Matteo Rubin: “La motivazione è fondamentale, il talento non basta”

Matteo Rubin: “La motivazione è fondamentale, il talento non basta”

6 Maggio 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

La prima fase della pandemia è stata difficile per tutti, perché non sapevamo cosa stesse succedendo, all’inizio si pensava ad uno stop breve, poi con il passare dei giorni abbiamo capito che nn era così.
Con la ripresa degli allenamenti è stato tutto molto strano, controlli tamponi vaccini nn si capiva più niente. La doccia non si poteva fare, gli allenamenti a gruppi e poi non ci potevamo cambiare tutti insieme, e per un gioco come il calcio che ti vivi tutti i giorni è stata dura.
Il livello di contagio l’abbiamo gestito in maniera perfetta al campo tenendo sempre la mascherina e stando a contatto meno possibile.
Come dicevo prima è stato difficile per le misure restrittive, perché non potevi stare insieme o anche mangiare una cosa assieme, ti allenavi e tornavi a casa.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Nel calcio tutto sommato dopo qualche mese si è ripreso a giocare. I danni li hanno avuti soprattutto i presidenti con grandi perdite.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Non mi ha spinto nessuno, è sempre stata una passione fin da piccolo. Diciamo che sono stato fortunato ad avere miei cugini molto più grandi di me che giocavano a calcio fuori casa ed io mi univo a loro, nonostante l’età. Questo mi ha fatto crescere.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è tutto nel mondo dello sport. Se non hai obiettivi o motivazioni puoi avere tutto il talento ma non arrivi da nessuna parte.
Una volta forse era diverso, magari arrivavi con le qualità, ma ora il calcio è cambiato devi allenarti più duramente per arrivare ma soprattutto per restare ad alti livelli.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Ai ragazzi posso solo dire di divertirsi e farlo con passione.
Io fin da piccolo non avrei mai immaginato di arrivare così in alto, logico era un sogno, però l’ho sempre fatto con tanta passione.
Poi la mia forza di volontà(maniacale) mi ha permesso di arrivare a fare qualcosa di bello. Però allo stesso tempo ci vuole fortuna.