Filippo Agostini: “L’impatto del Covid sullo sport è stato devastante”

Filippo Agostini: “L’impatto del Covid sullo sport è stato devastante”

9 Gennaio 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

I benefici dell’attività fisica sono tanti, in modo particolare durante la crescita. Specialmente gli sport di squadra sono una vera palestra di vita. Stando ad una recente ricerca della Washington University di St. Louis(USA) e pubblicata sulla rivista Biological Psychiatry gli sport di squadra fanno bene anche all’umore e tengono lontana la depressione.

In tempo di Covid-19, invece, sembrerebbe che il distanziamento sociale preservi la salute, quella fisica, ma che effetti avrà sulla salute mentale? Un atleta agonista che fa sport di squadra, da una vita, in che modo riesce ad adattarsi a questa nuova, insolita situazione?

Di questo parliamo con un bravo pallavolista: Filippo Agostini. Agostini inizia la sua carriera pallavolistica prima giocando nella sua regione, l’Umbria, e poi in tutta Italia. Da Massa Carrara a Bolzano per poi approdare nella stagione 2017/2018 a Spoleto in serie A2 dove raggiunge la Finale Playoff per andare in Superlega, purtroppo perdendo contro una grande Siena.

Da questo punto inizia la sua esperienza al Sud, andando a giocare a Palmi (RC). Una stagione esaltante culminata con la promozione in A3. L’anno successivo rimane in Calabria, a Corigliano Calabro, in A3, un’avventura che termina prematuramente ad inizio marzo con l’arrivo del Covid 19.

Attualmente, con tutte le difficoltà del momento, Agostini gioca a San Giustino in serie B.

Come ha vissuto e vive Filippo Agostini la paura della pandemia e le indispensabili restrizioni?

La paura della pandemia non è scattata subito. Circa un anno fa, quando è stato interrotto il campionato, pensavo fosse una pausa momentanea e che prima o poi sarebbe ritornato tutto alla normalità. Con il passare dei giorni e poi dei mesi mi sono reso conto della gravità della situazione e che di conseguenza anche lo sport si sarebbe dovuto fermare.

Al momento la situazione non sembra tanto diversa da quella di un anno fa, la paura è la stessa, quello che è cambiato è il livello di tolleranza delle restrizioni per il prolungarsi di queste ultime.

Rimane comunque indispensabile il rispetto dei provvedimenti per superare questo delicato momento, con la speranza che ciò possa avvenire il più presto possibile.

Quanto manca ad un agonista del suo calibro la presenza ed il sostegno del pubblico? 

Il mio campionato non è ancora iniziato, quindi non ho vissuto questa situazione, sicuramente è difficile affrontare una partita senza l’incoraggiamento del proprio pubblico. Sentire il calore dei tifosi ti fa vivere l’incontro più intensamente e questa assenza è una grande perdita per tutti gli sport.

Ritengo però che sia opportuno allo stato attuale delle cose lasciare le partite a porte chiuse per la sicurezza di tutti.

Cosa pensa Lei dell’impatto del Coronavirus sullo sport? Quali sono le Sue angosce per le giovani generazioni nella proiezione futura?  

Parlo della pallavolo perché è lo sport che vivo da sempre. Il coronavirus ha messo a dura prova tante società, a partire dalla superlega. Parecchie realtà che facevano affidamento sulle risorse di piccoli e medi sponsor sono scomparse, soprattutto nelle serie minori.

L’impatto è stato da una parte devastante e dall’altra ha attirato l’attenzione su questioni e problematiche che venivano da tempo messe in secondo piano.

Confido negli aiuti da parte del governo per far sopravvivere tutte quelle società che curano i settori giovanili che, alla fine, sono poi la linfa di tutti gli sport.

In questo periodo storico, dominato dalla pandemia, mi auguro che le giovani generazioni non perdano la voglia di praticare sport e che, anzi, appena sarà possibile, ritornino con più entusiasmo di prima.

Ci saranno sicuramente delle conseguenze causate da questo stop che porterà un ritardo sulla crescita degli atleti del domani.

Ritiene Lei che la Politica abbia focalizzato bene tale tematica o, invece, l’abbia misconosciuta ed ipovalutata?

 Penso che il problema sia stato focalizzato bene, soprattutto inizialmente, infatti siamo stati presi come esempio e modello da seguire dagli altri paesi.

Per quanto riguarda lo sport si è posta l’attenzione, grazie al ministro Spadafora, su tutte quelle figure che orbitano intorno a questo mondo, i cosiddetti “collaboratori sportivi”, ai quali è arrivato il bonus “Sport e Salute” per tamponare le gravi perdite economiche.