Emanuele Rossi: “Pensa al tuo obiettivo e lavora per raggiungerlo”

Emanuele Rossi: “Pensa al tuo obiettivo e lavora per raggiungerlo”

31 Marzo 2022 0 Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni. (Rafael Nadal)

Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un giovane e talentuoso pallanuotista: Emanuele Rossi.

“Ho giocato dal 2012 al 2014 a Rapallo, poi a Camogli dal 2014 al 2020 esordendo in A2 nel 2018, nella stagione 2020/2021 ho giocato nell’AN Brescia vincendo Scudetto e bronzo in Champions League e poi quest’anno Sturla in A2 e ProRecco giovanile.”

La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?

Sicuramente la situazione pandemica è stata un po’ il convitato di pietra di questi ultimi due anni. Personalmente ho sofferto molto quelle fasi, sia all’inizio della scorsa stagione che all’inizio di quest’anno solare, nelle quali non si capiva se e come si sarebbe giocato. Ho cercato per quanto possibile di trovare obiettivi a breve termine, stare lontano dalle fonti di contagio e fortunatamente non ho avuto grosse ripercussioni personali.

Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?

La pallanuoto ha cercato di fare il possibile. La stagione 2019/2020, totalmente interrotta, ha causato problemi non tanto e non solo per l’impossibilità di allenarsi in piscina e il conseguente obbligo ad “arrangiarsi” a livello domestico, ha soprattutto tolto a molti ragazzi che ancora facevano i campionati giovanili, come il sottoscritto, una grande fetta della crescita personale e sportiva.

Lo scorso anno invece è stato caotico, il cambio della formula dei campionati ha sicuramente influito sul naturale svolgimento della preparazione atletica ma, tutto sommato, ha permesso di riacquistare un po’ di normalità.

Quest’anno continua ad essere caratterizzato da rinvii e assenze anche se si spera che, progressivamente, questa situazione vada risolvendosi.

Chi è stato, in famiglia o fra gli amici, a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua “folgorazione”, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?

Ho iniziato a giocare a pallanuoto per merito di due grandi allenatori, il primo è Claudio Patrone che mi ha spinto a passare dal nuoto alla pallanuoto; il secondo è Elio Brasiliano che ha subito creduto in me facendomi giocare come portiere titolare 4 anni sotto leva, è merito suo se ho deciso che questo sarebbe stato il mio sport.

Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?

La forza di volontà è fondamentale, gestire sport e scuola è complicato e molto spesso si ha la tentazione di mettere da parte uno dei due, se però si rimane concentrati e non si molla la presa le soddisfazioni ripagano di ogni sofferenza.

Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi  che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?

Sinceramente non mi sento la persona più adatta a dare consigli, avendo anche io alla fine 18 anni, mi sento però di rispondere con una frase che mi è stata sempre ripetuta da un giocatore, Lorenzo Gardella, che per me è stato un po’ un fratello maggiore oltre che un grande insegnante sportivo: “Non pensare a dove sei ora, alla fatica che magari non ti viene riconosciuta, pensa a dove vorrai essere tra 5 anni e lavora per raggiungerlo”. Ecco io credo che ogni ragazzo che fa sport debba sognare e cercare di raggiungere il suo traguardo, senza scoraggiarsi e senza arrendersi.