Santino Cittadino, il nostro corpo ha bisogno di fare sport

Santino Cittadino, il nostro corpo ha bisogno di fare sport

8 Gennaio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

In questi due anni, nonostante la pandemia, il calcio (così come anche gli altri sport) ha cercato di non fermarsi andando incontro a tante difficoltà: squadre decimate da contagiati, giocatori costretti a controlli continui, protocolli da rispettare, partite senza pubblico etc…

Nonostante questo però il calcio non ha mai smesso di regalare emozioni e probabilmente in questo periodo che per tanti è stato molto difficile è stata un’importante valvola di sfogo.

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido esponente di questo sport: Santino Cittadino.

Come hai vissuto e come vivi, come hai affrontato e come affronti la paura della pandemia e il disagio legato alle indispensabili misure restrittive?

Da quando sono apparsi i primi cluster di casi nel dicembre 2019, non avrei mai immaginato di ritrovarmi in una situazione così surreale. L’obbligo della mascherina riduce in maniera significativa l’incidenza di infezione, mentre il ciclo di vaccinazione da Covid-19 è un must che ognuno di noi dovrebbe imporsi per ridurre qualsiasi tipo di rischio, non solo per sé stessi, ma anche per chi ci sta intorno. Penso sia di vitale importanza seguire tutti i protocolli per evitare ulteriormente l’espandersi del virus, e cercare di contrastarlo il più possibile.

Quanti danni hanno causato allo sport e al calcio in particolare le chiusure indiscriminate della prima e la confuso se non cattiva gestione politica?

I danni che ha subito lo sport a causa del Covid sono stati e sono tutt’ora innumerevoli, basti pensare a tutti gli atleti coinvolti che hanno dovuto rinunciare, ma anche ai vari introiti venuti a mancare alle rispettive società.

Un bambino che si sta approcciando per la prima volta allo sport, costretto a fermarsi, mi rattrista molto. Sicuramente molti di loro non hanno più ricominciato ed è veramente destabilizzante vietare ad un bambino di giocare con i suoi compagni. È chiaro però che di fronte ad un momento così complicato era inevitabile.

Quanto valore attribuisci al binomio sport-salute, ossia quanto è fondamentale l’attività sportiva per il mantenimento del benessere psicofisico?

Pensando a tutti i ragazzi che non hanno avuto questa possibilità, mi sento molto fortunato a fare sport.

Il nostro corpo ha un bisogno costante di movimento; una regolare attività fisica aiuta a diminuire il rischio di patologie e ha effetti positivi sulla salute psichica della persona. Praticare uno sport, inoltre, previene i sintomi di ansia e stress e aiuta a rilassare le tensioni muscolari, favorendo il sonno, uno dei più grandi alleati del buon umore. Per fare sport a certi livelli bisogna condurre una vita sana, lontana da cattive abitudini: il calcio in questo mi ha aiutato molto ad isolarmi dal “cadre de vie” di Castagna, il mio paese d’origine.

Cosa ti ha dato la pratica calcistica in termini di crescita personale, sociale e professionale.

Il calcio mi ha permesso di conoscere molte persone e ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa dentro, sia positiva che negativa. In termini di emozioni, il calcio mi mette in seria difficoltà: è veramente estremo descrivere ciò che mi sta dando.

Per ottenne risultati nel calcio è importante avere un buon feeling all’interno dello spogliatoio. Lo spogliatoio mi ha insegnato che l’unione fa la forza; bisogna sostenersi in ogni momento e ragionare da squadra per superare qualsiasi difficoltà che può presentarsi nel corso della stagione. Mi alleno quotidianamente per superare tutti gli ostacoli che un calciatore dilettante può avere lungo il suo percorso. Da calciatore ho certamente degli obiettivi, che preferisco tenere per me: sicuramente, giocare al Ceravolo di Catanzaro con i colori giallorossi farebbe un certo effetto. Vivo praticamente di calcio e studio molto i più grandi attaccanti e i loro movimenti, sia dentro che fuori dal campo.

Se ne dovessi scegliere uno di riferimento non dovrei pensarci nemmeno per un secondo: Zlatan Ibrahimovic è il più grande attaccante che io abbia visto in vita mia e dubito che ci sarà qualcuno come lui in futuro.

Lo ammiro per la sua mentalità vincente e per il suo difficile passato, trasformato in storia.