La terapia sierologica come risposta al Covid

La terapia sierologica come risposta al Covid

3 Maggio 2020 0 Di Andrea Del Buono *

Antivirali e sieroterapia rappresentano già oggi un valido armamentario per la cura delle persone colpite, in maniera grave, dal Coronavirus.

 

Andrea Del Buono

In data 16 marzo, con una lettera indirizzata al ministro della salute, chiedevamo la possibilità di utilizzare Off Label farmaci antivirali “fin dal primo giorno di diagnosi” da Covid-19. Ieri l’altro la Fda Americana ha autorizzato d’urgenza l’uso del remdesivir per combattere il Coronavirus. Tale scelta terapeutica in sinergia con la “sieroterapia” come indicato dal nostro presidente onorario, dell’Associazione DDClinic, professor Giulio Tarro è quanto ormai da due mesi si cerca di promuovere e finalmente arrivano i primi successi. Mi domando perché la nostra segnalazione è stata completamente ignorata? Perché la sieroterapia non è praticata routinariamente? Perché sono state ignorate le dichiarazioni in tal senso del professor Tarro?

Per quanti affermano che non vi sono studi, ricordo il “Principio di precauzione” della Dichiarazione di Rio, forse è bene che tutti i ricercatori lo abbiano a mente.

Ecco cosa auspichiamo in un paese Liberale: Un dibattito pubblico con i consulenti del Governo e ricercatori autonomi nel rispetto delle parti per discutere e formulare ipotesi e non solo passerelle in tv.

Personalmente ho partecipato alla sofferenza di un genitore per il dramma della broncopolmonite in un figlio giovane ed atletico senza comorbilità, lontano dagli affetti. Se solo avessi potuto fargli fare la plasmaferesi forse oggi per lui la giornata sarebbe più soleggiata e non dovrebbe sostenere una convalescenza lunga e … speriamo bene… E ancora quel mio giovane paziente forse non sarebbe morto lasciando due figli piccoli… Èovvio, a queste domande, non ci sono risposte. Si può solo attendere.

*Immunoallergologo

 

A seguire la lettera inviata al Ministero

 

Esimio Ministro

La diffusione delle infezioni da Covid-19 vede il medico di famiglia e di continuità -assistenziale in prima linea. Chi Le scrive è un Medico di Medicina Generale di Caserta, oasi di equilibrio e di osservanza delle norme di prevenzione da CO-VI-D 19, grazie al coordinamento tra informazione e medici del territorio. Purtroppo anche a Caserta alcuni colleghi si sono contagiati. Questo numero aumenterà sempre di più, con le conseguenze drammatiche che possiamo immaginare; non solo per l’assistenza, ma per il rischio inconsapevole di diventare untori. Oltre al lavoro quotidiano dove assistiamo pazienti in ADP e ADI siamo in prima linea per il triage delle infezioni delle alte vie respiratorie, al fine di bloccare-ridurre l’accesso ai P.S, aree ad alto rischio non solo per il Co-Vi-D 19, ma anche delle tante e note infezioni nosocomiali. In questo immenso ed encomiabile sforzo da parte del SSN atto a potenziare i servizi d’urgenza in tutte le Regioni, non si tralasci di attenzionare l’assistenza domiciliare, baluardo per contenere ancor più il propagarsi del virus. Preciso senza polemizzare che nonostante le promesse e le rassicurazioni, finora i dispositivi di protezione individuale (Dpi) non sono ancora disponibili, ma con impegno e buon senso ognuno di noi si sta proteggendo con DPI reperiti individualmente.

Le chiedo di istituire presso la Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria un Tavolo tecnico Settoriale per discutere delle criticità dell’assistenza domiciliare come ad esempio la possibilità di eseguire anche nei paucisintomatici test Covid-19, ed esami ematochimici correlati, allo scopo di avviare nei soggetti “candidati” terapie “Off Label” antivirali nel più breve tempo possibile cioè nei primi giorni di malattia. Inoltre sono indispensabili linee guida, piano terapeutico e consenso informato per la gestione degli effetti avversi e per la prescrizione di farmaci antivirali già noti, ma che non hanno indicazione in tale contesto. Attualmente non esistono efficaci farmaci antivirali specifici o combinazioni supportate da prove scientifiche, ma esiste la possibilità di applicare il principio di precauzione, contenuto nell’articolo 15 della Dichiarazione di Rio. Segnalo i due farmaci (Remdesivir and Chloroquine) già noti alla classe medica e che possono esserci di aiuto in questo contesto, ed allego bibliografia relativa.

  • Wang M et al. Cell. Remdesivir and chloroquine effectively inhibit the recently emerged novel coronavirus (2019-nCoV) in vitro. Res. 2020.
  • Agostini ML, Andres EL, et al. Coronavirus Susceptibility to the Antiviral Remdesivir (GS-5734) Is Mediated by the Viral Polymerase and the Proofreading Exoribonuclease. Bio. 2018.
  • Báez-Santos YM, St John SE1, Mesecar AD. The SARS-coronavirus papain-like protease: structure, function and inhibition by designed antiviral compounds. Antiviral Res. 2015
  • Tchesnokov EP et al. Mechanism of Inhibition of Ebola Virus RNA-Dependent RNA Polymerase by Remdesivir. Viruses. 2019.
  • Chan KW et al. COVID-19: An Update on the Epidemiological, Clinical, Preventive and Therapeutic Evidence and Guidelines of Integrative Chinese-Western Medicine for the Management of 2019 Novel Coronavirus Disease. Am J Chin Med. 2020.
  • Li H. et al. Potential antiviral therapeutics for 2019 Novel Coronavirus.

Tutto questo salvaguardando i più deboli, gli anziani, i malati oncologici.

Onorevole Ministro, confido nella Sua sensibilità e sicuro di una Sua risposta, Le invio Distinti Saluti.

16 marzo 2020 Dottor Andrea Del Buono