Diego Cressi, il judo come stile di vita

Diego Cressi, il judo come stile di vita

25 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

“Allenarsi nella disciplina del jūdō significa raggiungere la perfetta conoscenza dello spirito attraverso l’addestramento attacco-difesa e l’assiduo sforzo per ottenere un miglioramento fisico-spirituale. Il perfezionamento dell’io così ottenuto dovrà essere indirizzato al servizio sociale, che costituisce l’obiettivo ultimo del jūdō” (Kyuzo Mifune, The Canon of Judo).

Insieme alla boxe, al taekwondo, alla lotta libera e alla lotta greco-romana, il judo è una delle pochissime arti marziali elevate al rango di sport olimpico. Questa disciplina si compone di tecniche e prese derivanti dal più antico jujitsu.

Dal punto di vista fisico i principali benefici sono:

  •  Il judo è ideale per chi sta cercando uno sport completo ed è valido anche per perdere peso e mantenere la linea, dato che attiva il metabolismo. Inoltre, essendo uno sport di contatto, il judo prevede un allenamento a 360 gradi, con conseguente aumento della massa muscolare;

 Questa disciplina è altamente benefica a livello respiratorio, perché insegna a respirare meglio e a concentrarsi nel ritmo dell’inspirazione e dell’espirazione. Ottimizzando la ventilazione polmonare, allevia anche fastidi come l’asma;

  • Migliora la circolazione;
  • Migliora l’equilibrio e l’agilità, aumenta l’elasticità dei muscoli e la flessibilità delle articolazioni.
  •  Dal momento che l’obiettivo del judoka è di restare in piedi cercando di buttare a terra l’avversario è molto importante allenarsi ad essere il più possibile agili ed a mantenere l’equilibrio anche quando si compiono movimenti molto rapidi.
  • Dal punto di vista emozionale e psichico, invece, i benefici maggiori che derivano dalla pratica del judo sono:
  • Rispetto per l’avversario. Questa disciplina insegna che anche in uno sport di difesa personale si può lasciare da parte la violenza, utilizzando modalità e tecniche che coinvolgono maggiormente lo spirito e l’equilibrio;
  • Aumenta l’autostima, aiuta a socializzare ed a combattere la timidezza.  Il judo contribuisce a non temere il contatto con gli altri e ad esprimersi con la propria corporeità. Inoltre, nonostante il combattimento avvenga tra due avversari, i legami che si stringono con gli altri membri della squadra possono essere molto forti;
  • Allena lo spirito e le qualità morali di una persona. Il judo è una scuola eccellente per apprendere il rispetto degli altri e di se stessi. Inoltre insegna a correggere atteggiamenti aggressivi, aumentando la tolleranza alla frustrazione in modo costruttivo;
  • Aumenta la concentrazione. Chi pratica questo sport impara a pensare prima di agire ed a non lasciarsi coinvolgere dalle emozioni nelle situazioni più difficili.

Di questa magnifica Arte parliamo con un vero campione: Diego Cressi, nato a Sarnico, Bergamo l’11/09/1985. Atleta professionista di judo, appartenente al gruppo sportivo Fiamme Azzurre (Polizia Penitenziaria), vanta un nitrito palmares:

Campionati italiani assoluti:

Bronzo Catania 2013 

Bronzo Torino 2015

Tornei internazionali:

4 ori,2 argenti,3 bronzi

Coppa Europa:

Bronzo Malaga 2013

World Cup:

5° Tallin 2014

5° Lisbona 2014

7° Madrid 2014

Come ha vissuto e vive Diego Cressi la paura del contagio ed il disagio per le indispensabili misure restrittive?

Ho vissuto e sto vivendo non con paura, ma con attenzione. Seguo e rispetto le regole che il nostro Stato, in questo momento, ci chiede cercando di poter insegnare agli altri il rispetto delle vitali normative. Ritengo che judoka inseriti all’interno dei gruppi sportivi statali siano fonte di modello e di ispirazione per tanti giovani; pertanto penso che possiamo davvero essere dei modelli di comportamento anche per le generazioni future

In questo periodo gli Sport di contatto sono praticamente interdetti. Il Judo, antica e prestigiosa Arte Marziale, quale futuro avrà in questo contesto pandemico?

Nella prima fase pandemica, visto lo stato d’allerta, tutti gli sport ed in particolare quelli di contatto come il judo, hanno dovuto subire un’interruzione.

Nella attualità il judo agonistico (dalla categoria esordienti a salire) ha ripreso il suo funzionamento in un nuovo regime, attraverso lo svolgimento di allenamenti e gare a porte chiuse.

Certamente la fase pandemica ha richiesto anche al judo una certa flessibilità ed uno spirito di adattamento totalmente nuovi ma che appartengono alla nobile arte del judo fin dalla sua nascita: nel judo vengono insegnati tanti principi che dovrebbero appartenere alla vita di ogni persona come l’adattamento, le regole, il rispetto, l’igiene.

Il judo ad oggi ha saputo adattarsi nel migliore e nei modi possibili; in futuro seguirà e si adatterà al corso degli eventi, come fin d’oggi ha fatto.

In questo momento di estrema fragilità esistenziale qual è la lezione del Judo per le future generazioni?  

I judoka si trovano spesso di fronte a nuovi avversari di fronte a nuove sfide inconosciute ed inconoscibili prima. È spirito del judoka incontrare l’avversario, qualsiasi esso sia, rispettarlo, cercare di conoscerlo, approcciarsi a lui e, sul tatami, cercare di portare la Vittoria a casa. Ritengo personalmente che nella situazione esacerbata dal Covid stia avvenendo la medesima situazione: di fronte ad una situazione inconosciuta prima, ora sappiamo difenderci maggiormente, avendola conosciuta, e avendo trovato il modo per fronteggiarla. 

A Lei, quale esponente della Polizia Penitenziaria, chiediamo come si sta vivendo nelle carceri il momento storico contingente.

Sicuramente è un momento estremamente difficoltoso: bisogna garantire la salute e la sicurezza dei colleghi e dei detenuti; appartenendo alla sezione judo del gruppo sportivo fiamme azzurre e non operando direttamente all’interno delle strutture penitenziarie non posso scendere maggiormente nel dettaglio, pur avendo la consapevolezza che tutto si stia svolgendo seguendo procedure e regole previste dalla normativa vigente.