Luigi Della Luna: “Le emozioni che ti regala il calcio sono uniche ad ogni livello e ad ogni età”
24 Ottobre 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Sicuramente ciò che abbiamo vissuto con la pandemia, è stato qualcosa di impensabile e inimmaginabile. La prima fase siamo stati travolti da un qualcosa che non riuscivamo ancora a capire, infatti con un po’ di ingenuità non riuscivamo neppure a capire cosa realmente ci stesse accadendo e soprattutto il perché dei blocchi di tutti i campionati. La seconda fase invece eravamo sicuramente più preparati infatti le società facevano uno sforzo enorme per avere tutto sotto controllo anche se poi la curva dei contagi ha avuto ancora la meglio fino ad arrivare al secondo blocco dei campionati. Ora la viviamo in maniera più semplice, sicuramente rispettando le norme igieniche, però il fatto che questo virus si presenti sempre meno ci lascia bene sperare. Questo virus ha avuto la forza di cambiare il nostro modo di vivere e le nostre abitudini quotidiane, oggi apprestiamo attenzione in ogni minimo dettaglio, cosa che prima del 2019 non facevamo.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Nel mio caso abbiamo dovuto fare i conti con ciò che rappresentava la categoria, trovandoci nel mondo dei dilettanti era anche normale che la maggior parte delle società non avrebbero avuto la forza di ripartire sin da subito come hanno avuto tutte le società professionistiche. Il livello organizzativo e quello economico erano oggettivamente superiore a ciò che il mondo dei dilettanti poteva fronteggiare. Sarebbe servito un aiuto maggiore dalla politica certo, ma non dimentichiamoci che abbiamo vissuto qualcosa di inimmaginabile che probabilmente nessuno poteva sentirsi preparato a ciò.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Mi sento un uomo molto competitivo, e questa competizione in me stessa l’ho sempre sentita anche quando ero solo un bambino. Ho combinato questa cosa con l’amore che provo per il calcio e così mi sono creato una carriera. Sicuramente inferiore rispetto a ciò che sognavo, però sono ugualmente contento.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volta è tutto nella vita, a prescindere dal lavoro che uno possa fare. In ogni carriera lavorativa ci sono momenti difficili da superare, è li che entra in gioco la forza di volontà, senza di essa credo che le difficoltà poi possano avere la meglio.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Di vivere questo sport con più leggerezza possibile perché le emozioni che ti regala il calcio sono uniche ad ogni livello e ad ogni età. Di essere dei sognatori e di non mollare mai, perché nella vita mai dire mai! Ma allo stesso tempo suggerisco di non allontanarsi da obbiettivi accademici perché la realtà ci dice che la carriera di uno sportivo è più breve rispetto a quella Lavorativa, quindi è giusto costruirsi un proprio paracadute.