Specialisti ambulatoriali verso lo sciopero

Specialisti ambulatoriali verso lo sciopero

4 Maggio 2021 0 Di La Redazione

A rischio più di 2.000 visite domiciliari a settimana. Gabriele Peperoni: “L’Asl di Napoli ha disatteso ogni accordo, ci chiamano eroi ma nei fatti ci umiliano”.

 

 

Sumai verso lo sciopero. Costretti ad usare le proprie auto e a pagare di tasca propria gli spostamenti verso i pazienti non deambulanti e da anni in attesa di veder riconosciuti rimborsi mai percepiti, gli Specialisti ambulatoriali convenzionati interni dell’Asl Napoli 1 hanno dichiarato lo stato di agitazione, e ora guardano ad uno sciopero che sembra inevitabile. Ci siamo visti costretti – dice Gabriele Peperoni, vice presidente nazionale del SUMAI – a revocare la disponibilità all’uso dei nostri automezzi per le visite domiciliari ai pazienti fragili e non deambulanti. Una decisone dolorosa, ma giunti a questo punto anche inevitabile. Visto che l’Asl ha disatteso ogni accordo preso, ora dovrà necessariamente mettere a disposizione gli automezzi con i relativi autisti, per evitare un’interruzione di pubblico servizio con tutte le conseguenze giuridiche che ricadrebbero unicamente ed esclusivamente a carico dei responsabili dell’Azienda sanitaria». L’ultimatum fissato dagli Specialisti ambulatoriali convenzionati interni del SUMAI è al 17 maggio prossimo, data oltre la quale le visite domiciliari potrebbero fermarsi. Sul piatto c’è ben più del rispetto degli accordi sui rimborsi, che sono solo la punta di un iceberg. «L’ASL di Napoli – prosegue Peperoni – ignora colpevolmente le legittime richieste di una categoria cui, evidentemente, solo a parole si riconosce il merito di aver contribuito a garantire alla Regione e alle Aziende, in particolare alla Napoli 1 centro, di mantenere aperti gli ambulatori distrettuali e i tanti ospedali, e praticamente quasi tutti i pronto soccorso aziendali, ove operano molti sanitari appartenenti alla nostra categoria oltreché di aver continuato ad effettuare le visite domiciliari, nonostante la carenza di DPI nei mesi iniziali della pandemia».

Se l’ASL Non dovesse rispondere alle richieste dei camici bianchi, sarebbero più di 2.000 a settimana le visite domiciliari che potrebbero saltare. «Siamo speranzosi che l’azienda dia un cenno di attenzione alle nostre istanze e che possa esserci un confronto quanto prima. Sarebbe troppo facile scaricare tutto sui medici, chiamandoci eroi ma nei fatti continuando a umiliarci».