Farmaci equivalenti per l’Hcv, insorgono le associazioni

Farmaci equivalenti per l’Hcv, insorgono le associazioni

23 Dicembre 2019 0 Di La Redazione

La ferma presa di posizione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dei pazienti: “Questa decisione complica il processo di eliminazione del virus”.

 

Salvatore Petta

Massimo Galli

Ivan Gardini

A seguito della decisione dell’Aifa sull’adozione dell’equivalenza terapeutica per i farmaci antivirali ad azione diretta, Ace (Alleanza Contro l’Epatite) esprime grande preoccupazione e, frattanto, sollecita un incontro urgente al Ministro della salute, Roberto Speranza.

Epatologi, infettivologi e pazienti uniti nell’esprimere il loro parere contrario: “La decisione sull’equivalenza di Aifa, in totale contrasto con il parere delle Società Scientifiche, su un tema di questa delicatezza, costituisce un atto sorprendente e non condivisibile” sottolinea il professor Massimo Galli past president di Simit.“Rischiamo così di ridurre l’efficacia complessiva dei farmaci” ribadisce Salvatore Petta, Segretario Aisf. “Smantellato il piano di eliminazione dell’epatite C” sottolinea Ivan Gardini, presidente EpaC Onlus.

È forte il disappunto da parte delle Società Scientifiche e delle Associazioni Pazienti per la recente decisione di Aifa. Le società scientifiche Aisf – Associazione Italiana per lo Studio del Fegato e Simit – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, di concerto con l’Associazione Pazienti EpaC onlus, riunite sotto l’acronimo ACE – Alleanza Contro l’Epatite, avevano già espresso la loro preoccupazione in merito a questa possibile decisione sin da settembre.

Negli ultimi anni, la disponibilità dei nuovi farmaci Antivirali ad Azione Diretta ha reso possibile l’eliminazione del virus Hcv in oltre 200mila pazienti, grazie cicli terapeutici di poche settimane, con effetti collaterali minimi o assenti, efficaci nel 98% dei casi. Va ricordato che un tasso di efficacia terapeutica così elevato è stato garantito dalla possibilità di lasciare liberi i medici specialisti autorizzati a prescrivere le combinazioni farmacologiche disponibili secondo scienza e coscienza e in ragione delle caratteristiche del paziente: una libertà di scelta fortemente limitata dalla recente delibera Aifa.

Alla luce di queste possibili conseguenze, i tre componenti di ACE – Alleanza Contro l’Epatite, AISF, SIMIT ed EpaC onlus, chiedono di sospendere il provvedimento sulla equivalenza terapeutica ed ascoltare le motivazioni delle Associazioni Scientifiche.

“La delibera di AIFA, in totale contrasto con il parere delle Società Scientifiche, su un tema di questa delicatezza, costituisce un atto sorprendente e non condivisibile – sottolinea il professor Massimo Galli, past president Simit – la nostra Società si era chiaramente espressa in merito con un documento inviato ad Aifa nello scorso settembre, del quale non si è tenuto alcun conto. Meraviglia che Aifa contraddica se stessa, stabilendo l’equivalenza terapeutica tra Maviret ed Epclusa nonostante che non siano palesemente rispettati almeno tre dei sei criteri di equivalenza stabiliti dalla stessa agenzia”.

“È indispensabile – completa il presidente Simit Marcello Tavio – proseguire sul sentiero che ci ha consentito di curare migliaia di pazienti, per continuare un percorso di eliminazione del virus nel paese secondo le direttive dell’OMS. E nella delicata fase di transizione successiva all’imminente cessazione del fondo sui farmaci innovativi, che trasferirà, così stando le cose, alle regioni l’intero onere delle cure per Hcv, Simit intende sottolineare come una definizione di equivalenza posta sulle basi così definite – e per la prima volta tra due trattamenti antimicrobici – costituisca un allarmante e pericoloso precedente, rispetto al quale non può che manifestare dissenso e raccomandare la massima cautela”.

“In Italia, la possibilità e il privilegio di poter scegliere il regime terapeutico più idoneo al paziente con infezione da Hcv sulla base delle caratteristiche cliniche e della volontà del paziente stesso ci ha consentito, sinora, di ottenere tassi di guarigione maggiori del 97%, dimostrando grande capacità gestionale e maturità da parte dei clinici – evidenzia il dottor Salvatore Petta, Segretario Aisf.  Anche tra le Associazioni pazienti emerge un’opinione contraria a quanto stabilito da Aifa. “Il parere positivo sull’equivalenza terapeutica per due dei tre farmaci innovativi per la cura dell’epatite C, pubblicato da Aifa il 16 Dicembre scorso, rappresenta l’atto finale di una chiara e incessante attività di smantellamento del piano di eliminazione dell’epatite C iniziato 5 anni fa – dichiara Ivan Gardini, Presidente EpaC Onlus.