Giovanni Balestra, la pandemia una pietra tombale sul percorso di crescita di tanti ragazzi

Giovanni Balestra, la pandemia una pietra tombale sul percorso di crescita di tanti ragazzi

3 Dicembre 2021 0 Di Pasquale Maria Sansone

La pallavolo, intesa come mero esercizio fisico, coinvolge praticamente quasi tutti i muscoli, da quelli delle braccia, che risultano particolarmente tonificati e rinforzati da palleggi, schiacciate, bagher e battute varie, agli addominali, fino ai muscoli delle gambe. Sono soprattutto i gemelli ed i glutei a risultarne stimolati e rassodati. Merito di salti e piegamenti.  Il palleggio in particolare agisce su: Tricipiti della sura (muscoli posteriori della gamba); quadricipite durante la distensione delle gambe; glutei; addominali; grande pettorale; romboide; estensori delle dita per spingere il pallone.

Il bagher, oltre a stimolare il tricipite della sura, i glutei e gli addominali, agisce su: ileopsoas; quadricipite; gran dorsale; grande pettorale; bicipite branchiale; deltoide

La schiacciata agisce su addominali, glutei, tricipite della sura ma anche su: gran dorsale; cuffia dei rotatori; tricipite brachiale; flessori del polso; glutei; quadricipite.

Giovanni Balestra nasce pallavolisticamente nel GS VVF Domenico Padula con cui disputa il primo campionato giovanile nel 2000 diventando campione provinciale U14.

A 14 anni esordisce in serie D e l’anno successivo è il palleggiatore titolare, nonché capitano della rappresentativa napoletana nel trofeo delle province. Nel 2004 parte con la rappresentativa Campania per il Trofeo delle Regioni indoor e nel 2005 per la sezione Beach Volley. Nella stagione 2005/2006 disputa il primo Campionato di B2 con il Rosso Maniero e nello stesso anno con il Padula diventa campione regionale U18.Ritornato a casa per fare la serie D, viene promosso in serie C. Nel 2010 è in B2 con lo Stabia, ed inizia anche ad allenare le giovanili. Dopo diversi anni di C con il Padula fa una breve parentesi con l’Elisa Volley in B2, prima di lasciare la pallavolo giocata per un anno, causa lavoro, per poi tornare al Padula come allenatore e giocatore di una prima divisione di ragazzini che sono arrivati due anni fa, dopo 3 promozioni in 4 anni, in Serie C. Due stagioni all’ATHENA di Scampia in mezzo però alla baraonda Covid che non ha consentito di godere a pieno del contesto che si era venuto a creare e dopo una parentesi lavorativa fuori Napoli.  Quest’anno gioca in serie C a Frattamaggiore con il mister e amico Raffaele Guerra.

Come hai vissuto e come vivi la paura della pandemia, del contagio ed il disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?

Per fortuna l’inizio della pandemia l’ho trascorso in compagnia dei miei, impauriti e preoccupati avendo anche mio fratello in Emilia Romagna, nel pieno della pandemia, ma avevamo raggiunto un equilibrio e dei passatempi comuni che hanno contribuito a legarci ancora di più. Adesso siamo più tranquilli, per certi versi io anche parecchio stanco a sentire ogni giorno sempre le stesse notizie e poche parole di speranza. Sembra ormai più una gara a cavalcare l’onda dello sconforto che una lotta ad una pandemia che ci ha colto impreparati sotto tutti gli aspetti.

Quanti danni hanno causato allo Sport in generale e la Pallavolo in particolare le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?

Con qualche accortezza in più si potrebbe fare tutto e si sarebbero potuti evitare tanti soldi buttati/ regalati da ormai un anno e mezzo. Penso alle palestre e a tanti ragazzi di un’ epoca in cui è già difficile coinvolgerli: essere  costretti a fare tutto da casa e senza attività collaterali è stato come mettere una pietra tombale sul loro percorso di crescita. In merito alla pallavolo, registriamo un buco anagrafico importante, cioè la fascia di età che va dai 12 ai 15 anni, ossia tutti quei ragazzino che non sono stati fidelizzati in tempo oppure stavano imparando e non hanno avuto modo di mettere in pratica quello che stavano facendo.

Quanto valore attribuisci al binomio Sport-salute?

Credo che lo sport sia un passo obbligato per la crescita personale, sociale e psicologica di ognuno. Fare attività fisica permette di connettersi con il proprio corpo, sfidare stanchezza e limiti per provare a superare degli ostacoli, che anche se diversi, si troveranno nel corso della vita. Lo sport, il mio soprattutto, dal mio punto di vista, non consente distrazioni o svogliatezza essendo uno dei pochi in cui in una frazione di secondo ti mette di fronte ad una decisione da prendere. Il contatto con lo spazio, tanti compagni in uno spazio ristretto ed un pallone da rilasciare subito ti costringe ad essere sempre attivo.

Cosa ti  ha dato la Pallavolo in termini di crescita personale, sociale e professionale?

La pallavolo mi ha dato il migliore amico oltre ad una unione con i miei genitori e mio fratello che va oltre il rapporto genitori figlio o fratello. Forse mi ha tolto tanto tempo che avrei potuto utilizzare magari per studiare, ma è sempre stato il porto sicuro nel quale rifugiarmi e dal quale ricevevo e ricevo ancora le emozioni più forti.

In termini di crescita professionale e lavorativa mi ha dato competenze più per il contesto in se e per gli insegnamenti che può darti gestire una società o allenare, perché purtroppo di pallavolo non si vive ancora. Resta una grande passione che comporta sacrifici, fatti a cuor leggero, ma non permette di avere una forte stabilità economica.