La prevenzione dell’influenza e degli altri virus respiratori invernali

La prevenzione dell’influenza e degli altri virus respiratori invernali

13 Ottobre 2022 0 Di Carlo Alfaro*

Con l’arrivo della stagione autunnale iniziano le forme da raffreddamento sostenute da virus come l’influenza e altri (quali rinovirus, para-influenzali, respiratorio sinciziale, coronavirus, adenovirus, enterovirs) e più raramente da batteri.

Sono malattie molto contagiose, attraverso le goccioline di muco e di saliva, che sono emesse con tosse e starnuti, ma anche semplicemente parlando a distanza ravvicinata, o per via indiretta, attraverso il contatto con mani, oggetti o superfici contaminati dalle secrezioni respiratorie.

Nelle fasi di picco di queste infezioni, i sistemi sanitari (medici e pediatri di famiglia, guardie mediche, 118, pronto soccorso e reparti ospedalieri) vanno ogni anno in tilt per l’intasamento di richieste.

 La fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei 6 anni, ma sono i lattanti, gli anziani e i malati cronici le fasce più esposte a complicazioni e mortalità.

Come misure generali contro gli agenti infettivi, valgono le regole classiche di igiene: lavare accuratamente le mani; coprire naso e bocca quando si starnutisce o tossisce con fazzoletti monouso, da smaltire correttamente e poi lavarsi le mani; evitare di toccarsi occhi, naso o bocca con mani non perfettamente pulite; non condividere effetti personali, posate, bicchieri, bottiglie o cibo; areare gli ambienti.

Riguardo all’alimentazione, un regime alimentare corretto e bilanciato come la dieta mediterranea, che prevede largo consumo di frutta, verdure, ortaggi, legumi, cereali, olio d’oliva, prodotti caseari, pesce, uova, carni bianche, e una ridotta assunzione di grassi e di zuccheri semplici, è dotato di proprietà antinfiammatorie e contiene principi attivi ad attività antiossidante e immunostimolante che sono alleati del buon funzionamento del sistema immunitario.

Anche il benessere della flora intestinale contribuisce alla salute del sistema immunitario.

Influenzano infine positivamente il sistema immunitario: bere molto, curare l’igiene del sonno (dormire almeno 7-9 ore a notte), mantenersi fisicamente attivi (almeno 30 minuti, tre volte a settimana), trascorrere più tempo possibile all’aria aperta esponendosi ai raggi solari.

La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione contro l’influenza, ma non protegge dagli altri agenti infettivi. La protezione indotta dal vaccino comincia circa 2 settimane dopo la vaccinazione e perdura per un periodo di 6-8 mesi. Poiché i virus dell’influenza mutano facilmente, la vaccinazione va ripetuta ogni anno, con gli antigeni preparati dal Global Influenza Surveillance Network dell’Oms, in collaborazione con i National Influenza Centres, in base alle evidenze epidemiologiche sui ceppi che circoleranno nella nuova stagione. In linea con gli obiettivi dell’Oms, il Servizio Sanitario Nazionale italiano offre gratuitamente la vaccinazione a tutte le persone appartenenti alle categorie a rischio: persone che hanno compiuto i 60 anni e persone dai 6 mesi ai 60 anni di età con malattie che aumentano il rischio di complicanze, quali malattie respiratorie, cardiovascolari, diabete, obesità e altre malattie metaboliche, insufficienza renale o surrenale croniche, emoglobinopatie e patologie degli organi emopoietici, tumori, condizioni di immunodepressione, malattie infiammatorie croniche, malassorbimento intestinale, malattie croniche del fegato, malattie neuromuscolari, bambini e adolescenti a rischio di Sindrome di Reye, donne nel secondo o terzo trimestre di gravidanza, persone ricoverate presso strutture di lungodegenza. Il vaccino è offerto gratuitamente anche al personale sanitario, i caregiver, le forze di polizia, i vigili del fuoco e altre categorie socialmente utili, i lavoratori che entrano in contatto con animali, i donatori di sangue. Il vaccino viene somministrato con un’iniezione intramuscolare, nella parte superiore del braccio (muscolo deltoide) negli adulti e nel muscolo antero-laterale della coscia nei bambini. Il vaccino antinfluenzale produce diversi vantaggi: riduce il rischio di ammalarsi di influenza; riduce il numero delle ospedalizzazioni dovute all’influenza; nelle persone con malattie di cuore o polmonari di tipo cronico, riduce il rischio di un aggravamento dello stato di salute correlato a un’eventuale influenza; protegge le donne in gravidanza da complicanze dovute a un’eventuale influenza (inoltre, proteggerebbe anche il bambino dopo la nascita, per alcuni mesi); previene complicanze respiratorie gravi. La copertura auspicata del vaccino è fissata dall’Oms al 75% come obiettivo minimo perseguibile e al 95% come obiettivo ottimale. Quante più persone si vaccinano contro l’influenza, tanto meno l’infezione si diffonde nella comunità, proteggendo indirettamente anche i soggetti più vulnerabili che non possono praticare il vaccino, esempio neonati e lattanti fino a 6 mesi, o persone gravemente immunodepresse (la cosiddetta “immunità di gregge”). Di solito il vaccino anti-influenzale riceve basse percentuali di adesione causa false informazioni sugli effetti indesiderati. In realtà invece è estremamente ben tollerato, basandosi su virus inattivati, non vitali. Sono descritte reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di iniezione; meno spesso reazioni generali come febbre, dolori muscolari o articolari, mal di testa, per due-tre giorni. Raramente i vaccini antinfluenzali possono causare reazioni allergiche nei soggetti con ipersensibilità nei confronti di determinati componenti del vaccino. Le controindicazioni al vaccino anti-influenzale comprendono: età sotto i 6 mesi, asplenia funzionale e anatomica, comunicazione attiva fra fluidi cerebrospinale e orofaringe, naso o orecchio, impianti cocleari, reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose o a un componente del vaccino, malattia acuta intercorrente (controindicazione temporanea). Un aspetto che scoraggia le persone a praticarlo è la non elevatissima efficacia (60-65%), soprattutto in anziani e bambini piccoli, al di sotto dei 2 anni di età.

Nell’età pediatrica si sta molto affermando l’uso del vaccino anti-influenzale in formulazione spray nasale: si instillano 0,1 ml per ogni narice, da ripetere dopo 1 mese se il bambino non è stato mai vaccinato. Il vaccino non è indicato sotto i 24 mesi. Sono inoltre controindicazioni: ipersensibilità ai principi attivi, ad uno qualsiasi degli eccipienti (ad es. gelatina) o alla gentamicina (possibile residuo in tracce), reazione allergica severa (anafilassi) alle uova, immunodeficienza, assunzione di salicilati (per il rischio sindrome di Reye), asma severo. Si tratta di un vaccino a base di virus vivi attenuati, dunque ci può essere la possibilità di trasmissione del virus vaccinale a soggetti immunocompromessi. Le reazioni avverse più frequenti osservate negli studi clinici sono state: congestione nasale/rinorrea, febbre, mialgie, inappetenza, malessere. Non comuni le reazioni di ipersensibilità.