Marco Ponzo: “Spero che un giorno lo sport sia la mia professione a tempo pieno”

Marco Ponzo: “Spero che un giorno lo sport sia la mia professione a tempo pieno”

21 Dicembre 2021 0 Di Pasquale Maria Sansone

L’amore per il calcio è un sentimento che unisce, e spesse volte divide, molti italiani al punto da costituire quasi un’anomalia all’interno del panorama sportivo più ampio del nostro paese: i calciatori sono modelli di cui i più giovani vorrebbero poter adottare lo stile di vita, l’aspetto economico del calcio coinvolge tutti gli strati della società italiana e la domanda “di che squadra sei?” è una delle prime che i bambini delle elementari si rivolgono quando si stanno conoscendo. 

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un calciatore di lungo corso: Marco Ponzo.

Come ha vissuto e vive la paura della pandemia, del contagio ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

La pandemia ha colpito ogni ambito del nostro quotidiano, soprattutto nel primo periodo è stato complicato riorganizzare la propria quotidianità sia a livello lavorativo sia a livello sociale, è stato un momento di grande disorientamento, perché oltre alla concreta paura del virus si aggiungeva l’incognita di cosa sarebbe successo in futuro e quando sarebbe tornato tutto alla normalità.

Personalmente ho cercato di riempire il vuoto della quarantena, convogliando le mie energie come occasione per creare nuovi obiettivi e nuove prospettive a partire dalla piccola routine domestica (ora ritagliata allo sport con corsa e palestra in home gym, creata appositamente ) ed intraprendere un percorso di studi nella mia più grande passione, lo sport e la Nutrizione.

Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Calcio in particolare le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?

Chiaramente a livello sportivo i danni sono stati innumerevoli, noi dilettanti abbiamo praticamente perso due stagioni calcistiche, sia a livello remunerativo ma soprattutto a livello sociale e di carriera. Ad esempio basti pensare a chi dalle giovanili si è trovato catapultato in prima squadra senza aver accumulato nessuna esperienza necessaria o chi era in procinto di ritirarsi, dato l’avanzare dell’età, ed ha dovuto anticipare la scelta forzatamente.

Tutt’ora la ripresa non è facile, abbiamo sospeso allenamenti e/o partite ufficiali per casi di positività di Covid con tutto quello che ne consegue per amici e parenti con quarantene fiduciarie da rispettare. Le misure da seguire possono sembrare a volte in contrapposizione tra loro, noi comunque seguiamo le norme nel rispetto di tutti e di un quantomeno proseguimento delle attività.

Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute ovvero quanto è fondamentale l’attività sportiva per conseguire e mantenere il benessere psicofisico?

Credo fortemente nel binomio Sport-Salute, ed è proprio per questo che ho intrapreso il mio percorso formativo, cercando di divulgare le basi scientifiche che rendono la pratica dello sport e di una adeguata e corretta nutrizione una base fondamentale per innalzare lo stato psico-fisico di ogni essere umano.

Cosa le ha dato il Calcio in termini di crescita personale sociale e professionale?

Io allo sport devo tutto: conoscenze, amicizie, consapevolezza, personalità, lavoro di squadra e lavoro personale per il conseguimento di sempre e nuovi più grandi traguardi che non fanno altro che arricchire il bagaglio personale di esperienze, da riportare nella vita di tutti i giorni. Cercando e sperando un giorno di farne parte non solo a livello sportivo ma facendola diventare una professione a tempo pieno.