             Ippocrate insegnava l’arte medica all’ombra di un grande platano in una pubblica piazza dell’isola di Cos che apriva sulla grande meraviglia dell’universo. I suoi allievi erano il mondo e impalmarono la storia della filosofia e della medicina perché consapevoli che “nullus medicus nisi philosohus” (Claudio Galeno 130/200 d.C.). La Scuola medica erede della medicina greco-romano divenne un ordito prezioso di medici, un esempio di umanità parte integrante di un eterno presente.