Il “cerotto” intelligente per scoprire se la cura è giusta

Il “cerotto” intelligente per scoprire se la cura è giusta

24 Giugno 2022 0 Di La Redazione

Il sensore, impiantabile sottopelle, monitorerà i parametri del corpo. Graziano (Hbw): l’innovazione consiste nel carattere biodegradabile.

 

 

Un sensore più sottile di un francobollo, biocompatibile e bioriassorbibile, impiantabile sottopelle riuscirà a monitorare in tempo reale alcuni parametri del corpo come il pH e l’efficacia dei farmaci somministrati, aprendo così la strada a nuove procedure cliniche e diagnostiche. È il risultato di una ricerca del team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa, coordinati da Giuseppe Barillaro, in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e Surflay Nanotec GmgH di Berlino. «Il livello del pH, da cui emerge un’eventuale acidificazione dei tessuti – spiega Giuseppe Barillaro – è, tra l’altro, indicativo dell’insorgenza e della progressione di malattie come il cancro e problemi cardiaci. Finora la misura del pH viene svolta con analisi di laboratorio, che richiedono in genere il prelievo di fluidi corporei e non riescono a misurare l’eventuale acidificazione di una zona di interesse specifico con elevata accuratezza. Il nostro sensore, costituito da una membrana di silicio nanostrutturato ricoperta da un polimero fluorescente riesce a fornire un risultato immediato, accurato e soprattutto continuo nel tempo del livello di pH nel tessuto di interesse. È sufficiente illuminare la zona della pelle in cui il sensore è impiantato con una luce verde ed esso emetterà una luce rossa più o meno intensa, indicativa del livello di pH. Infine, il sensore, che funzionerà per circa 5 giorni, si degraderà dopo l’uso all’interno del corpo, senza necessità di rimozione chirurgica». Il ricercatore dell’ateneo pisano, Alessandro Paghi, sottolinea come lo studio abbia «dimostrato che può essere realizzato un sensore chimico non solo impiantabile, ma anche biodegradabile, una scoperta che apre la porta a innumerevoli applicazioni in ambito biomedico».

Una tecnologia che può aprire scenari applicativi finora impensabili. Come spiega Antonio Graziano, il ceo di Rigenera Hbw, azienda leader nel campo biotech.

«Sensori chimici per lo studio e l’analisi di parametri della cute sono stati realizzati già da qualche anno – sottolinea –: l’innovazione, in questo caso, è il fatto che sono biodegradabili e scompaiono da soli un po’ come avviene oggi per alcune suture».

«Diciamo che possono essere visti come dei cerotti attivi in grado di comunicare anche con l’esterno del corpo e non solo di cedere informazioni o sostanze all’interno “sostenibili” perché non generano rifiuti medicali di difficile gestione».