Nicola Pellegrini: “Le società non sono state aiutate, disastrosa la gestione durante la pandemia”

Nicola Pellegrini: “Le società non sono state aiutate, disastrosa la gestione durante la pandemia”

24 Agosto 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

Calcio e giovani. Questa pratica sportiva diffusissima tra i giovani rappresenta una vera opportunità di crescita emotiva, intellettiva e sociale.

L’attività calcistica giovanile viene regolata tenendo conto quanto riportato dalla “Carta dei diritti dei bambini” (New York – Convenzione sui Diritti del Fanciullo del 20/11/1989) e dalla “Carta dei diritti dei ragazzi allo Sport” (Ginevra 1992 – Commissione Tempo Libero O.N.U.) ai quali si deve guardare con particolare attenzione, in modo che ad ogni bambino e bambina siano assicurati:

  • IL DIRITTO DI DIVERTIRSI E GIOCARE;
  • IL DIRITTO DI FARE SPORT;
  • IL DIRITTO DI BENEFICIARE DI UN AMBIENTE SANO;
  • IL DIRITTO DI ESSERE CIRCONDATI ED ALLENATI DA PERSONE COMPETENTI;
  • IL DIRITTO DI SEGUIRE ALLENAMENTI ADEGUATI AI LORO RITMI;
  • IL DIRITTO DI MISURARSI CON I GIOVANI CHE ABBIANO LE LORO STESSE POSSIBILITÀ’ DI SUCCESSO;
  • IL DIRITTO A PARTECIPARE A COMPETIZIONI ADEGUATE ALLA LORO ETA’;
  • IL DIRITTO DI PRATICARE SPORT IN ASSOLUTA SICUREZZA;
  • IL DIRITTO DI AVERE I GIUSTI TEMPI DI RIPOSO;
  • IL DIRITTO DI NON ESSERE UN “CAMPIONE”.

Questo codice etico rappresenta un vero punto fermo per la gioventù in età evolutiva. Grazie alla famiglia, ai dirigenti, agli allenatori ed ai giudici di gara sarà facile puntare all’unico valido obiettivo: quello di formare giovani calciatori, ma soprattutto persone, contribuendo alla loro crescita professionale, umana e individuale. La vera vittoria potrà consistere nel riuscire a promuovere nei giovani atleti la consapevolezza di praticare il gioco del calcio soprattutto per divertirsi e per “fare gruppo” con gli altri giovani, eliminando così qualunque forma di insana competizione che possa scadere nella discriminazione. 

Di sport e Covid ne parliamo con Nicola Pellegrini, nato il 20 maggio del 1995, vive a Senise in provincia di Potenza, 5 anni a Francavilla in Sinni tra cui 2 in serie D, 5 anni a Senise dalla Prima categoria, Promozione ed Eccellenza in 3 anni totalizzando 26 gol, finale di coppa Italia di promozione, finale di coppa Italia eccellenza, finale play off eccellenza, 2 anni Grumentum val D’agri vincendo campionato, coppa e super coppa Italia totalizzando 5 reti, l’anno dopo confermato in D con 27 presenze e poi il fermo causa COVID. In forza all’ Agropoli dal 26 marzo al 28 giugno 2021 raggiungendo la semifinale Playoff, eliminati da un 2-2 fuori casa dopo tempi supplementari. Quest’anno milita nel Grumentum Matera. Nasce come terzino destro ma ha ricoperto vari ruoli come, centrale difensivo, mediano, mezzala, ala destra e centrocampista centrale. Il ruolo che gli si addice di più è il centrale difensivo, ricoperto da 3 anni a questa parte in modo continuativo.

Come ha vissuto e vive la paura della pandemia, del contagio ed il disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

Innanzitutto trovandoci di fronte a qualcosa di sconosciuto in un primo momento non sapevamo come reagire e come affrontare la situazione, era tutta una novità e purtroppo presa con molta leggerezza, fino a quando la situazione si è aggravata e molti concittadini hanno perso la vita.

