Rosario Bennardo: “Le restrizioni della pandemia hanno penalizzato la crescita dei ragazzi”

Rosario Bennardo: “Le restrizioni della pandemia hanno penalizzato la crescita dei ragazzi”

8 Ottobre 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Nel calcio, attaccare è il miglior modo per difendere la propria porta. (Roberto Carlos)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro di calcio: Rosario Bennardo.

La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli, come ha vissuto o come vive, come ha affrontato, come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?

Nello sport ho vissuto la pandemia da allenatore e non è stato per niente semplice continue interruzioni rinvio partite misure restrittive ci hanno penalizzati nella crescita dei nostri ragazzi adesso che tutto sembra quasi finito posso dire che abbiamo perso almeno due anni della crescita dei nostri ragazzi a livello sportivo le restrizioni per quanto efficienti comunque ci hanno penalizzato nella crescita.

Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?

Nella nostra specialità ci sono state delle sospensioni dei disagi dovuti ad un’organizzazione che non è molto efficiente a livello dilettantistico Se ci fossero stati più fondi a livello economico si sarebbe potuto gestire la cosa in maniera migliore ma purtroppo gli interessi del calcio dilettantistico non sono gli interessi del calcio di Serie A.

Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?

Allora in famiglia noi siamo da generazione sportivi soprattutto calciatori, mio nonno giocava a calcio i miei zii giocavano a calcio mio padre giocava a calcio anche a livelli importanti come la serie B e io ho continuato allo stesso modo giocando nei professionisti per tanti anni per questo non mi ha spinto nessuno è stato forse la genetica e il DNA e il vivere già da piccolo lo spogliatoio e il mondo dello sport che mi ha portato a proseguire come me adesso anche i miei figli stanno seguendo le mie orme.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è fondamentale è importante come la cultura calcistica per dire quella sportiva è molto importante perché se non si ha quella non si hanno le basi la forza di volontà ci aiuta a superare degli ostacoli che magari altre cose non ci aiutano. Eh quella dipende dalla nostra testa e comunque ci deve essere anche inculcata da tante istituzioni l’educazione la famiglia e non ottenere facilmente tutto ciò che si vuole.

Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?

Intanto il consiglio lo darò ai genitori perché chi si avvicina a questa specialità lo fa da piccolo e sono i genitori quelli che devono già dare l’educazione e il rispetto delle regole in queste in questa disciplina come in tante altre anche perché in questa disciplina c’è tanta competizione… Nulla è facile anche se non sembra è uno sport io dico mestiere perché lo è stato per tanti anni per me è molto difficile bisogna essere sempre costanti bisogna saper soffrire e bisogna saper superare gli ostacoli in maniera molto molto dura.