Alberto Zurlo, la solitudine ed il silenzio della pandemia

Alberto Zurlo, la solitudine ed il silenzio della pandemia

30 Maggio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

 

Le palestre hanno finalmente riaperto i battenti, ma i problemi legati alla lunghissima clausura hanno determinato la fine di molte attività sportive, mandando definitivamente per strada numerosissimi operatori del settore.

Ne parliamo con Alberto Zurlo, 26 anni di Scafati, in provincia di Salerno. Laurea magistrale in Attività Motorie Preventive e Adattate – e nel 2019 ha conseguito un diploma post laurea in Forza e Condizionamento.

Master di I livello in Posturologie e Biomeccanica. Diplomato presso la Barca Innovation Hub- Universitas in Nutrizione Sportiva Avanzata.

Chinesiologo, responsabile della progettazione di protocolli di Esercizio Fisico Adattato, finalizzati al miglioramento sia di problematiche Osteo-Articolari e Muscolari, sia di Patologie Croniche Organiche come Cardiopatie, Diabete Mellito, Sindrome Metabolica, Obesità, Ipertensione, nonché in programmi di allenamento rivolti all’ Età Adulta e Giovanile.

Lavora come Personal Trainer e Preparatore Fisico per L’Academy Scafati Basket rispettivamente per i gruppi giovanili u15, u16, u18 e u20 silver e per una squadra di nuoto a livello agonistico presso il centro sportivo Gymnasium Scafati.

Come hai vissuto la paura della pandemia, la paura del contagio e del disagio legato alle indispensabili misure restrittive?

Nella pandemia e nell’isolamento a casa ho avuto la possibilità di apprezzare il valore del silenzio contro i “rumori della vita”, quelli delle consuetudini della “normalità”. Si è presentata, per la prima volta, l’occasione di riflettere in maniera tranquilla ed estesa sulla mia esistenza, di provare a conoscere momenti nuovi di interiorità, di vivere forme varie di interesse. Soprattutto si è presentata l’opportunità di rivedere e riscoprire i rapporti con la mia famiglia, cercando di coglierne la parte essenziale, sfruttando quelle relazioni e quei tempi di condivisione con loro che erano diventati difficili da sostenere in un contesto sociale così veloce, frenetico. Ho maturato la necessità di salvaguardare l’equilibrio tra vita lavorativa e vita familiare e sociale, evitando che il lavoro, qualunque esso sia, si espanda fino ad occupare gli spazi che dovrebbero essere soltanto miei, della mia vita privata e delle mie relazioni.

La solitudine ed il silenzio della pandemia, quindi, mi hanno insegnato qualcosa di nuovo e di più, sia rispetto alla propria interiorità, che rispetto alla mia vita sociale.

Quanti danni hanno arrecato al wellness (fitness, palestre, piscina, centri sportivi…) la chiusura forzata e la confusa gestione politica?

Su questo resto fortemente convinto che c’ è stata una chiara “impreparazione” delle gestione politica! Le istituzioni hanno erroneamente classificato i centri sportivi come luoghi ad alto rischio durante la pandemia. Nonostante l’aumento dei protocolli di pulizia e delle linee guida sulla sicurezza, così come dei dati e delle ricerche che dimostrano che i club non sono luoghi di contagio del COVID-19, alcune istituzioni non hanno cambiato la loro percezione e opinione, arrecando non solo danni economici incalcolabili, ma soprattutto alla SALUTE.

Tale scenario ha fatto si che si verificasse una diminuzione del livello di attività tra gli adulti e i bambini e si sa che l’inattività ha un forte impatto sull’aumento del rischio di infezione.

È scoraggiante – per non dire altro – constatare lo scarso valore che tante persone danno all’esercizio fisico.

Un articolo afferma che: “Siamo tutti seduti in casa rannicchiati, in attesa di un vaccino per Covid-19 invece di uscire, essere attivi ed allenarci, considerando che al momento l’unico vaccino disponibile e utile per tutti è il movimento”

Dobbiamo far in modo che le persone si prendano cura della loro salute. Questa è la migliore protezione che esiste contro il Covid-19!

Quanto è importante per lei il binomio sport e salute?

Praticare un’attività sportiva è fondamentale per la tutela della salute. Il movimento, e ancora meglio l’allenamento, sono considerati dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità (Oms) una vera e propria terapia preventiva. Le persone attive vivono più a lungo e in età avanzata sono più autosufficienti e mentalmente più in forma. L’attività fisica ha, inoltre, un effetto positivo sul benessere psichico e sulla qualità della vita, poiché lo sport rappresenta un elemento di fondamentale importanza anche all’interno del contesto sociale…Sono convinto che, anche attraverso le varie attività sportive, possiamo formare cittadini migliori nel rispetto di sé e degli altri. A tal fine lo sport dovrebbe essere un valore da salvaguardare e allo stesso tempo da promuovere, non solo per la salute bensì per le pratiche sociali.

Cosa lo sport e l’attività fisica le hanno dato in termini di crescita personale, professionale e sociale?

Lo sport più di ogni altra cosa mi ha aiutato a sviluppare una predisposizione mentale al cambiamento.  Il fatto che non sarà mai possibile prevedere ogni cosa nello sport, così come anche nella vita (pandemia, Covid-19…) è un fattore decisivo. Spesso è l’atteggiamento psicologico che adottiamo nelle situazioni a fare la differenza tra riuscire o meno in un’impresa.

Ci sono due frasi a cui sono particolarmente legato: “Work harder than yesterday” è ciò che mi sfida ogni singola mattina a dare il mio 100%, questa è la mia regola di vita! Ma la mia ispirazione preferita è: “Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara”. – attribuita al Dalai Lama.

Non mettiamoci in una posizione scadente, non pensiamo di essere insignificanti, tutti sono degni di tirare fuori i sogni. Quelli che possono farlo sono quelli che hanno fatto con dedizione il loro lavoro senza guardare nient’altro. Questa frase la dedico al mio team e a tutti coloro che si sentono troppo piccoli per fare la differenza, ognuno di voi…è necessario!