Allora la percezione è cambiata. Ad esempio per tutelare la mia famiglia mi prestavo ad ogni servizio domestico e si usciva di casa solo se era davvero necessario. Se avessimo rispettato tutti un po’ di più le misure restrittive forse ora si poteva vivere una vita più tranquilla. L’uso dei dispositivi di protezione ci ha permesso e permette di affrontare la quotidianità e di tutelare noi ed il prossimo.

Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Calcio in particolare la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?

Ma la questione sportiva è stata gestita nella maniera più sbagliata possibile, squadre che avevano pagato la tassa annuale alle leghe nazionali si sono viste retrocesse senza disputare 8-9 partite che gli toccavano di diritto, hanno ripreso i professionisti solamente per interesse economico come se loro non potessero contrarre il Covid, mentre i dilettanti li hanno mandati allo sbaraglio, molte squadre sono fallite proprio per i pochi o miseri aiuti che hanno ricevuto dallo Stato e migliaia di calciatori con famiglie sono rimasti a piedi e disoccupati per circa 5-6 mesi prendendo, chi più fortunato, 600 euro con una famiglia da mantenere. Molti non hanno preso nulla e altri stanno ancora aspettando che sblocchino le incongruenze relative ad INPS che sono quasi 15 mila collaboratori sportivi fermi da giugno senza ricevere un euro dallo stato quindi quasi un anno. Questa è l’Italia!

Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute, ovvero quanto è fondamentale l‘attività sportiva per il conseguimento ed il mantenimento del benessere psicofisico?

Fare Sport oltre ad essere la cosa più bella che ci sia è anche molto importante per la salute e il benessere di una persona.

Una persona che fa sport quotidianamente vive meglio e si sente sempre sprint ma più che altro combatte molti altri fattori negativi, come la pigrizia. Molti ragazzini ora preferiscono stare chiusi a casa ore e ore davanti alla Playstation così da diventare talmente asociali che non parlano nemmeno più con i genitori, invece di uscire, correre e giocare come si faceva una volta. Lo sport dovrebbe essere al primo posto anche nelle scuole, perché l’amore per una cosa nasce tutto dall’insegnamento che il più grande dà al prossimo!

Ma purtroppo qui questa cultura deve ancora arrivare. Purtroppo con le misure restrittive la situazione è cambiata, piscine, palestre e centri sportivi chiusi hanno peggiorato ancor di più il modo di vivere di chi non ne era appassionato ma soprattutto chi dello sport ne faceva una questione di vita e chi lavorava per questo. Ora spero con la riapertura che le cose possano cambiare e auguro a tutti di non mollare ma di andare sempre avanti con forza e determinazione e di riprendere più forti di prima!

Cosa le hanno dato in termini di crescita personale, sociale e professionale lo Sport in generale ed il Calcio in particolare?

Innanzitutto inizio col dire che nel mio paesino, di circa 6000 abitanti, e di tutti i paesini limitrofi, molte persone mi conoscono per il fatto che io giochi a calcio, quindi proprio questo sport mi ha aiutato tanto in termini di amicizia e socializzazione, modi di fare e di pensare ma soprattutto di coinvolgere gente che allo stadio, o meglio, dello sport non sapeva nemmeno dove stava di casa. Il calcio mi ha portato a viaggiare e conoscere molte parti dell’Italia , molti stadi importanti , molte culture diverse da quelle in cui sono nato, mi ha regalato molte gioie, momenti indimenticabili ma anche molte delusioni e pianti, ma questo fa parte del gioco, ma soprattutto mi ha regalato moltissime amicizie , sia con i compagni di squadra ma anche con gli avversari, perché mi hanno insegnato che la prima cosa nel calcio è la lealtà e il rispetto verso chi ti sta di fronte e di questa cosa ne sono davvero contento.