Aspat: la regione non fa programmazione

Aspat: la regione non fa programmazione

1 Agosto 2019 0 Di La Redazione

Polizzi: “Sul punto, il Consiglio di Stato ha definitivamente bocciato la Regione Campania ma intanto è aumentato a dismisura il contenzioso legale con i Centri accreditati”.

Pierpaolo Polizzi

«La recente pronuncia di Palazzo Spada conclude – dice Il presidente dell’Associazione sanità privata accreditata, Pierpaolo Polizzi – una vicenda iniziata giusto un anno fa, allorquando l’Aspat, in uno ad alcuni centri associati, avviò un ricorso presso le Autorità giurisdizionali per la mancata adozione del fabbisogno prestazionale, attualizzato ai Lea, propedeutico alla fissazione dei tetti di spesa, secondo quanto stabilito da normativa, decreti commissariali e piani attuativi».

«Nell’autunno scorso – spiega Gaetano Gambino, Direttore Aspat – la struttura commissariale, sollecitata anche dai numerosi interventi mediatici dell’associazione di categoria, maggiormente rappresentativa della macroarea specialistica ambulatoriale, adottò tardivamente un decreto di programmazione che non tenne in alcun modo conto del fabbisogno prestazionale, sebbene richiamava al suo interno il decreto 50 che ne prevedeva la rigorosa applicazione. La conseguenza della applicazione ex-post del decreto 84 e nuova regolamentazione annessa portarono ad un totale scompaginamento delle attività svolte e consuntivate nel corso del 2018, con addebiti a posteriori comminati alle strutture erogatrici per alcune decine di milioni di euro, che conseguentemente hanno incrementato a dismisura il contenzioso legale. Insomma il caos».

«La pronuncia del giudice di Appello – precisa Polizzi – nel riferirsi al biennio 2018-19, fa chiarezza sulla questione a 360 gradi, in quanto stabilisce che non risulta, allo stato, essere stata disposta da parte della pubblica amministrazione una analisi del fabbisogno prestazionale per le succitate annualità». Ancora, «che l’atto di determinazione del fabbisogno è atto amministrativo doveroso, obbligatorio autonomo ed indipendente dall’atto di determinazione dei tetti di spesa e degli schemi di contratto e che, conseguentemente, il commissario ad acta De Luca dovrà provvedervi, entro 90 giorni, con espresso avviso che in difetto sarà nominato un Commissario con poteri sostitutivi».

L’atto, infine, «riconosce la validità della richiesta associativa di accesso agli atti della Commissione regionale preposta (DCA 55/2017) alla stesura del nuovo fabbisogno, al fine di attuare il controllo degli atti amministrativi sulle risorse pubbliche, secondo i principi e la logica della piena trasparenza». «L’Aspat, in conclusione, nell’esprimere viva soddisfazione per la portata della descritta pronuncia del Consiglio di Stato, riformula ancora una volta all’indirizzo del commissario alla Sanità De Luca l’invito ad istituire in sede regionale un tavolo (più volte promesso) della specialistica ambulatoriale dedicato ai temi del fabbisogno assistenziale, tetti di spesa e correlati contratti, anche – conclude Polizzi – al fine di dare forma e sostanza all’istituto della partecipazione, strumento formidabile di raccolta delle esperienze e competenze più qualificate del Settore».