“In Campania la presa in carico del paziente Covid è un pastrocchio”

“In Campania la presa in carico del paziente Covid è un pastrocchio”

17 Novembre 2020 0 Di Salvatore Caiazza*

La Medicina Territoriale, in particolar modo la Medicina Generale campana è in piena confusione. Le visite a domicilio dei pazienti COVID+ sono di pertinenza delle USCA, motivo per il quale sono state instituite a marzo dal Ministero della Salute con decreto legge del 9marzo 2020, art. 8 comma 1 e comma 2. Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) sono medici formati per le visite domiciliari e i tamponi domiciliari ai pazienti COVID positivi o sospetti tali, intrasportabili.

In Campania è stato fatto un pastrocchio. Le USCA sono state impiegate dalle AASSLL per dare informazioni a telefono, per fare i tamponi ai drive-in e per misurare la temperatura alla stazione e all’aeroporto con il termo scanner. Il tutto gestito dalle Aziende senza alcun coinvolgimento della Medicina Generale.

Sono un Medico di Famiglia che esercita a Mantova. A Mantova le USCA sono state reclutate dall’ATS Val Padana, che né gestisce i turni e ha messo a disposizione per loro delle postazioni. Sul piano operativo, le USCA sono coordinate da noi, Medici di Famiglia: il paziente telefona al proprio medico, il quale raccoglie l’anamnesi e in base a questa, telefona le USCA e le invia a domicilio del paziente, che viene visitato ed eventualmente tamponato. I medici dell’USCA refertano la visita e la trasmettono al Medico di Famiglia, il quale decide eventuali esami diagnostici e la terapia. Il paziente viene seguito poi dal medico di Famiglia attraverso il telefono o i mezzi della telemedicina, dalla semplice videochiamata a mezzi più sofisticati. Queste è la gestione esatta dei pazienti COVID positivi, per consentire che il medico di Famiglia possa continuare a seguire gli altri pazienti, la maggior parte dei quali sono portatori di patologie croniche, per lo più anziani, senza contagiarsi e senza correre il rischio di contagiare i propri familiari e i pazienti stessi. Così difficile applicare questa metodologia nelle province campane?

Detto ciò, sarebbe auspicabile impiegare tutte le USCA per le visite domiciliari ai pazienti COVID e assumerne altre, rispettando il rapporto ottimale di 1 USCA ogni 50000 abitanti, così come è normato nel decreto legge del 9 marzo 2020, art. 8 comma 1, anche alla luce della recente sentenza TAR Lazio. Se le USCA fanno altro, perché evidentemente sono gestite con parametri poco funzionali, ma di altro genere, ovvio che i pazienti COVID restano senza assistenza in Campania.

*Presidente e portavoce Medici senza carriere