Mascherine, vanno smaltite nell’indifferenziata

Mascherine, vanno smaltite nell’indifferenziata

15 Maggio 2020 0 Di La Redazione

Questi presidi – come spiega Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità – non vanno, però, gettati direttamente nella spazzatura ma prima chiusi in appositi sacchetti di plastica.

 

Al momento, “non è noto il tempo di sopravvivenza dei Coronavirus nei rifiuti”.  Per precauzione quindi, “mascherine e guanti vanno smaltiti con i rifiuti indifferenziati ma sempre posti prima dentro un sacchetto chiuso, per evitare contatti da parte degli operatori ecologici”. Lo ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro ( in foto ), in audizione alla Commissione ecomafie.

Si raccomanda quindi, ha spiegato nella sua relazione, che “nelle abitazioni in cui sono presenti soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, sia interrotta la raccolta differenziata, e che tutti i rifiuti domestici, indipendentemente dalla loro natura e includendo fazzoletti, rotoli di carta, i teli monouso, mascherine e guanti, siano considerati indifferenziati e pertanto raccolti e conferiti insieme”. Per la raccolta dovranno essere utilizzati “almeno due sacchetti uno dentro l’altro o in numero maggiore, possibilmente utilizzando un contenitore a pedale, di chiudere adeguatamente i sacchi utilizzando guanti mono uso; di non schiacciare e comprimere i sacchi con le mani; di evitare l’accesso di animali da compagnia ai locali dove sono presenti i sacchetti di rifiuti”.

Per le abitazioni in cui non ci sono soggetti positivi al tampone, in isolamento o in quarantena obbligatoria, “si raccomanda di mantenere le procedure in vigore nel territorio di appartenenza, non interrompendo la raccolta differenziata”. A scopo cautelativo tuttavia, “fazzoletti o rotoli di carta, mascherine e guanti eventualmente utilizzati, dovranno essere smaltiti nei rifiuti indifferenziati”.

Quanto allo smaltimento, per i rifiuti come mascherine e guanti, laddove siano presenti impianti di termodistruzione, “dovrà essere privilegiato l’incenerimento senza alcun pretrattamento o ulteriore selezione”. Qualora non sia possibile procedere in tal senso, ha precisato Brusaferro nella sua relazione, “i rifiuti dovranno essere conferiti: in impianti di trattamento purché sia sempre evitata la selezione manuale di tali rifiuti; in impianti di sterilizzazione o in discarica, senza pretrattamenti, confinando i rifiuti e riducendone il più possibile la movimentazione in discarica con apporto di materiale di copertura per evitare dispersione”. È opportuno, infine, – ha evidenziato – rafforzare i controlli su smaltimenti illeciti di acque reflue o fanghi non trattati in impianti di depurazione che potrebbero causare esposizione umana a materiali potenzialmente infetti da SarsCov2, anche attraverso la contaminazione di falde sotterranee o superficiali”.