Sant’Anastasio, ‘A Capa miracolosa tra fede, superstizione e cultura popolare

Sant’Anastasio, ‘A Capa miracolosa tra fede, superstizione e cultura popolare

22 Gennaio 2021 0 Di Miriam Perfetto

La medaglia di Sant’Anastasio reca un’iscrizione in latino che unita all’immagine del Santo martire mette in fuga il demonio e allontana le malattie.

 

Il ventidue gennaio si celebra la festa di Sant’Anastasio. Il martire persiano è noto nella cultura popolare per essere stato ritratto sulla medaglia votiva che veniva donata al popolo per preservarlo dalle forze malefiche. Il malocchio genera disgrazia, malasorte ed è prodotto da uno sguardo invidioso. La medaglia miracolosa raffigura da un lato la testa di Sant’Anastasio e dall’altro vi è impressa una iscrizione in latino “Immago S. Anast. Mun. Et. Mart. Cujus Aspec Fuga, Demo, Morbo, Repe, Acta, Concilii Ni, Te” la cui traduzione è “Immagine di Sant’Anastasio monaco e martire, il cui aspetto pone in fuga il demonio e allontana le malattie, come attestano gli atti del Concilio di Nicea”.

Le origini di questa credenza le ritroviamo in Persia, il Santo, infatti, è nato a Razech. Nel seicentoquattordici, quando fu trasportata la Croce in Persia, dopo aver conquistato Gerusalemme, Magundat, così si chiamava Anastasio, che era stato istruito alla magia, volle sapere perché i Cristiani venerassero tanto tale strumento di supplizio. Conosciuti i rudimenti della religione Cristiana si propose di abbracciarla. Recatosi a Gerusalemme ricevette il Battesimo, cambiando il nome in Anastasio. Dopo sette anni di vita monastica si trasferì a Cesarea di Palestina, allora sotto il dominio dei Persiani, e lì fu sottoposto a crudeli torture. Per evitare che Anastasio morisse fu raccomandato al re Cosroe, il quale rispose che lo avrebbe lasciato libero a condizione che abiurasse solo formalmente anche dinanzi ad una sola persona; Anastasio si rifiutò. Mandato in Persia, dove si trovava il re, resistette ad ogni tortura, infine fu strangolato e decapitato. Le sue reliquie, con accanto la testa, furono portate a Roma durante l’impero di Eraclio. Gli atti del secondo Concilio Niceno attestano che, guardando il Capo di Sant’Anastasio, si mettono in fuga i demoni e vengono curate le malattie. Si ha la notizia della venerazione del suo Capo nel Monastero “Ad Aquas Salvias” a Roma.  Ancora una volta Sacro e profano si contaminano dando origine al culto di Sant’Anastasio.  In tanti posseggono, tutt’ora, la medaglia miracolosa che viene custodita in un sacchettino azzurro di stoffa a forma rettangolare che richiama il colore del manto della Madonna.