Ferruccio Checchi: “Il Bodybuilding è uno sport soprattutto mentale, essere pronti a tanti sacrifici”

Ferruccio Checchi: “Il Bodybuilding è uno sport soprattutto mentale, essere pronti a tanti sacrifici”

16 Giugno 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

“Credo che la soddisfazione maggiore che si possa avere in una palestra sia sentire la “pompa”. Quando ci si esercita con i bicipiti e si sente il sangue scorrere dentro i muscoli sembra quasi che la pelle debba esplodere da un momento all’altro è una cosa fantastica”. (Arnold Schwarzenegger)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un bodybuilder professionista: Ferruccio Checchi.

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Sicuramente è stato ed è un periodo storico complicato, questa pandemia ha creato una serie di difficoltà incredibili sia sul piano lavorativo che personale di moltissime persone. Lo stato mentale e non solo, di molti è stato messo a dura prova. Io stesso avendo sia una struttura sportiva che una di ristorazione ho “sentito” molto il problema. Personalmente avendo un carattere forte sono riuscito a passarla piuttosto indenne ma ovviamente ho dovuto adeguare le mie capacità lavorative rispetto al momento vissuto.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

Nel mio settore sportivo body building e cultura fisica c è stato un crollo incredibile, la chiusura delle strutture, la non possibilità spesso e volentieri negata anche di fare una corsa all’aria aperta, ha portato migliaia di persone alla quasi totale sedentarietà. Dal canto mio già lavoravo con il coaching online da diversi anni con il quale ho allievi sparsi in tutta Italia ed anche qualcuno all’estero, ma soprattutto durante i vari lockdown ho dovuto variare i metodi di lavoro chiaramente , le persone non potendo allenarsi nelle palestre si sono dovute adattare all’allenamento casalingo, i più fortunati e chi poteva permetterselo economicamente si sono organizzati con attrezzi di vario genere…il così detto home equipment , con altri invece ci siamo adattati, chi con casse d acqua, chi con secchi pieni di terra e chi più ne ha più ne metta…

Non nego che in alcuni casi si è riuscito anche ad ottenere risultati più che mirabili, ma di certo non è stato semplice. Io sono stato tra i fortunati che oltre ad avere un ottima attrezzatura a disposizione a casa, essendo impegnato nella preparazione ad alcune gare di rilevanza nazionale avevo la possibilità di allenarmi in alcune strutture del CONI , chiaramente ad orari prestabiliti, in 2-4 persone in posti che ne potevano contenere anche più di 50 e così via. Anche tutte le varie modifiche da parte dei politici quasi nel quotidiano non hanno aiutato questa situazione ma non mi sento di parlare direttamente di questioni politiche, di certo non ci occupiamo di questo.

Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ciò che nel tempo mi ha portato a questa disciplina dove ho vinto più campionati italiani in IFBB (la federazione mondiale più importante), preso parte con un podio agli europei, piuttosto che un altro podio all’ARNOLD CLASSIC BARCELLONA, in realtà è nata quasi per caso, sono sempre stato sportivo, 12 anni di nuoto, basket, calcio, tennis… ma da giovanissimo dopo un incidente in scooter andai in sala pesi per recuperare la muscolatura ad un braccio e li conobbi una persona che all’epoca gareggiava, lo guardavo…non ci capivo granché all’epoca, e fu lui che guardandomi negli spogliatoi mi disse, ancora ricordo bene, “ehy hai la schiena spaccata!” Tipica espressione romana che stava a significare che avevo già una buona definizione muscolare nella schiena e da lì mi disse… hai mai pensato di gareggiare… ripeto non sapevo bene neanche che gare fossero…forse avevo all’epoca visto un paio di volte in televisione il Mr Olympia…ma niente più… così mi misi a cercare su riviste di settore le varie cose, gare, atleti, categorie… finché non mi convinsi a provarci, anzi no a provarci, ma a riuscirci. È così che ebbe inizio il tutto.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

La gente pensa sia uno sport dove basta spostare i pesi… ma è tutt’altro in realtà, forse spostare i pesi è L ultima cosa, anche perché non vanno spostati senza avere una giusta connessione mentale…

Il body building è uno sport prevalentemente mentale anche se si pensa il contrario… uno sport di autocontrollo , di disciplina totale e dedizione, alimentazioni calibrate al grammo, rinunce anche da giovane ad uscite dove si mangia e si beve a piacimento, insomma è in realtà uno stile di vita… certo non è una rinuncia totale ci sono momenti e momenti , non vorrei passasse anche un messaggio sbagliato… o meglio un conto è tenersi in forma ed in salute, un conto è portare una condizione fisica da gara sul palco dove tutto chiaramente e portato all’estremo…

Purtroppo oggi come oggi col web si sono esposti tantissimi azzeccagarbugli e tanti finti mentori… il consiglio che do a ragazzi e ragazze che si approcciano a questo sport è quello di affidarsi a persone qualificate ma non solo, anche che abbiamo una buona coscienza, che non siano solo interessati ai soldi ma soprattutto alla salute di chi hanno di fronte .

Io sono anche un docente dello CSEN per il CONI, insegno biomeccanica ed allenamento in sala pesi, spesso mi capita di vedere ragazzi di 20anni che fanno i guru sui social , certo non è l’età , ma di certo l’esperienza che fa la differenza , sono nel settore da circa 18 anni e ancora si può imparare, qualche anno fa ho fatto per 6 mesi uno stage a Dallas presso la metroflex allenandomi con gente come Steve Kuklo o Brench Worren, parlando e cercando di capire un po’ le loro modalità di allenamento ed alimentazione … è un mondo così vasto che la gente davvero non se ne rende conto … cerco di formare la mia esperienza sempre di più studiando prendendo parte a seminari di vario genere… provando prima su me stesso e poi sugli altri… questo credo sia una delle cose fondamentali.