La violenza in sanità si combatte innanzitutto con l’organizzazione

La violenza in sanità si combatte innanzitutto con l’organizzazione

18 Settembre 2020 0 Di La Redazione

Il segretario Cisl-Fp Salerno, Antonacchio: “Le politiche di taglio dei servizi non hanno più tenuto conto dell’individuo e della salvaguardia e della tutela fisica degli addetti al settore”.

 

“È un fatto grave quanto è accaduto al Pronto soccorso dell’ospedale di Roccadaspide per il rischio cui sono andati incontro gli operatori in servizio, a cui va tutta la nostra stima e riconoscenza per il coraggio mostrato e per non aver perso la testa, situazione che pone il problema di una rete di emergenza-urgenza da potenziare, soprattutto per i pazienti fragili psichiatrici, con la necessità di definire un percorso laddove tutti gli attori facciano la loro parte e non lasciare la gestione solo ed esclusivamente agli operatori sanitari – afferma Pietro Antonacchio segretario generale della Cisl Fp di Salerno.

“Un servizio 118 senza accompagnamento delle forze dell’ordine, carabinieri che arrivano dopo un’ora, un paziente che sfascia un Pronto soccorso mettendo a grave rischio gli operatori della struttura che sono costretti a scappare in uno alla vigilanza. Il tutto poiché le politiche di taglio dei servizi che si sono avute fino ad ora hanno messo da parte e non più tenuto conto dell’individuo e della salvaguardia e della tutela fisica degli addetti al settore e di tutte le comunità di riferimento” – aggiunge.

“È uno smantellamento che parte da lontano e si riversa nel quotidiano, dovuto effettivamente ad una politica economicistica ed esclusivamente tendente al risparmio per cui la democrazia sta correndo il rischio di essere smantellata dal Dio danaro. Questa è la verità. Non vi è più nessuna tutela dei territori, tanto più abbandonati quanto più periferici essi siano e tutti i cittadini, utenti e lavoratori sono alla mercé di percorsi frammentati i cui effetti sono intollerabili. Appare evidente che bisogna, nell’ambito della ricostruzione e riorganizzazione dei servizi, avere dei punti di difesa, dei punti filtro agli ingressi di tutti i pronto soccorso poiché all’epoca, quando i drappelli di polizia presenziavano le strutture, tutto ciò non accadeva mai, se non con percentuali irrisorie, nel mentre oggi sono aspetti quotidiani. Bisogna effettivamente ripensare a come tutelare e salvaguardare cittadini e lavoratori del sistema sanitario e speriamo che il vento cambi e che effettivamente anche il nuovo governo regionale cominci ad ipotizzare un potenziamento delle strutture sanitarie a difesa della brava gente” – continua.

“La tutela degli addetti sanitari non passa da norme che aumentano le pene. Anzi spesso la ingravescenza della pene non sortisce alcun effetto, ma passa attraverso la difesa sul territorio dell’operato dei professionisti del settore. Basta con sconsiderate norme che nel concreto non fanno cambiare nulla. Rincominciamo ad ipotizzare dei presidi veri a difesa delle strutture sanitarie atteso che le politiche del disarmo e della diffamazione determinano questi effetti poiché gli addetti sono abbandonati e indifesi nonostante con dedizione e attaccamento al lavoro e la grave carenza di personale, si ergano in completa solitudine a difesa del diritto alla salute di tutta la comunità salernitana” – conclude.