Stefano Capaccio: “Solo lavorando seriamente ci si può togliere grandi soddisfazioni”

Stefano Capaccio: “Solo lavorando seriamente ci si può togliere grandi soddisfazioni”

4 Maggio 2023 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Per fortuna il peggio è passato, ma durante la Pandemia e quindi con le restrizioni che limitavano o addirittura sospendevano le attività agonistiche, ho provato con tutte le difficoltà del caso a tenermi in forma, provando ad allenarmi a casa o nei luoghi che a seconda delle disposizioni permettevano l’attività fisica, è stato un periodo davvero difficile per me, soprattutto perché a 38 anni mantenere il ritmo partita e una discreta condizione atletica è davvero complicato, la paura del contagio nei periodi di massima espansione del virus è stata tanta, ma la voglia di riprendere gli allenamenti e le partite come in normalità, sinceramente è stata più grande della paura del contagio.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Nella pallacanestro, come negli altri sport cosiddetti “Minori” il tempo, i modi e le dinamiche per far sì che l’attività sportiva riprendesse il prima possibile fanno ovviamente capo ad altre istituzioni e quindi non esclusivamente agli organi competenti e alle singole realtà sportive, di certo, è stata una situazione nuova e di difficile lettura un po’ per tutti, la pallacanestro è uno sport di contatto, quindi ad alto rischio contagio, e io non ho le competenze necessarie per poter colpevolizzare né tantomeno puntare il dito contro nessuno, si è provato a preservare la salute di tutti, nei tempi e nei modi ritenuti più opportuni.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Da piccolo giocavo a calcio, devo dire anche con discreti risultati, ma nella scuola calcio in cui andavo, il campo era in terra battuta e molto spesso, soffrendo di Asma avevo problemi a respirare, i miei genitori perciò decisero di farmi provare con la Pallacanestro, l’amore e la passione per questo sport non iniziò subito, cambiai ancora giocando per 2 anni a Tennis, ma oggi dopo 25 anni giocati a livello agonistico posso dire che la Pallacanestro è, ed è stata la più grande passione che io abbia mai avuto, nonché compagna di vita a cui ho fedelmente dedicato tutte le mie energie.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Credo fermamente che nello sport, nel lavoro e in qualsiasi ambito in cui si è chiamati in causa, la forza di volontà, l’impegno e la dedizione siano parte fondamentale del successo, piccolo o grande che sia, che sia sport o che sia lavoro è fondamentale mettere tutto l’impegno necessario per riuscire bene in quello che si fa.
Sono pochi i casi in cui il talento ti permette di fare poca fatica o sudare di meno degli altri per emergere, personalmente di talento non ne ho mai avuto tanto, basta pensare che a livello giovanile ho dovuto sempre un po’ rincorrere per ridurre il gap con i miei pari età , ma ho dedicato tanto tempo agli allenamenti con serietà e professionalità, e alla fine posso dire di essere orgoglioso del percorso che ho intrapreso e che tutt’ora, sicuramente con tanta fatica in più provo a portare a termine nel migliore dei modi.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Da qualche anno essendo ahimè “l’esperto” del gruppo, noto maggiormente gli atteggiamenti dei ragazzi più giovani, credo non si possa comparare per intero e per una serie di ragioni, la mia generazione a quella attuale, il consiglio che do, e posso dare ai più giovani è sicuramente quello di ascoltare di più, di portare avanti un impegno fino in fondo, di avere cura del proprio corpo e della propria mente attraverso lo sport, apprendendo il più possibile da chi lavora quotidianamente per la loro formazione e di non fermarsi alle prime difficoltà, solo lavorando seriamente ci si può togliere grandi soddisfazioni.