Gianluca Mannato, giornalista de “Il Mattino” vittima del Covid

Gianluca Mannato, giornalista de “Il Mattino” vittima del Covid

7 Dicembre 2020 0 Di M.M.

Il sindaco Mastella: “Un giovane di appena 44anni, al quale volevo bene è morto. Il Covid lo ha stroncato. Questa strana implacabile malattia non fa sconti a nessuno”.

 

Non ce l’ha fatta. Stanotte è scomparso, a soli 44 anni, Gianluca Mannato, architetto, giornalista de Il Mattino. Non è riuscito a sconfiggere il Covid, contro il quale stava lottando già da giorni in terapia intensiva all’ospedale San Pio di Benevento. Tanti, infiniti, i messaggi di cordoglio.

Lo ricorda così, per tutti, il sindaco Clemente Mastella: “Gianluca Mannato un giovane di appena 44anni, al quale volevo bene è morto. Il Covid lo ha stroncato. Questa strana implacabile malattia non fa sconti a nessuno. E pensare che nella nostra comunità c’è chi fa finta di nulla. Invece si muore, si muore. Muoiono anche i giovani. Lo ricordo con affetto immenso, ricordo le giornate assieme, ricordo la sua vicinanza nei miei momenti più difficili, ricordo la sua passione per la Juve, unico motivo di scherzosa distanza tra noi. Non potrò più telefonargli dopo le partite. Ricordo le volte che ci ha ospitato a casa del papà Enzino, cui chiedo scusa per avergli nascosto, quando l’altro giorno mi ha telefonato, la portata del male. Gianluca era il figlio ideale. Che incredibile commovente dedizione la sua verso il padre che da diversi anni vive sulla sedia a rotelle. Ogni sera lo portava a letto. Durante le partite del Benevento, cui andavamo assieme, lo chiamava a quando a quando per sentirlo e raccontargli l’evolversi dell’evento sportivo. L’ho sentito sabato per l’ultima volta mentre in ambulanza andava in ospedale. Il dottor de Cillis e la sua equipe hanno fatto l’impossibile. Mi sono permesso solo per affetto verso Gianluca, di fare un consulto tra i miei amici del “Gemelli” e il dr de Cillis. Debbo dire che il prof Richeldi ha fatto i complimenti al dr de Cillis concordando con le terapie da lui messe in atto. Allora eravamo fiduciosi. Poi, poi. Ci chiediamo perché. Perché Signore, perché? A volte non capiamo ed io stento a capire il perché? La fede vacilla. Eppure ci sarà un perché che oggi non comprendo. Ma noi Signore ti ringraziamo per avercelo dato anche se dispiaciuti per avercelo tolto. Ti ricorderò sorridente e scanzonato, giovane compagno di una parte della mia vita che volge al crepuscolo”.