Farmaci ipertensivi, “elisir di lunga vita” anche per anziani fragili

Farmaci ipertensivi, “elisir di lunga vita” anche per anziani fragili

9 Agosto 2020 0 Di La Redazione

I ricercatori di uno studio tutto italiano hanno esaminato i dati di quasi 1,3 milioni di persone residenti in Lombardia di età pari o superiore a 65 anni (età media 76 anni).

 

Tenere sotto controllo la pressione sanguigna. Seguire in modo regolare la terapia antipertensiva aiuta anche gli anziani più fragili (dai 65 anni in su), specie i più sani, a vivere più a lungo, secondo uno studio pubblicato su Hypertension. “Pur sapendo che i farmaci per la pressione sono protettivi negli anziani, ci siamo concentrati sul fatto che lo fossero anche nei più fragili con comorbilità multiple, di solito esclusi dagli studi controllati” esordisce Giuseppe Mancia, autore principale dello studio e professore emerito all’Università di Milano-Bicocca. I ricercatori hanno esaminato i dati di quasi 1,3 milioni di persone residenti in Lombardia di età pari o superiore a 65 anni (età media 76 anni) che hanno ricevuto 3 o più prescrizioni di farmaci antipertensivi tra il 2011 e il 2012. Gli autori hanno poi messo a confronto la storia clinica di circa 255.000 persone decedute durante il follow-up di sette anni con una popolazione di controllo corrispondente per età, genere e stato di salute, suddividendo le coorti in quattro gruppi: buona salute, media, scadente o molto scadente. A conti fatti la probabilità di morte nell’arco di sette anni è risultata essere del 16% nel gruppo in buona salute, aumentando progressivamente fino al 64% nei pazienti in pessime condizioni. Ma non solo: rispetto ai partecipanti con scarsa aderenza alla terapia (meno del 25% del tempo di trattamento), gli anziani con aderenza elevata (oltre il 75%) avevano rispettivamente il 44% o il 33% in meno di probabilità morire a seconda che fossero in buona o cattiva salute. Un modello simile è stato osservato con i decessi cardiovascolari: il più grande beneficio di sopravvivenza è stato tra le persone in buona salute, e il più modesto tra coloro in cattiva salute.

“I nostri risultati – conclude Mancia – suggeriscono che anche negli anziani fragili il trattamento antiipertensivo riduce il rischio di morte, sebbene in questo gruppo i benefici potrebbero essere minori. Ma questi dati mostrano anche l’importanza di incoraggiare i pazienti a seguire la cura in quanto l’aderenza è fondamentale per ottenere benefici sullo stato di salute”.