Marco Cardo, la pallanuoto ha tirato fuori la grinta dal bambino timido che ero

Marco Cardo, la pallanuoto ha tirato fuori la grinta dal bambino timido che ero

6 Marzo 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile”

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un pallanuotista di lungo corso: Marco Cardo.

“Ho iniziato a giocare alla sportiva nervi fino agli under 15, dopo mi sono trasferito a sori nella R.N. Sori dove ho fatto tutte le categorie under 17 e under 20. Il secondo anno under 17 abbiamo disputato la finale 5°-6° posto ad ostia nel 2012 arrivando 6° contro il Savona. L’ultimo anno under 20 con il Sori ci siamo classificati 2°, nel 2015. Da li sono andato all’Andrea Doria che dopo i problemi societari è ripartita dalla serie C e abbiamo conquistato promozione in serie B”.

Come ha vissuto e come vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili, severe misure restrittive?

Ripercorrendo questi due anni, i primi contagi e le prime preoccupazioni ad ora, affronto la situazione con più “serenità” e con le giuste precauzioni anche se in questo momento sembra si stia risolvendo la cosa. Come dicono tutti mai abbassare la guardia e quindi sempre attenti.

La preoccupazione dei contagi e dei rischi legati ad esso c’è ancora sempre, ma credo che abbiamo imparato a convivere con questa situazione, pandemia, regole, decreti e soprattutto con il covid. Abbiamo imparato ad avere più rispetto verso gli altri anche se non sempre funziona. Fortunatamente non ho mai preso il covid nonostante mia mamma sia farmacista e mia sorella infermiera e tutti vaccinati! questo vuol dire che siamo sulla strada giusta.

Quanti danni hanno causato allo sport, in generale, e alla pallanuoto in particolare, le chiusure indiscriminate della prima ora e la confusa se non cattiva gestione politica?

Sembra scontato ma è giusto ribadire che questa situazione ha portato danni molto importanti e non solo economici per le strutture sportive come palestre piscine, ma anche a chi lavorava all’interno di quelle strutture. Io lavoro in palestra e in piscina e quando siamo andati la prima volta in lockdown ho partecipato alla riunione nella nostra palestra dove ci ha prospettato le nostre sorti lavorative e purtroppo non è stato il massimo fortunatamente lo stato ci ha aiutato ma non a tutti è andata cosi bene. Oltre il punto di vista economico i “danni” che si sono creati sono stati quelli psicofisici. Parlando da sportivo, come tanti altri miei amici e compagni non è stato semplicissimo, ma penso anche ad altre persone che erano abituati a fare la loro routine fisica e se la sono vista togliere, con il tempo poi ti senti un po’ demoralizzato perché non sai quando riprenderai e come riprenderai le tue abitudini.

Parlando personalmente ho accusato parecchio la seconda chiusura perché sembrava sempre tutto più incerto, non sapevi se tornavi a fare quello che ami di più, non sapevi se fossero ripartiti i campionati o le gare. non capivi mai quale fosse la cosa più corretta e vivere così nell’incertezza, credo sia per tutti, non aiuta me crea solo stress. Però per fortuna la federazione ha preso la scelta giusta di farci allenare e farci fare i campionati con le precauzioni necessarie. e credo tutt’ora che fosse stata l’unica scelta possibile.

Quanto valore lei attribuisce al binomio sport salute ovvero, quanto è fondamentale l’attività sportiva per il conseguimento e il mantenimento del benessere psicofisico?

Negli ultimi anni, pre-covid e soprattutto ora, si sta capendo quanto questo binomio vada di pari passo e come Laureato in Scienze Motorie, posso confermare questa cosa. Chi pratica sport, sia a livello agonistico sia a livello amatoriale, sa ormai che ti aiuta da una punto di vista fisico e anche di autostima, ti da la possibilità di “scrollarti” di dosso il peso della giornata e soprattutto è un momento di socializzazione che con il tempo crea anche amicizia.

Cosa le ha dato la pallanuoto in termini di crescita personale, sociale e professionale?

Per me la pallanuoto è stata praticamente tutto. Ho iniziato più tardi rispetto agli altri, ma ogni giorno che mi allenavo mi rendeva sempre più consapevole della mia scelta. Mi ha cambiato caratterialmente. Sono sempre stato un ragazzo timido che viveva un po’ sulle “nuvole” e la pallanuoto mi ha cresciuto, mi ha insegnato come organizzare le cose (in più come portiere mi è servito tantissimo), a scrollarmi di dosso la timidezza e tirare fuori la grinta che avevo ma anche saper gestire i momenti più critici, ma soprattutto a formare la mia personalità e il mio carattere. E tutto questo me lo porto dietro nel mio lavoro di tutti i giorni e anche in allenamento, in partita senza rimpiangere le decisione prese.