Affrontare il Coronavirus da paziente (I parte)

Affrontare il Coronavirus da paziente (I parte)

17 Agosto 2020 0 Di Miriam Perfetto

Ho la febbre: sarà Covid? Cosa prevedono i protocolli?

Diciamo la verità, a chi non è capitato, in questo drammatico 2020, di fronte a sintomi di febbre, tosse o altri malesseri, o dopo essere stato in contatto con una persona affetta da sintomi respiratori, di provare la strisciante paura di essere affetto da Covid-19? Vediamo assieme al dottor Carlo Alfaro, Dirigente medico Ospedali Riuniti Stabiesi Asl Napoli 3 Sud, cosa accade ad una persona sospetta di aver contratto l’infezione da Sars-CoV-2 e quando o come viene accertato il virus.  

Quali sono i sintomi che possono essere attribuiti al Covid-19?

Il Covid-19 ha uno spettro di manifestazioni molto variegato sia quanto a gravità che a tipologia di sintomi. I più comuni sono i simil-influenzali: febbre, tosse, in genere secca e stizzosa, più raramente produttiva; malessere generale; mal di gola e raucedine; rinite con congestione nasale e rinorrea (naso che cola); congiuntivite, cefalea, dolori muscolari e articolari, perdita di appetito e stanchezza. Di tutti questi sintomi, febbre e tosse secca quelli che, nelle varie casistiche pubblicate, sono risultati più frequentemente presenti. Più rari, all’esordio, i sintomi di malattia delle vie respiratorie basse: dispnea (si respira con difficoltà anche a riposo, peggiora sotto sforzo, anche dopo una semplice camminata, e generalmente non si associa a catarro), dolore toracico, espettorazione di sangue, cianosi (in pratica, sintomi di polmonite). Di solito, nel Covid-19, la difficoltà respiratoria viene avvertita quando già la malattia polmonare è importante, quindi non tardare a chiamare il Medico quando si presenta.

Un campanello di allarme alquanto caratteristico è l’alterazione o perdita del senso del gusto e dell’olfatto: è più comune e persistente nei pazienti con Covid-19 che in altre malattie virali, può associarsi alla sintomatologia respiratoria o presentarsi isolatamente, e regredisce nella maggioranza dei casi nel giro di quattro settimane, sarebbe più comune nei giovani. Sono poi descritte nel Covid-19 anche manifestazioni a carico di altri organi e apparati: intestinali (dolori addominali, diarrea, nausea e vomito), cutanee (rash aspecifici, sovrapponibili a qualsiasi altro esantema minore comune in corso di malattie virali, per lo più eritemato-maculari, a volte di tipo orticarioide o raramente vescicolare, pruriginosi o meno, diffusi al tronco o a tutto il corpo, talvolta associati a lesioni sul palato), neurologiche (difficoltà di concentrazione, nevralgie, vertigini, alterazione dello stato di coscienza, confusione, convulsioni, delirio, ictus, encefalite, disturbi dell’umore come depressione e ansia), cardiache (dolore toracico di tipo coronarico o tachi-aritmie).

Se un paziente ha dei sintomi sospetti, cosa deve fare?

E’ il Medico di assistenza primaria che va contattato, Medici di medicina generale e Pediatri di libera scelta hanno un ruolo centrale nella gestione dei casi. In caso di sospetto Covid, il paziente deve avvisare il Medico curante, che durante il consulto telefonico raccoglie tutte le informazioni anamnestiche utili a valutare la probabilità di infezione da SARS-CoV-2.

Quali sono i criteri per eseguire il tampone?

Secondo le indicazioni ministeriali, il tampone per la ricerca del virus viene effettuato in tre casi:

1) Infezione respiratoria acuta + assenza di altra eziologia + storia di viaggi in zone a rischio (cioè con presenza di casi a diffusione locale) negli ultimi 14 giorni;

2) Infezione respiratoria acuta + assenza di altra eziologia + necessità di ricovero;

3) Infezione respiratoria acuta + contatto stretto con caso sospetto o certo di Covid negli ultimi 14 giorni, laddove per “contatto stretto” si fa riferimento a chi vive nella stessa casa, o ha avuto contatto con le secrezioni infette, o contatto diretto con la persona a distanza minore di 2 metri e per un tempo di durata maggiore di 15 minuti.

Come fa il Medico a far effettuare il tampone, se lo ritiene necessario?

Provvede ad inviare a domicilio del paziente l’Unità medico-infermieristica deputata, Usca (Unità Speciale di Continuità Assistenziale). Nell’attesa dell’arrivo della Usca e del risultato del tampone, il Medico di famiglia raccomanderà al paziente isolamento a casa, riduzione dei contatti con i familiari, uso di mascherina, guanti e protezione dei conviventi, lavaggio frequente delle mani, igiene respiratoria, areazione frequente degli ambienti, e chiederà una rivalutazione telefonica giornaliera dei sintomi. 

E se invece il paziente con sintomi sospetti si reca direttamente in ospedale?

È una prassi meno consigliabile. Comunque, il comportamento dei Medici del Pronto soccorso è lo stesso: test sierologico e, in caso di indicazione, tampone diagnostico. In tutti gli ospedali è stata attrezzata un’area dedicata di pre-triage, prima di accedere al Pronto soccorso, in cui i soggetti che si presentano con febbre o sintomatologia simil-influenzale (inclusi i sintomi gastrointestinali) o provengono da aree ad alta incidenza di contagi o hanno una anamnesi positiva per contatti a rischio vengono inviati a un percorso a parte, definito “sporco” (casi sospetti) e completamente differenziato da quello “pulito” (altri pazienti). In quest’area dedicata i pazienti sospetti eseguono il tampone rino-faringeo e sono tenuti in osservazione fino all’arrivo del risultato. 

Quale meccanismo scatta in caso di tampone positivo?

Se il caso è stato diagnosticato a livello territoriale, il Medico curante, appena avutane notizia, invia immediatamente la notifica al Servizio Igiene e Sanità Pubblica di riferimento, mentre se la positività è rilevata in ospedale, il reparto la segnala alla Direzione sanitaria ospedaliera la quale a sua volta invierà la scheda al Servizio Igiene e Sanità Pubblica di riferimento. Sarà cura poi della Direzione Prevenzione trasmettere la notifica al Ministero della Salute, all’Istituto Superiore di Sanità e procedere alla sua registrazione sul sito web dedicato. Nella scheda di segnalazione del caso, per permettere l’attivazione di tutte le misure di sanità pubblica, incluso rintracciare i contatti, vanno inseriti: numero telefonico del paziente e del Medico curante; riferimenti di tutti i contatti stretti negli ultimi 14 giorni; dettagli su eventuali viaggi effettuati nei 14 giorni precedenti l’esordio dei sintomi (luoghi in cui il soggetto si è recato e ha soggiornato, date di arrivo e partenza, mezzi di trasporto utilizzati, riferimenti di eventuali voli aerei, viaggi in nave o in treno, aeroporti, porti, stazioni di partenza e di arrivo, scali intermedi).