Biopsia Prostatica Fusion per diagnosi del tumore

Biopsia Prostatica Fusion per diagnosi del tumore

10 Febbraio 2019 0 Di La Redazione

Alla Clinica San Miche di Maddaloni il dottor Mariano Pizzuti fonde tecniche innovative per avere maggiore completezza nella diagnosi del carcinoma della prostata.

Dr. Mariano Pizzuti

Una tecnologia altamente innovativa anche in campo urologico alla Casa di Cura “San Michele”: si chiama Biopsia prostatica RM-fusion e consente di localizzare con precisione il tumore della prostata. Attualmente è la metodica più moderna e avanzata per la diagnosi del carcinoma prostatico – calcolato oggi il primo tumore per incidenza nel sesso maschile – ed è adottata nella struttura sanitaria di Maddaloni dal dr. Mariano Pizzuti. Si tratta di una prestazione ambulatoriale che non necessita di ricovero.

«La Risonanza Magnetica multiparametrica (RMN mp) e la Biopsia Prostatica Fusion – ravvisa l’urologo – rappresentano la vera innovazione nella diagnostica del tumore della prostata».  Se la biopsia consente di prelevare esili frammenti di tessuto prostatico attraverso una sonda ecografica trans-rettale, la diagnostica di primo livello viene oggi supportata da procedure strumentali altamente sensibili e innovative che permettono all’urologo una diagnosi sempre più precoce.

«Sfruttando il principio delle radiofrequenze, la Risonanza Magnetica multiparametrica (in inglese mpMRI) costituisce ad oggi la migliore metodica di tipo radiologico sia per delineare l’anatomia della prostata e dei tessuti limitrofi, sia nell’individuare lesioni neoplastiche prostatiche anche di pochi millimetri».

La metodica è estremamente accurata nell’evidenziare la presenza di carcinomi: «La RM multiparametrica – spiega il dr. Mariano Pizzuti – si applica nello studio di pazienti con PSA alterato (cioè l’antigene prostatico specifico) e per individuare quali sono i casi da sottoporre a biopsia, evitando procedure invasive non consigliate. Al tempo stesso, può essere usata sia nella rivalutazione di pazienti con PSA alterato e precedenti biopsie negative, sia per identificare l’eventuale presenza di recidive nel caso di incremento del PSA in seguito a trattamento di tipo chirurgico, radiante oppure farmacologico».

Grazie ad una apparecchiatura ecografica di ultima generazione, dunque, è possibile integrare i dati emersi dalla risonanza magnetica con le immagini ecografiche. In questo modo, millimetrici noduli prostatici possono essere bioptizzati in modo mirato. «In casi selezionati o dubbi (ad esempio pazienti con precedente biopsia negativa ma con indicatori di rischio di neoplasia) – prosegue il dr. Pizzuti – questa tecnica di fusione delle immagini ecografiche con quelle della RM permette di effettuare un campionamento mirato, evitando biopsie multiple. Rispetto ai 14 prelievi compiuti in media dall’urologo, tale metodica consente di ridurre i prelievi e soprattutto di mirare con altissima precisione il punto esatto in cui si trova e cresce il tumore. Confrontando i risultati della biopsia eco-guidata con quelli della tecnica fusion si osserva un netto calo di casi falsi-negativi (biopsie risultate negative in pazienti affetti da cancro prostatico), passando dal 30% a un valore inferiore al 10%».

Con la biopsia prostatica transrettale mirata con tecnica fusion, perciò, i prelievi bioptici risulteranno perfettamente centrati all’interno delle zone sospette identificate dalla RM mp. Questo trasforma la biopsia prostatica in una tecnica bioptica precisa e mirata. La Biopsia prostatica RM-fusion, inoltre, è una prestazione ambulatoriale che non necessita di ricovero.