Coronavirus e sindrome Hikikomori, in pericolo gli adolescenti

Coronavirus e sindrome Hikikomori, in pericolo gli adolescenti

27 Aprile 2020 0 Di Miriam Perfetto

Il nome della sindrome è un termine giapponese che significa letteralmente “stare in disparte”. In Italia il numero dei genitori che lamenta l’isolamento del proprio figlio dalla vita sociale è crescente.

 

Il fenomeno Hikikomori riguarda generalmente gli adolescenti e inizialmente si è manifestato in Giappone per poi diffondersi, in questi ultimi anni, nei Paesi del mondo economicamente progrediti. In Italia il numero dei genitori che lamenta l’isolamento del proprio figlio dalla vita sociale è crescente, l’Hikikomori è una sindrome culturale che si sta diffondendo a macchia d’olio.

Per un genitore non è facile comunicare con il figlio adolescente, decifrare messaggi e comportamenti di creature che sovente vivono situazioni conflittuali con il mondo intero. Tali difficoltà aumentano nella fase transitoria che va dalle scuole medie inferiori a quelle superiori. Ci si ritrova ad interagire con ragazzi che vivono “sdraiati” nelle camerette in simbiosi con i propri cellulari e con altri strumenti altamente tecnologici. In risposta a questa nuova realtà sociale, Marco Cripaldi, specializzato in psicologia sociale e comunicazione digitale, nel 2017 fonda HikikomoriItalia, associazione Nazionale di cui è Presidente. Gli studi e le attività di ricerca del dottore Crepaldi si concentrano sull’isolamento sociale dei giovani italiani senza tralasciare la depressione esistenziale e le dipendenze dalle nuove tecnologie. Poiché non esiste una vera diagnosi, sostiene Cripaldi, “… è difficile per i genitori capire di cosa si tratta perché il ragazzo, solitamente tra le medie e il liceo, inizia a manifestare insofferenza nei confronti della scuola…”.

E questo avviene anche se il giovane ha dei buoni voti e gli piace studiare: “il disagio non è verso lo studio ma verso la socialità con i compagni e verso le performanceche gli vengono richieste, anche se non esplicitamente”. I ragazzi hikikomori, conclude il dottore Cripaldi, “sono intelligenti ma introversi, si sentono diversi, non si identificano con i valori della società di cui fanno parte, quindi tendono ad allontanarsene e a rinchiudersi nel loro mondo, in una dimensione in cui si trovano a proprio agio”.

L’isolamento è un comportamento che non va sottovalutato, è il primo campanello di allarme che un genitore non deve né tralasciare e né ignorare. La famiglia e la scuola rappresentano due Istituzioni fondamentali nel prevenire e trattare quella che è diventata una vera e propria sindrome che mette in crisi la realtà sociale contemporanea. Il fenomeno hikikomori ha raggiunto una portata considerevole, a tal punto che il Ministero dell’Istruzione ha creato un tavolo, di cui fa parte Crepaldi, per tracciare delle linee guida a livello nazionale e fronteggiare, in sinergia con le famiglie, le problematiche scaturite dalla sindrome Hikikomori.

Il 2020 è un anno che sta mettendo a dura prova tutti sia dal punto di vista fisico che psicologico, nessuno è escluso da questa sofferenza, si percepisce molto malessere e non solo dal punto di vista economico-sociale, anche la salute mentale è una emergenza. In questa situazione, generata da questo essere invisibile, un virus, difficile da sconfiggere, i ragazzi che sono già a rischio di ritiro sociale possano diventare hikikomori.