Manuel Costella, nello sport il risultato non è tutto ciò che conta

Manuel Costella, nello sport il risultato non è tutto ciò che conta

1 Maggio 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Chi avrà il coraggio di prendere delle decisioni, diventerà un giocatore…chi saprà prendere quelle giuste, rimarrà leggenda”. (Kobe Bryant)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro della palla a spicchi: Manuel Costella. 

Dal 2012 al 2017 ricopre l’incarico di Addetto Stampa e Dirigente Accompagnatore presso la Valentino Basket Castellaneta;
Dal 2017 al 2021 ricopre l’incarico di Dirigente Accompagnatore e Responsabile Comunicazione presso la Pallacanestro Terre Delle Gravine Castellaneta;
Dal 2019 al 2020 ricopre l’incarico di Social Media Manager presso il CUS Jonico Basket Taranto;
Da ottobre 2021 ricopre l’incarico di Team Manager e Responsabile Comunicazione presso l’Ardens Basket Sedriano.

La fase pandemica nella sua fase più acuta sembra ormai essere alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha affrontato questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle severe misure restrittive?

Tutti siamo stati messi alla prova, in qualsiasi campo della quotidianità. Personalmente l’ho vissuta con non eccessiva preoccupazione degli eventi, adeguandomi alle direttive impartite per contrastare la pandemia, tra restrizioni, tamponi e vaccini. Ho temporaneamente abbandonato gli impegni sportivi tra il 2020 e 2021 per una serie di cambiamenti a livello lavorativo che mi hanno portato a cambiare radicalmente vita, ma ho cercato sempre di restare ottimista sulla fine del periodo pandemico che ci coinvolge da oltre due anni.

Le restrizioni e il tentennamento del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto per quello cosi detto minore, cos’è successo in particolare nella sua specialità?

Anche lo sport si è trovato debole e vulnerabile di fronte al crescere della pandemia. La pallacanestro italiana ha optato per la conclusione anticipata dei campionati (parliamo della stagione sportiva a cavallo tra il 2020 e il 2021). La quotidianità inerente a partite, allenamenti, e tutto ciò che circonda l’ambiente cestistico è stata stravolta. La Federazione Italiana Pallacanestro ha messo in campo diversi protocolli sanitari, che seguivano a ruota quelli governativi, riguardanti le normative anti-covid per evitare il contagio e la diffusione della pandemia.  Si è passati dalle autocertificazioni e allenamenti senza contatto, al rinvio di partite al raggiungimento di un certo numero di positivi accertati e alla tracciabilità dei contatti, solo per citare alcune tra le misure adottate. Infine gli accessi al pubblico sono stati ridotti sensibilmente. I campionati sono ripresi regolarmente nell’estate 2021 ma le difficoltà sono persistenti. Le previsioni future in ottica post-pandemica non sono delle più rosee, soprattutto riguardanti il lato economico. Le società più deboli economicamente potrebbero chiedere di disputare categorie inferiori, se non addirittura scomparire, se non riusciranno a garantire una continuità dell’attività sportiva.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

La mia passione per la disciplina è nata grazie alla tradizione presente nel mio paese di origine, Castellaneta (provincia di Taranto). All’alba degli anni 2000 la pallacanestro ha partecipato al campionato nazionale di Serie B, ed è sempre stata all’apice dei campionati regionali. Sin da bambino ho perseguito questa strada, sia per l’entusiasmo che gravitava attorno all’ambiente basket, sia per una passione che man mano era destinata a crescere. La stessa passione che mi accompagnato da giocatore al passaggio ad organico dirigenziali, per cui nutro forse una passione ancora più intensa.

 Al di la delle doti personali e delle attitudini quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

Quando si rispetta un determinato piano, in qualsiasi ambito esso sia, e si rimane fedele ai propri obiettivi, prima o poi i risultati sono destinati ad arrivare. A meno di sfortunati incidenti di percorso, tutto può essere possibile. Il denotare progressi in un proprio percorso, che abbia un fine ultimo, può essere senza dubbio uno stimolo naturale, oltre ad alimentare un desiderio di perseveranza in quello che si fa. Nello sport è risaputo come la forza di volontà contribuisca alla crescita psicofisica degli atleti per il raggiungimento del massimo risultato possibile, con costanza, programmazione, voglia di migliorarsi e senza mai fermarsi. Se si vuole realizzare un sogno o concretizzare un obiettivo, la forza di volontà è senza dubbio il motore che muove la macchina verso il traguardo.

Cosa suggerirebbe ai giovani che si avvicinano alla sua specialità?

Ricollegandomi al discorso precedente, i giovani che più in generale si avvicinano allo sport dovranno comprendere che il risultato sportivo non è l’obiettivo primario, così come il trovare esasperatamente il talento. Gli aspetti più generici da consigliare per un giovane che si avvicina a questo sport riguardano il lavoro costante per migliorare sé stessi, guadagnarsi tutto con il sacrificio, pensando ad aiutare la propria squadra e avendo rispetto dei compagni e degli avversari. Il nutrire fiducia in sé stessi è un altro aspetto che conta molto. Inoltre bisogna saper aspettare, il proprio momento arriverà. Il basket è un ottimo sport per crescere a livello fisico e mentale, che ti dà possibilità di confronto e divertimento, trasmettendo doti che saranno utili nella vita di tutti i giorni.