Covid-19, sempre più diffusi sintomi post guarigione

Covid-19, sempre più diffusi sintomi post guarigione

13 Marzo 2023 Off Di La Redazione

Il ritorno di sintomi del Covid dopo una apparente guarigione risulta sempre più comune. Tra chi ha avuto il Covid, rispetto a chi non è mai stato contagiato da Sars-CoV-2, la probabilità di soffrire a lungo termine di problemi a stomaco e intestino aumenta del 36% in generale.
Secondo uno studio della Washington University School of Medicine di St. Louis e dal Veterans Affairs St. Louis Health Care System, pubblicato su ‘Nature Communications’, ad oggi, il Covid ha contribuito a oltre 6 milioni di nuovi casi di disturbi gastrointestinali negli Usa e a 42 milioni in tutto il mondo. Si va da un rischio del 35% maggiore di reflusso gastroesofageo a una probabilità del 62% superiore di ulcere gastriche o dell’intestino tenue, passando per mal di stomaco (+36%), pancreatite acuta (+46%), infiammazione gastrica (+47%), sindrome dell’intestino irritabile (+54%). Tra i ‘lasciti’ del virus anche stitichezza, diarrea, dolore addominale, gonfiore, vomito e problemi al fegato compresa l’insufficienza epatica. Da sintomi lievi, dunque, a patologie potenzialmente mortali. «I problemi gastrointestinali sono stati tra i primi segnalati dalla comunità di pazienti Covid», sottolinea Ziyad Al-Aly, epidemiologo clinico della Washington University. «È sempre più chiaro che il tratto gastrointestinale funge da serbatoio per il virus».
I ricercatori hanno esaminato circa 14 milioni di cartelle cliniche anonime nel database gestito dal Dipartimento degli Affari dei veterani degli Stati Uniti, il più grande sistema sanitario integrato del Paese. Hanno quindi definito un set di dati controllati relativo a oltre 154mila persone risultate positive a Covid dal primo marzo 2020 al 15 gennaio 2021 e sopravvissute nei primi 30 giorni successivi all’infezione. Gli esiti gastrointestinali di questi pazienti sono stati confrontati con quelli riscontrati in due gruppi controllo di persone non contagiate da Sars-CoV-2: oltre 5,6 milioni nello stesso periodo 1 marzo 2020-15 gennaio 2021 e oltre 5,8 milioni dall’1 marzo 2018 al 31 dicembre 2019, quindi ben prima che il coronavirus pandemico infettasse e uccidesse milioni di persone in tutto il pianeta. L’epidemiologo Al-Aly avverte che «il virus può essere distruttivo, anche tra coloro che vengono considerati sani» ossia asintomatici, «o che hanno avuto infezioni lievi. Stiamo osservando la capacità di Covid-19 di attaccare qualsiasi sistema di organi nel corpo, a volte con gravi conseguenze a lungo termine, morte compresa». «Abbiamo confrontato gli esiti di salute nei ricoverati in ospedale per influenza rispetto ai ricoverati con Covid e abbiamo osservato un aumento del rischio di disturbi gastrointestinali tra le persone che erano state ricoverate con Covid. Anche a questo punto della pandemia – avverte l’esperto – Covid-19 rimane più grave dell’influenza». Quanto all’effetto vaccinazione, pochi fra gli inclusi nello studio erano stati vaccinati perché nel periodo considerato i vaccini non erano ancora disponibili su larghissima scala. In ogni caso, precisa l’autore, «sebbene i vaccini possano aiutare a ridurre i rischi Long Covid, non offrono una protezione completa contro i sintomi a lungo termine dell’infezione che possono colpire cuore, polmoni, cervello e tratto gastrointestinale». «Considerati insieme a tutte le evidenze accumulate finora – afferma Al-Aly – i risultati di questo rapporto evidenziano la necessità urgente di raddoppiare e accelerare i nostri sforzi per sviluppare strategie volte a prevenire e curare gli effetti sulla salute a lungo termine dopo l’infezione Covid-19». Per lo scienziato, «è fondamentale includere» anche «la salute gastrointestinale come parte integrante dell’assistenza Covid post-acuta».
Secondo test condotti su circa 200 pazienti, il cosiddetto “COVID rebound” – spiegano i risultati preliminari di un nuovo studio dello ‘Scripps Research center’ in California ancora in corso – può avvenire sia giorni che settimane dopo il momento in cui la malattia sembrava essere sparita. Il ritorno del covid viene misurato in due modi: se riappaiono i sintomi, o se un nuovo test risulta positivo per la presenza del virus dopo essere risultato ad un certo punto negativo. I dati pubblicati sulla rivista ‘Clinical Infectious Diseases’ mostrano che nei pazienti seguiti, il ‘rebound’ è comparso nel 7-9,3% dei malati che non avevano preso medicinali e nel 14,2-18,9% di chi aveva assunto plaxovid. Nonostante il ritorno del covid nei pazienti trattati appaia più frequente, gli scienziati non lo ritengono ancora statisticamente significativo ed attendono che lo studio continui. La ricerca includerà più di 800 persone. I ricoveri Covid in Italia, intanto, riprendono in modo significativo la discesa, facendo registrare un -22% nell’ultima settimana. Anche le intensive fanno segnare -19% di pazienti con infezione da Sars Cov-2. È quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla rete Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, del 7 marzo. Si riduce inoltre il numero dei ricoveri ‘per Covid’, ovvero pazienti con insufficienza respiratoria o polmonite, -23% di casi in ricovero ordinario, rappresentano il 35% dei casi con infezione da Sars Cov-2 negli ospedali. Hanno un’età media di 69 anni e nell’86% dei casi sono vaccinati da oltre sei mesi e soffrono di altre patologie, evidenzia il report. Giù anche i ricoveri ‘con Covid’, ovvero pazienti arrivati in ospedale per la cura di altre patologie e risultati positivi al virus senza sintomi respiratori e polmonari. Rappresentano il 65% dei pazienti Covid, il 73% risulta vaccinato da oltre 6 mesi. Si dimezza il numero dei pazienti sotto i 18 anni ricoverati con infezione da Sars Cov-2: sono ormai poche unità, con una prevalenza di ricoveri ‘con Covid’ e nessuno di loro è ricoverato in terapia intensiva. Il 75% è di età compresa tra 0 e 4 anni, conclude Fiaso nel report.

 

 

 

 

 

 

Fonte: http://www.doctor33.it/politica-e-sanita/covid-sempre-piu-diffusi-sintomi-post-guarigione-ecco-quali-sono-i-principali/?xrtd=TVRALXTVXYTPCARTAXTAY