SIMG, serve una riforma strutturale del Sistema Sanitario

SIMG, serve una riforma strutturale del Sistema Sanitario

26 Novembre 2022 Off Di La Redazione

La sinergia tra il sistema sanitario pubblico e i medici di famiglia è la chiave per poter offrire un servizio che sia il migliore in termini di quantità e qualità nella prestazione che si offre al cittadino”, ha sottolineato il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

 

È un grido di realismo e concretezza quello che promana dal 39° Congresso Nazionale della SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, che si tiene a Firenze presso la Fortezza da Basso fino a sabato 26 novembre. Presenti oltre duemila medici di famiglia, il 12% di tutto il territorio nazionale. Il Presidente SIMG Claudio Cricelli si è appellato alle istituzioni nazionali e locali per la necessità di immediate riforme strategiche che intervengano strutturalmente sul sistema sanitario, anche in virtù dei fondi a disposizione con il PNRR. Nella sessione inaugurale, coordinata dal vicepresidente SIMG Ovidio Brignoli e dal Consigliere Luigi Galvano, sono intervenuti il Presidente della Regione Toscana Eugenio GianiFilippo Anelli, Presidente FNOMCeO; Alberto Oliveti, Presidente di Fondazione ENPAM; Silvestro Scotti, Presidente FIMMG, incalzati dal giornalista scientifico Cesare Fassari.

A mio avviso, la tutela della salute, costituzionalmente garantita dall’articolo 32, è tra le esigenze più importanti tra i diritti dei cittadini e per la costruzione di una società più evoluta. La sinergia tra il sistema sanitario pubblico e i medici di famiglia è la chiave per poter offrire un servizio che sia il migliore in termini di quantità e qualità nella prestazione che si offre al cittadino”, ha affermato il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

In questa fase si presentano tre scenari possibili, dove la politica sanitaria si intreccia con aspetti sociali e politici – ha sottolineato il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Il primo scenario consiste nella gestione degli affari correnti, senza realizzare investimenti, limitando le riforme alle necessità improrogabili affinché l’attuale sistema continui a funzionare. La seconda opzione è data da una possibile riforma infrastrutturale limitata ad alcuni miglioramenti importanti, ma senza la reale capacità di investire sullo sviluppo e sulla reale crescita del sistema. Il terzo scenario invece è quello più dirompente: approfittare di questa situazione di discontinuità politica per andare verso una vera stagione di riforma del SSN del Paese. Questa riforma non dovrebbe essere limitata solo al SSN, ma dovrebbe tenere conto del fatto che l’assistenza sanitaria viene erogata da diversi pilastri, che in questa fase stanno crescendo e devono necessariamente interagire tra loro. Bisogna partire dalla domanda dei bisogni dei cittadini e dare risposte strutturali attraverso una profonda riforma che rappresenti un punto di partenza in grado di superare le ideologie preesistenti per definire un nuovo modello di assistenza sanitaria. Occorre poi definire i ruoli dei vari comparti delle cure primarie e specialistiche, stabilendo la metodologia di allocazione delle risorse. La SIMG auspica che si concretizzi il terzo scenario: si devono coinvolgere tutte le parti sociali, senza che il pensiero medico prevalga sulle altre componenti, al fine di lasciare la politica ai suoi compiti”.